Ragadi al seno: sintomi, cause cure e rimedi naturali

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Denise Albani
(Specialista in biologia e genetica)

Cosa sono le ragadi al seno ed a cosa sono dovute? Analizziamo i sintomi con cui si manifestano e i rimedi utili al fine di contrastare questo fastidioso problema. Spesso le ragadi si manifestano nel periodo dell’allattamento al seno che Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta il modo migliore per nutrire e prendersi cura del proprio bambino, vediamo quindi come aiutare le neo-mamme e non solo.

    Indice Articolo:

Cosa sono le ragadi al seno?

Le ragadi al seno sono fessurazioni di profondità variabile, screpolature o erosioni che interessano il capezzolo e la zona cutanea circostante definita areola.

Compaiono durante le prime settimane di allattamento, sono piuttosto frequenti (incidenza del 25%) e riguardano soprattutto le donne al primo parto (primipare).

Pur non trattandosi di una condizione patologica grave, queste microlesioni risultano particolarmente dolorose durante la suzione, a tal punto da scoraggiare la prosecuzione dell’allattamento. Ciò determina il ristagno del latte nella mammella, provocando un ingorgo che può evolvere in infezioni secondarie. Le ragadi, infatti, possono essere la via d'ingresso per svariati patogeni.

Sintomi: come si manifestano.

Il dolore al seno, accentuato durante l’allattamento, è il primo campanello d’allarme per la presenza di ragadi.

Normalmente una poppata può provocare un’irritazione temporanea del capezzolo, dovuta all'attaccamento del neonato al seno, che si attenua dopo pochi minuti con il fluire del latte: tale fastidio, limitato ai primi episodi di allattamento, si risolve definitivamente con il passare dei giorni.

La comparsa di ragadi al seno, invece, è associata a:

Complicanze.

Se le ragadi non vengono curate, e si trascura il problema il dolore al seno può divenire insopportabile e aumenta il rischio di infezioni, con sanguinamento eccessivo e produzione di pus.

Tali infezioni possono essere provocate da Staphylococcus aureus o batteri del genere Streptococcus che, dal capezzolo, migrano in profondità nel tessuto mammario, attraverso i dotti galattofori, causando l’insorgenza di una condizione patologica definita mastite puerperale.

La mastite puerperale è un’infiammazione acuta della mammella caratterizzata da malessere generale, febbre, rossore, calore e tensione del seno: è dovuta all'interruzione dell’allattamento per la presenza di ragadi e a una scarsa igiene.

Per la risoluzione necessita di una terapia antibiotica mirata, stabilita da un’appropriata valutazione medica. Il mancato trattamento può determinarne l’evoluzione in ascesso mammario.

Cause della loro comparsa: con o senza allattamento.

La comparsa delle ragadi al seno è nella maggior parte dei casi, dovuta all'allattamento, ma possono insorgere anche per altre cause.

Le principali cause di comparsa di ragadi al seno con allattamento sono:

La presenza di ragadi può dipendere anche da:

Come prevenire le ragadi al seno?

Prima di ricorrere all'utilizzo di farmaci specifici è bene sapere che le strategie migliori per la la cura delle ragadi al seno sono un’adeguata igiene del seno e una corretta tecnica di allattamento.

Igiene del seno.

L’igiene del seno è l’elemento chiave per evitare la comparsa di ragadi:

Cosa indossare durante l' allattamento?

Durante l’allattamento anche l’abbigliamento ha la sua importanza: è opportuno indossare indumenti di cotone 100% bianco, morbidi e traspiranti. L’utilizzo di magliette o reggiseni troppo stretti, in pizzo o in materiale sintetico, è altamente sconsigliato.

Un tessuto utile nell'alleviare il fastidio da ragadi al seno è la fibroina di seta medicata: è costituita da sostanze proprie della pelle come gli aminoacidi glicina, alanina, serina e tirosina che favoriscono la riparazione cellulare e l’ammonio quaternario, con proprietà antibatteriche.

In Italia gli indumenti in fibroina di seta medicata sono classificati come Dispositivi Medici Classe 1 CE e sono in grado di attenuare in poche ore il rossore e il dolore da ragadi.

La giusta tecnica di allattamento.

Il corretto posizionamento del neonato durante l’allattamento impedisce lo sviluppo di ragadi al seno e stimola la secrezione lattea: qualora le ragadi siano già comparse è opportuno che il bambino venga allattato a partire dalla mammella meno dolorante in quanto all'inizio la suzione è più vorace.

Secondo la tecnica di allattamento ottimale:

Tali manovre dovrebbero essere note a tutte le neo-mamme: a questo proposito ci si può recare in ospedale o in consultori territoriali e chiedere il supporto di professionisti del settore o consulenti alla pari (mamme che hanno seguito dei corsi e che mettono a disposizione le loro conoscenze gratuitamente) oppure ci si può rivolgere a esperti di allattamento qualificati IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant) o ad associazioni come il Mami (Movimento allattamento materno italiano) e la Leche League.

La presenza di ragadi non deve far desistere dal desiderio di nutrire il proprio bambino al seno in quanto la risoluzione del problema è conseguenza di un’adeguata igiene personale e di una corretta modalità di allattamento.

Esercizi per preparare i capezzoli.

