Bibite gassate: fanno male? Fanno ingrassare? Tipi ed effetti collaterali

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

Le bibite gassate sono molto diffuse ed apprezzate. Ma cosa contengono? È vero che fanno male ed ingrassare? La risposta a questi, e molti altri interrogativi, nell’articolo!

    Indice Articolo:
  1. Casa sono?
    1. Ingredienti
    2. Calorie
  2. Tipologie
  3. Effetti
  4. Rischi ed effetti collaterali
    1. Carie
    2. Reflusso ed ulcera
    3. Intestino
    4. Diabete
    5. Ipertensione
    6. Colesterolo
    7. Gotta
    8. Osteoporosi
    9. Squilibri ormonali
  5. Fanno ingrassare?
  6. Controindicazioni
    1. Sportivi
    2. Gravidanza
    3. Bambini

Bibite gassate cosa sono?

Le bibite gassate sono bevande, generalmente, analcoliche contenenti l’anidride carbonica (CO2), un gas che conferisce loro la tipica effervescenza. La nascita di queste bevande si deve all'inglese Joseph Priestley che, nel lontano 1767, produsse artificialmente l’acqua frizzante, alla quale, pochi anni più tardi, il chimico svedese Berzelius aggiunse gli aromi (spezie, succhi e vino). Si ottennero così le prime bibite gassate che, nel corso degli anni a venire, furono via via perfezionate fino ad ottenere quelle che noi tutti conosciamo. Si, ma quali?

Gli ingredienti di queste bevande: (CO2) e poi?

Eccezion fatta per le acque gassate, tutte le bibite contengono degli ingredienti che, oltre a renderne piacevole l’aroma e l’aspetto, ne aumentano la durata di validità sugli scaffali. In una revisione del 2015, inerente appunto alle bibite gassate, Kregiel (ricercatrice dell’Università tecnologica di Lodz in Polonia fa una disamina esaustiva dei vari ingredienti.

L’acqua è il componente principale delle bibite gassate, la cui percentuale varia dal 90% (nelle classiche) al 99% (nelle dietetiche); è fondamentale che le acque utilizzate non contengano più di 50 mg/L di calcio e magnesio, che potrebbero alterarne il sapore.

L’anidride carbonica è un gas atossico, senza sapore, dalla cui concentrazione - che varia, generalmente, da 1,5 a 5 g/L - dipende la frizzantezza della bibita (massima nell'acqua tonica, intermedia nelle altre) ma anche il pH (è acidificante). Il gas viene aggiunto all'acqua in forma liquida (ottenuta ad alte pressioni) o solida (ghiaccio secco).

Gli aromatizzanti conferiscono il sapore alla bibita e possono essere sintetici o naturali (succhi di frutta, estratti di radici, foglie e noci). Rappresentano lo 0,1-0,5% del totale.

Gli edulcoranti rappresentano l’1-12% della bibita e sono responsabili della sua dolcezza. Possono essere naturali (zuccheri, steviosidi e taumatina) o sintetici (edulcoranti intensivi)..

Gli zuccheri sono i dolcificanti più comuni, che forniscono circa 4 kcal per grammo. Tra quelli più usati abbiamo:

Lo sciroppo di mais arricchito in fruttosio: è costituito principalmente da fruttosio (55%) e glucosio (42%), e rappresenta il dolcificante più diffuso nelle bibite gassate, in quanto economico (Wolff and Dansinger, 2008).

Gli steviosidi: estratti dalle foglie di Stevia rebaudiana sono 200 volte più dolci del saccarosio, e vengono riportati in etichetta con la sigla E960.

La taumatina: è una miscela proteica estratta dal frutto di Thaumatococcus daniellii, e rappresenta il più potente edulcorante naturale (pensate che è 2000-3000 volte più dolce del saccarosio). Molto utile nelle bibite dietetiche, viene riportata in etichetta con la sigla E957.

Gli edulcoranti intensivi artificiali possiedono un potere edulcorante superiore rispetto al saccarosio, che permette di usarli in quantità minime. Quelli più diffusi sono:

Gli acidificanti: migliorano il sapore della bibita, poiché bilanciano la dolcezza degli edulcoranti; inoltre, inibiscono lo sviluppo microbico.

