Un criterio molto comune classifica il prurito in base all’origine:
Il prurito pruricettivo rappresenta la tipologia più comune, ed è dovuto a malattie cutanee (dermatosi). Esso ha origine quando stimoli, endogeni o esogeni, attivano le fibre nervose di tipo C (localizzate nel derma), le quali trasmettono l’impulso al midollo spinale e all’encefalo, che elabora queste informazioni e le codifica come prurito.
Il prurito può originare da strutture nervose, in particolare:
Il prurito neurogenico, origina nell’encefalo ed è dovuto, per esempio, a tumori cerebrali.
Il prurito neuropatico, è dovuto ad alterazioni a carico di uno o più nervi (come nel caso della nevralgia post herpetica).
Il prurito psicosomatico, dovuto a patologie psichiatriche quali psicosi, ipocondria, ansia.
Ciò premesso, vediamo in maggior dettaglio le possibile cause.
Cause del prurito diffuso.
Quando si parla di prurito, é istintivo pensare che possa esser dovuto a cause cutanee, come le dermatiti, le infestazioni da parassiti, etc. Sebbene ciò corrisponda spesso al vero, talvolta il problema é dovuto a patologie non cutanee, che richiedono esami clinici più approfonditi per poter essere individuate. Vediamo di cosa si tratta.
I problemi cutanei caratteristici della sintomatologia.
In una buona percentuale dei casi, il prurito diffuso é dovuto a problemi della pelle (non necessariamente patologici). Analizziamo i più comuni:
Xerosi cutanea: è la causa più frequente di prurito ed è dovuta ad un’insufficiente idratazione cutanea (inferiore al 20%). La pelle xerotica è secca, tira e prude. Nei casi più gravi, va incontro a desquamazione e fissurazione. Si manifesta soprattutto negli anziani (con l’avanzare dell’età la pelle si disidrata più facilmente) o con l’utilizzo di detergenti troppo aggressivi, che asportano completamente il film idrolipidico (una “pellicola” che idrata e protegge la pelle dagli agenti esterni).
Orticaria: è quella più comune (colpisce circa il 20% della popolazione) ed è caratterizzata dalla comparsa di pomfi: lesioni bianco-rossastre, in rilievo, pruriginose e temporanee (tendono a scomparire entro 24 ore). Il prurito è dovuto alla stimolazione delle fibre C da parte dell’istamina, una molecola infiammatoria prodotta e liberata dai mastociti, cellule disposte lungo i capillari dermici.
Dermatiti: si tratta di un gruppo di patologie caratterizzate dalla presenza di eczema, accompagnato da prurito più o meno intenso. La cute si presenta arrossata (eritematosa) e ricoperta di vescicole (bollicine ripiene di liquido) che possono lacerarsi e ricoprirsi di croste. Anche in questo caso, il prurito è dovuto all’attivazione delle fibre C da parte di mediatori dell’infiammazione.
Dermatite: le forme più frequenti.
Di seguito riportiamo le forme più frequenti e di manifestazione.
Dermatite da contatto: come dice il nome stesso è causata dal contatto della pelle sana con sostanze irritanti (solventi, acidi, varechina molto concentrata) oppure con sostanze allergizzanti (tinture per capelli, profumi, gel per la ricostruzione delle unghie, metalli come il nichel, coloranti dei vestiti).
Dermatite seborroica: interessa le zone con un’alta densità di ghiandole sebacee, in particolar modo il cuoio capelluto. Sembra che sia causata dalla fermentazione del sebo da parte di batteri e lieviti, con conseguente produzione di acidi grassi ad azione irritante. Il prurito è associato ad arrossamento e forfora grassa (squame giallastre di grandi dimensioni).
Dermatite atopica: l’insorgenza è dovuta a fattori genetici ed ambientali (alimentazione, fumo, uso di cosmetici non adatti al proprio tipo di pelle) ed è caratterizzata da periodi di remissione e riacutizzazione dei sintomi. Il coinvolgimento di fattori genetici sembra giustificare l’incidenza nei bambini (che non sono esposti agli stessi fattori di rischio ambientali degli adulti), soprattutto nei primi cinque mesi di vita. In circa la metà dei casi, tuttavia, la sintomatologia tende a regredire spontaneamente durante la pubertà.