Inoltre per prevenire l’insorgenza di ragadi, si può ricorrere a esercizi preparatori da effettuare prima del parto che rendono i capezzoli più elastici e resistenti anche grazie all'utilizzo di creme idratanti:

Lo svolgimento eccessivo di questi esercizi, però, può sortire un effetto negativo in quanto rende il seno più soggetto a traumi e lesioni

Dispositivi utili per prevenire le ragadi.

Al termine della poppata, sotto al reggiseno, possono essere collocate:

Coppette assorbilatte.

Si tratta di sottili coppette assorbenti e traspiranti, in puro cotone o in tessuto antibatterico, lavabili o usa e getta che, aderendo perfettamente al seno, mantengono i capezzoli puliti. Devono essere cambiate non appena si inumidiscono al fine di scongiurare l’insorgenza di candidosi (infezione da Candida albicans).

Conchiglie raccoglilatte.

Le conchiglie raccoglilatte sono emisfere forate e dotate di cuscinetti di supporto in silicone, che raccolgono le perdite di latte durante l’allattamento e proteggono i capezzoli irritati o con ragadi, accelerandone la guarigione.

Tiralatte.

Se le lesioni da ragadi sono molto profonde e dolorose è possibile interrompere temporaneamente l’allattamento diretto e utilizzare il tiralatte. Questo dispositivo è dotato di una o due coppe a imbuto, aderenti al seno e collegate al contenitore in cui confluirà il latte aspirato. Il funzionamento avviene alternando fasi di aspirazione a fasi di rilascio: l’energia necessaria può derivare da una batteria/corrente elettrica (tiralatte elettrico) o dalla forza muscolare della mamma (tiralatte manuale, lento ma più delicato). È importante che questo dispositivo venga utilizzato correttamente altrimenti vi è il rischio di ulteriori danni al seno.

Paracapezzoli in silicone o in argento.

Durante la suzione è possibile dare sollievo temporaneo al seno mediante l’utilizzo di paracapezzoli in silicone, tettarelle forate che aderiscono al capezzolo e permettono la fuoriuscita del latte. Le opinioni sull'utilizzo di questa tipologia di dispositivi sono controverse in quanto c’è chi ritiene che debbano essere utilizzate per un periodo limitato, valutando lo sviluppo del bambino, in quanto riducono la stimolazione del seno e la conseguente secrezione lattea e impediscono al bambino di effettuare una suzione corretta.

Esiste una tipologia di paracapezzoli in argento da inserire nel reggiseno per proteggere i capezzoli e rimarginare le lesioni da ragadi. Questi dispositivi anatomici sfruttano la proprietà antibatterica dell’argento: questo elemento, infatti, è un potente antibiotico naturale noto sin dall'antichità. In passato chi utilizzava utensili in argento contraeva meno malattie dei soggetti che erano soliti utilizzare utensili in terracotta. L’azione antisettica dell’argento è ad ampio spettro e ha un effetto anche a piccole dosi e per lunghi periodi: gli ioni argento, infatti, penetrano nelle membrane batteriche, distruggendole mediante l’interazione con enzimi e proteine, e impediscono la duplicazione del DNA.

Come curare le ragadi al seno durante l'allattamento.

Per accelerare la guarigione da ragadi al seno molti esperti sconsigliano l’utilizzo di pomate ad uso topico, mentre i naturopati consigliano l'utilizzo di oli e rimedi fitoterapici.

Pomate e gel ad uso topico ed antidolorifici.

Esistono mole preparazioni ad uso topico da utilizzare per alleviare le rachidi, ma non tutti condividono la loro efficacia. Molti medici, infatti, sostengono che esse irritano la cute, modificano l’odore del seno e il sapore del latte e hanno un mero effetto palliativo, se non addirittura negativo.

Tra esse le più utilizzate sono:

Puoi approfondire le proprietà della vaselina.

Nei casi più gravi in cui il dolore e il sanguinamento sono persistenti, previa prescrizione medica, si può ricorrere all'utilizzo di antidolorifici (paracetamolo o ibuprofene).

Rimedi naturali.

Per potenziare l’elasticità del tessuto mammario, idratare la cute e combattere o prevenire la comparsa di ragadi si utilizzano oli vegetali, da frizionare sui capezzoli con appositi dischetti assorbenti.

Tra essi abbiamo:

Ulteriori rimedi fitoterapici sono rappresentati da:

Alimentazione ricca di vitamine.

In presenza di ragadi è importante consumare cibi ricchi in:

In generale sarebbe utile seguire una alimentazione eqilibrata adatta al periodo di allattamento (fase particolarmente delicata) per aumentare il livello di salute dell'intero corpo.

In quanto tempo guariscono le ragadi al seno?

Se le ragadi sono ben curate, la guarigione può avvenire nell'arco di poche settimane.

I tempi di guarigione dipendono dall'attenzione e dalla cura che si prestano alla risoluzione del problema.

Se infatti, le ragadi vengono trascurate, il dolore al seno può divenire insopportabile e aumenta il rischio di infezioni. In tal caso i tempi si allungano.

La presenza del processo infiammatorio non deve, comunque comportare la cessazione dell’allattamento per evitare ingorghi ed ulteriori complicazioni.

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Dottoressa Denise Albani
(Specialista in biologia e genetica)

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