Tra i più utilizzati abbiamo:

I conservanti: contrastano lo sviluppo di batteri, muffe e lieviti, e risultano di fondamentale importanza nelle bevande ricche di zuccheri (fermentati da questi microrganismi). Tra quelli più usati abbiamo i sorbati (E200-E203) e i benzoati (E210-E213).

Gli antiossidanti: prevengono il deterioramento della bibita dovuto al contatto con l’aria. Si tratta della vitamina C e di alcuni additivi altresì usati come coloranti (carotenoidi e antociani), presenti in concentrazioni fino a 100 mg/L.

I coloranti: terminiamo il nostro elenco con quegli additivi che, oltre a rendere più accattivante la bibita, ne consentono l’immediato riconoscimento. Anch'essi possono essere naturali (carotenoidi e antociani) o sintetici (giallo di chinolina, azorubina, ponceau 4R, rosso allura, verde acido brillante, caramello, nero brillante, marrone FK e marrone HT). Sono presenti in concentrazioni che variano da 0 a 70 mg/L, e vengono riportati in etichetta con le sigle da E100 a E199. 

Ma qual è il valore energetico di queste bibite?

Le calorie fornite dalle bibite gassate dipendono, essenzialmente, dal tipo di edulcoranti presenti: saranno maggiori, quindi, nelle bibite zuccherate, mentre saranno inferiori o praticamente nulle in tutti gli altri casi. In particolare, il valore energetico può essere:

Quali sono? Le tipologie principali di bibite gassate.

Queste bibite, benché contengano tutte anidride carbonica, si distinguono per la presenza di colorazioni ed aromi caratteristici, che ne consentono l’immediato riconoscimento. Qui di seguito riportiamo le tipologie più importanti e diffuse.

  1. Acqua gassata. Rappresenta l’ingrediente principale di tutte le bibite, e può essere naturale o artificiale (quest’ultima ottenuta per dissoluzione della CO2 ad alte pressioni). Ma le acque gassate, oltre che per l’origine, si distinguono per il grado di effervescenza, strettamente correlato alla concentrazione di anidride carbonica. Esistono, infatti:

Gli effetti delle bibite gassate: è vero che aiutano a digerire?

Un luogo comune, piuttosto diffuso, è che le bibite gassate aiutino a digerire poiché ricche di anidride carbonica. In realtà, come riporta la rivista della Fondazione Umberto Veronesi, l’anidride carbonica si limita a spostare l’aria contenuta nello stomaco, dandoci l’impressione di digerire meglio anche se, di fatto, non è così!

Possibili effetti digestivi, invece, sono ascrivibili al contenuto di zenzero, la cui radice è utilizzata per contrastare la nausea e il vomito. La ginger ale, versione originale del nostro gingerino, è infatti utilizzata nella medicina anglosassone proprio per favorire la digestione dopo un pasto pesante.

Ma le bibite gassate fanno male? I rischi e gli effetti collaterali.

A causa della particolare composizione, che vede protagonisti zuccheri ed acidificanti, il consumo eccessivo di bibite gassate può avere forti ripercussioni sulla salute globale, dal momento che aumenta il rischio di patologie metaboliche, cardiovascolari e digerenti, oltre che inestetismi cutanei di vario tipo. Approfondiamo la questione!

Aumentano il rischio di carie dentali.

L’abuso di bibite gassate aumenta il rischio di carie dentale. Tali effetti sono ascrivibili agli acidificanti e agli zuccheri che, riducendo il pH, erodono lo smalto e la dentina (tessuti duri del dente) fino a portare ad una vera e propria degenerazione (la carie, per l’appunto).

Ricordiamo che gli zuccheri, quali glucosio, fruttosio e saccarosio, vengono convertiti dai batteri orali in acidi, i quali si sommano a quelli di per sé contenuti nelle bibite. Gli altri edulcoranti invece, come l’isomaltulosio e quelli intensivi, non vengono fermentati e, quindi, possono abbassare il potere cariogeno della bevanda.

