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Esistono dei metodi per prevenire i tumori ? E quali sono gli esami che possiamo effettuare, e con che frequenza? Approfondiamo come prevenire l’insorgenza delle neoplasie che possono colpire qualsiasi organo del corpo, acquisendo un nome specifico in base alla sua localizzazione.
Attualmente la prevenzione è la migliore strategia contro il cancro.
Secondo l'OMS, infatti, il 35/40% dei tumori può essere prevenuto adottando uno stile di vita salubre in quanto il cancro è una patologia con cause multifattoriali: fattori ambientali, comportamentali e genetici.
La riduzione dei fattori di rischio modificabili, alimentazione e abitudini di vita, può quindi ridurre di molto il rischio di insorgenza di alcuni tipi specifici di tumore.
Inoltre la rilevazione precoce di formazioni cancerose o precancerose può ridurre lo sviluppo della malattia, per cui è importante sottoporsi ad esami di screening periodici.
Innanzitutto va detto che la prevenzione va attuata in vari modi e deve essere costante e periodica prima e durante la malattia e anche dopo un eventuale l'intervento. Esistono, infatti, 3 tipi di prevenzione:
Seguire le linee guida di questi tre livelli di prevenzione non potrà dare certezze, ma di sicuro riduce di molto il rischio di insorgenza della malattia e, comunque, fa in modo che lo sviluppo del cancro si protragga nel tempo.
Per prevenzione primaria si intendono tutti quegli accorgimenti che possiamo attuare per limitare i fattori di rischio tumorali. Vuol dire quindi adottare uno stile di vita sano. Ma cosa vuol dire nello specifico?
Il World Cancer Research Fund, dopo aver revisionato tutti gli studi sul rapporto tra alimentazione e tumori, ha redatto un decalogo di norme che viene regolarmente aggiornato. Secondo questo decalogo bisogna:
mantenere sotto controllo l'apporto di grassi saturi/insaturi. Un eccessivo consumo di acidi grassi saturi aumenta del 14% la probabilità di sviluppare un tumore al seno.
Puoi approfondire quali sono gli alimenti che contengono grassi saturi.
Le sostanze cancerogene presenti nelle sigarette, si sa, favoriscono lo sviluppo del cancro al polmone. Inalando il fumo di una sigaretta si introducono nel nostro corpo una serie di sostanze dannose che agiscono da fattori tumorigenici: in primis benzene e benzopirene, ma anche una lunga serie di altre sostanze quali catrame, nicotina, monossido di carbonio che agiscono negativamente sui nostri organi.
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In ultimo, ma non d’importanza, bisogna citare l’attività fisica, anche leggera, che predispone l’organismo ad affrontare e combattere ogni tipo di malattia. Si sa che un corpo allenato e tonico è più capace di combattere gli attacchi da agenti esterni.
A questi accorgimenti quotidiani ed individuali, si aggiungono poi dei vaccini contro determinati agenti patogeni che aumentano il rischio di cancro: ne è un esempio il vaccino contro il Papilloma Virus (agente eziologico del tumore alla cervice uterina) o contro l'epatite B che può provocare oltre alla malattia in sé anche un tumore allo stomaco.
Se avere uno stile di vita corretto come accennato prima è la prevenzione primaria che possiamo fare quotidianamente e che vale per ogni tipo di tumore, eseguire dei controlli periodici di screening è sicuramente un’altra buona abitudine da adottare.
Questa prevenzione detta secondaria, ci permette di individuare un tumore in uno stadio abbastanza iniziale tale da poterlo combattere.
Nel 1968 l'Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito gli screening preventivi che permettono una diagnosi precoce:
Dai 25 anni fino ai 70 anni circa è buona abitudine eseguire un pap-test ogni 2/3 anni. Consiste in un esame citologico, cioè si va ad osservare la struttura cellulare, delle cellule del collo uterino in maniera take da evidenziare con anticipo eventuali alterazioni morfologiche. Il pap test può aiutare a prevenire i tumori della cervice dell'utero rilevando formazioni precancerose nelle cellule.
Per individuare precocemente il tumore al seno è consigliata una mammografia ogni 2 anni per le donne tra i 25 e i 65 anni. E’ questa una radiografia che si effettua premendo il seno tra due lastre e serve, appunto per evidenziare la presenza di eventuali noduli.
Per gli uomini soprattutto, dopo i 50 anni si consiglia una colonscopia all'anno per la prevenzione del tumore del colon-retto; e prima dei 50 anni e anche per le donne una ricerca del sangue occulto nelle feci. La colonscopia è un esame endoscopico, si effettua introducendo dall'ano un colonscopio, una sonda flessibile con alla fine una telecamera che viaggia tra retto, sigma, colon discendente, colon trasverso, colon ascendente e cieco ci permette di vedere eventuali neoformazioni maligne.
Accanto a queste indagini una di primaria importanza è la TAC (tomografia assiale computerizzata) che permette di analizzare gli organi in maniera dettagliata in sezioni dai 2 ai 3 cm e quindi individuare neoformazioni anche molto piccole.