A tal proposito, Cheng e colleghi (2009) riportano un caso clinico di carie dilagante, dovuto proprio al consumo eccessivo di Coca-Cola (0,5-1,5L al giorno, per 7 anni) accompagnato da una cattiva igiene orale (spazzolamento dei denti una volta al dì).

Aumentano reflusso gastroesofageo ed ulcera.

Le bibite gassate aumentano il rischio di sviluppare reflusso gastroesofageo, come evidenziato da una revisione di ben 17 studi clinici (Johnson et al., 2010). Queste bevande, infatti, a causa dell’anidride carbonica, distendono le pareti dello stomaco, finendo per indebolire lo sfintere esofageo inferiore (un anello di muscolatura che si oppone alla risalita del contenuto gastrico in esofago) provocando, quindi, il reflusso e i relativi sintomi (bruciore retrosternale e rigurgito acido).

Stando ad alcune ipotesi inoltre, essendo molto acide, queste bibite aumenterebbero il rischio di:

I dati a disposizione, tuttavia, non permettono di confermare tali ipotesi (Johnson et al., 2010).

Provocano disturbi intestinali.

Le bibite contenenti tagatosio, che viene parzialmente assorbito dall'intestino e metabolizzato dalla flora batterica, possono provocare:

Questi effetti sono stati riportati nella revisione di Kregiel (2009).

Favoriscono l’insorgenza del diabete mellito.

Poiché ricche di zuccheri, le bibite gassate possono ridurre la sensibilità dei tessuti all'insulina e favorire lo sviluppo del diabete (Wolff and Dansinger, 2008).

Glucosio e fruttosio sono direttamente coinvolti nell’insulino-resistenza, poiché dal metabolismo di entrambi si producono notevoli quantità di radicali liberi, che possono danneggiare le cellule β del pancreas e ridurre, quindi, la secrezione dell’insulina stessa. Oltretutto, l’aumento della superficie corporea conseguente all'incremento ponderale, riduce la densità dei recettori dell’insulina, rendendo i tessuti meno responsivi all'ormone.

Come se ciò non bastasse, queste bevande possono accelerare la comparsa delle complicanze diabetiche. Dall'ossidazione degli zuccheri, infatti, si producono degli intermedi che danneggiano le proteine dei nervi (mielina), dei vasi (collagene) e degli occhi (cristalline), accelerando la comparsa di neuropatie, nefropatie e cataratta (Bilska and Lu∤odek, 2005).

Provocano ipertensione

Pare che il consumo eccessivo di queste bevande aumenti il rischio di ipertensione, cioè la presenza di valori pressori stabili superiori a 120/80 mm di mercurio (Wolff and Dansinger, 2008).

L’ossidazione degli zuccheri forniti da queste bibite, infatti, incrementa la produzione di radicali liberi, come il perossinitrito, che danneggiano l’endotelio (uno strato di cellule che riveste il lume dei vasi). Dal momento che l’endotelio regola la pressione, bilanciando la produzione di agenti vasocostrittori e vasodilatatori, ne consegue che un danno a sue spese alteri questo equilibrio, innalzando dunque la pressione.

Aumentano colesterolo e trigliceridi e provocano aterosclerosi.

Le bibite gassate ricche in fruttosio aumentano i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi, poiché questo zucchero viene usato dal fegato per la sintesi di questi grassi (Wolff and Dansinger, 2008). L’iperlipidemia, sommata ai danni indotti dall'ipertensione, favorisce inoltre lo sviluppo degli ateromi (placche lipidiche nelle pareti vascolari) e, quindi, cardiopatie e ictus.

Ricordiamo infatti che gli ateromi, oltre ad indurire le pareti dei vasi, ne ostruiscono il lume, riducendo l’apporto di sangue al cuore e al cervello, aumentando in tal modo il rischio delle suddette patologie.

Provocano iperuricemia.

Anche l’iperuricemia (livelli ematici elevati di acido urico) sembra essere correlata al consumo di bibite ricche in fruttosio. Il metabolismo di questo zucchero, infatti, è strettamente correlato a quello dell’acido urico (il metabolita derivante dalla scomposizione delle proteine) responsabile della gotta.

Il fruttosio, in particolare, stimola la produzione epatica di acido urico e ne riduce l’escrezione renale, facendolo accumulare nel sangue.

Questi effetti si ripercuotono non solo sulle articolazioni (l’acido urico cristallizza e provoca l’attacco gottoso) ma anche sul cuore e i vasi sanguigni: in concentrazioni elevate, infatti, l’acido urico aumenta la produzione di radicali liberi e, quindi, il rischio di ipertensione, aterosclerosi e cardiopatie (Caliceto et al., 2017).

Accrescono il rischio di osteoporosi.

Il consumo eccessivo di cola, a causa del contenuto di acido fosforico, può innalzare i livelli di fosforo nel sangue e ridurre quelli di calcio, predisponendo ad osteoporosi e calcificazione dei vasi (Kregiel, 2015).

Quando assunto in quantità elevate, infatti, il fosforo (sotto forma di ioni fosfato) può danneggiare i reni e ridurne la funzionalità, col risultato che provoca il suo stesso accumulo nel sangue (iperfosfatemia); e dal momento che l’iperfosfatemia riduce le concentrazioni ematiche di calcio, ne consegue che il PTH (ormone paratiroideo) tende a mobilitarlo dalle ossa, con conseguente riduzione della densità e aumentato rischio di frattura.

Questi effetti sono stati riscontrati nel Framingham Osteoporosis Study, dove il consumo di cola ha ridotto la densità ossea dell’anca in un gruppo di 1.413 volontarie (Tucker et al., 2006).

Provocano squilibri ormonali e patologie associate.

Le bibite gassate, a causa degli zuccheri, stimolano la produzione degli ormoni sessuali maschili e dei loro recettori, aumentando il rischio di acne e tumori alla prostata (Kwon et al., 2012; Melnick et al., 2013).

Ma in che modo?

Le bevande gassate fanno ingrassare?

Ebbene, sembrerebbe di si. Bere troppe bibite gassate fa ingrassare: è quanto emerge da una revisione di 25 studi clinici a cura di Wolff e Dansinger (2008). Benché siano necessari ulteriori studi, per sopperire alle limitazioni dei lavori esaminati, dalla revisione emerge che le bibite gassate favoriscono l’aumento di peso sia negli adulti, sia nei più giovani.

Secondo gli autori suddetti, queste bibite farebbero ingrassare perché:

Per questi motivi le bevande gassate possono anche favorire, inoltre, lo sviluppo di ritenzione idrica e cellulite. Questi effetti sono imputabili al contenuto di sodio (che trattiene l’acqua) e agli zuccheri, che aumentano l’adiposità localizzata e i radicali liberi, aggravando in tal modo l’infiammazione dei cuscinetti adiposi

Quando sono controindicate?

Fermo restando che debbano essere consumate sempre con moderazione, esistono tuttavia dei casi in cui sono assolutamente controindicate. Vediamo quali:

Per gli sportivi, bodybuilding compreso.

Le bibite gassate compromettono l’attività sportiva, sia perché possono contenere dei minerali (come calcio e magnesio) che influiscono sulla contrazione muscolare, sia perché acidificano il sangue e aumentano la produzione di radicali liberi, effetti che portano all'indebolimento dei muscoli.

In gravidanza.

Secondo uno studio condotto tra il 1996 e il 2002, le gestanti consumatrici di bevande gassate dolcificate, hanno il 60% in più di probabilità di avere un bambino macrosoma, ossia di peso più alto alla nascita. Inoltre un’assunzione eccessiva di zuccheri chimici, oltre ad aumentare il rischio di insorgenza di diabete gestazionale, comporta anche un aumento di peso del feto e della madre.

Bambini.

Tutti i medici ed i nutrizionisti sono concordi nell' eliminare le bevande gassate dalla dieta dei bambini. Molte di queste bibite, infatti, contengono calorie vuote e quindi aumentano il rischio di obesità infantile.Inoltre gli zuccheri provocano l’insorgenza di carie.

Ed ancora molte bevande gassate contengono la caffeina, che può causare nei bambini mal di testa, nervosismo e disturbi del sonno.

Le informazioni riportate hanno uno scopo puramente illustrativo. Per qualsiasi dubbio o curiosità, rivolgetevi al medico o altro specialista della salute.

Informazioni Sugli Autori:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

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