La TAC low-dose è un esame veloce con bassa esposizione alle radiazioni e senza mezzo di contrasto, è consigliata soprattutto ai fumatori, con cadenza annuale, per identificare noduli polmonari di piccole dimensioni nella fase iniziale del tumore.
Il test HPV serve a verificare la presenza di Papilloma virus. Le infezioni di questo virus, infatti, possono essere responsabili dell'insorgenza di tumore al collo dell'utero.
Il test viene effettuato insieme al Pap Test e anche le modalità di esecuzione sono analoghe.
Attualmente il test HPV viene utilizzato come test di screening nelle donne con età superiore ai 30 anni e va effettuato ogni cinque anni.
Il test del PSA, un tempo consigliato una volta all'anno dai 50 anni in poi per il controllo della prostata, oggi non è più considerato un test di screening ma un test individuale che va eseguito solo in casi specifici.
Diversi scienziati hanno recentemente pubblicato una revisione dei principali studi sulla questione il PLCO, e l'europeo ERSPC.
Secondo tali scienziati, sottoporsi o meno al test non cambia l'aspettativa di vita degli uomini mentre aumenta il rischio di essere sottoposti a esami e cure invasivi e inutili.
Per ridurre i rischi si consiglia di effettuare una volta ogni due anni.
Ancora, anche se non hanno un vero e proprio potere diagnostico né di screening, esistono dei marcatori tumorali specifici.
Attraverso un esame del sangue è possibile individuare delle molecole che possono indicare la presenza di un tumore.
I marcatori, quindi, possono essere utili per intercettare la malattia nelle fasi iniziali nei soggetti a rischio, ma anche per monitorare l'esito delle cure durante la malattia. In realtà hanno più’ valenza di conferma dopo una diagnosi già supportata da altri esami.
I marcatori tumorali:
Questo tipo di prevenzione è più legato ad un aspetto successivo all'avvento della malattia e serve più a seguire l’esito di eventuali interventi. Consiste in quei controlli delle terapie volte a prevenire le recidive e le eventuali metastasi.
Bisogna specificare che i tumori si classificano in: tumori maligni e tumori benigni.
La principale e sostanziale differenza sta nella capacità metastatizzante dei tumori maligni rispetto ai benigni. I primi cioè, che vanno sotto i nome di “cancro” hanno la capacità di determinare una modificazione delle cellule tali da renderle capaci di attaccare anche gli organi vicini ed espandersi così “a macchia d’olio” nel nostro corpo senza essere riconosciute come estranee dal sistema immunitario che quindi non le attaccherà. Mentre i tumori benigni rimangono circoscritti solo all'organo interessato, ed è per questa caratteristica che non portano alla morte dell’individuo.
Questa prevenzione comprende le terapie adiuvanti che prolungano gli intervalli di tempo senza malattia e aumentano la sopravvivenza dei pazienti:
La chemioterapia è un trattamento terapeutico a base di sostanze chimiche che hanno azione citotossica.
Queste sostanze, infatti, impediscono la moltiplicazione cellulare e, così facendo, eliminano le cellule cancerose. La chemioterapia serve a ridurre il volume della massa tumorale ed è, ad oggi, una cura insostituibile per la maggior parte dei tumori.
Purtroppo i farmaci utilizzati hanno conseguenze anche su alcune cellule sane per cui gli effetti collaterali sono molto pesanti, anche se i farmaci chemioterapici col tempo sono diventati più efficaci e meno tossici.
La radioterapia e una terapia che utilizza radiazioni ionizzanti, i raggi X, per colpire e distruggere le cellule tumorali e allo stesso tempo risparmiare quelle sane.
Viene utilizzata spesso in concomitanza con altre terapie allo scopo di eliminare il tumore o ridurne le dimensioni prima dell'intervento chirurgico.
La radioterapia non è un trattamento pericoloso né invasivo e gli effetti collaterali sono dovuti alla possibilità che le radiazioni colpiscano i tessuti sani.
La terapia ormonale consiste nella somministrazione di farmaci capaci di bloccare la produzione di alcuni ormoni, come gli estrogeni o gli androgeni, che possono favorire la crescita di tumori come quelli al seno, all'ovaio o alla prostata.
E' in genere ben tollerata e solo raramente provoca effetti collaterali.
Sono dei protocolli di riabilitazione oncologica mirati agli effettivi bisogni del paziente, che consentono di raggiungere il miglioramento della qualità di vita sia sotto l’aspetto fisico, che sociale ed emozionale.
Le terapie oncologiche (chirurgia, radioterapia, chemioterapia, farmaci ), comportano problematiche legate all'immagine corporea, alla nutrizione, alla possibilità di contrastare il deterioramento cognitivo che vanno supportate con l'aiuto di terapie assistenziali ad opera di personale specializzato.
Inoltre le terapie riabilitative servono ad accompagnare il paziente nella fase post della malattia affinché abbia un aiuto nell'inserimento nelle famiglie e nella società, là dove serve.
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