Dermatosi neoplastiche: alcuni tumori cutanei, come i linfomi a cellule T, possono provocare prurito.
Dermatosi della gravidanza: sono tra le principali cause di prurito. Sicuramente, una delle più diffuse è l’eruzione polimorfa della gravidanza. Si tratta della comparsa di papule rossicce in corrispondenza delle striae distensae addominali (le “smagliature”), molto comuni in gravidanza a causa della distensione cutanea. Il prurito può anticipare, anche di due settimane, la comparsa delle striae. Un’altra forma meno comune è l’Herpes gestationis, che compare nel 2° e 3° trimestre. Il prurito è associato a pomfi che compaiono attorno all’ombelico e vanno via via diffondendosi in tutto l’addome. Sebbene tali condizioni tendano a scomparire dopo il parto, il fastidio può interessare anche i capezzoli e le areole durante l’allattamento (in quanto vi è un aumento della sensibilità di queste aree agli stimoli).
Disidrosi: sebbene la causa sia ancora poco chiara, sembra manifestarsi soprattutto nei mesi estivi, con l’aumento della sudorazione. Si manifesta con la comparsa di vescicole pruriginose nelle mani e nei piedi.
Dermatosi infettive: il prurito è contagioso e può associarsi ad infezioni (fungine, batteriche, etc.) e infestazioni da parassiti (pidocchi, acari). Nel box approfondiamo le principali dermatosi infettive.
Psoriasi: è una dermatosi su base genetica ed immunitaria. La pelle presenta chiazze rossastre e desquamanti, molto pruriginose, solitamente localizzate nelle ginocchia, nei gomiti e nel cuoio capelluto. Si pensa che le lesioni siano dovute ad un’iperattivazione dei linfociti T (cellule immunitarie), che producono mediatori stimolanti l’infiammazione e la proliferazione eccessiva delle cellule epidermiche.
Reazione avversa da farmaci: è scatenata dalla somministrazione sistemica dei farmaci (orale, endovenosa, etc.). Si dividono in reazioni tossiche (dovute al sovradosaggio o all’interazione farmacologica) e reattive (si tratta, solitamente, di allergie).
Di seguito, riportiamo un elenco dei farmaci che possono provocare prurito sine materia (senza eruzioni cutanee).
Farmaci che possono provocare fastidio e irritazione cutanea.
Antipertensivi:
ACE-inibitori
Sartani
β-bloccanti
Calcio-antagonisti
Antibiotici:
β-lattamici
Macrolidi
Chinoloni
Sulfamidici
Tetracicline
Anticoagulanti:
Ticlopidina
Antiaritmici:
Amiodarone
Antiepilettici:
Carbamazepina
Fenitoina
Antitumorali:
Tamoxifen
Paclitaxel
Antinfiammatori:
Steroidei (cortisone)
Non steroidei (Diclofenac, derivati oxicamici)
Farmaci per la disfunzione erettile:
Sildenafil
Ipoglicemizzanti orali:
Biguanidi
Sulfaniluree
Farmaci psicotropi:
Antidepressivi
Neurolettici
Ipocolesterolemizzanti:
Statine
Micosi:
Dermatofitosi: si tratta di infezioni sostenute da funghi dermatofiti, noti per causare la così detta Tinea. La Tinea può manifestarsi sottoforma di chiazze rossastre circolari, dal contorno netto, pruriginose, desquamanti, che si possono localizzare nel capo (T. capitis), nell’interno coscia e nell’inguine (T. cruris), nelle aree glabre (zone lisce e prive di peli, come le piante dei piedi, i palmi delle mani, etc.) (T. corporis), nelle mani (T. manus) e nei piedi (T. pedis).
Pityriasis versicolor: è un’infezione sostenuta dal lievito “Malassezia furfur” che può causare lesioni di diverso tipo.
Parassitosi:
Pediculosi: sono infezioni causate da parassiti obbligati, i pidocchi. In particolare, il “Pediculus humanus corporis” si annida nei vestiti ed è responsabile del prurito diffuso nelle aree ricoperte dagli stessi.
Scabbia: è causata da un acaro, “Sarcoptes scabiei” e si trasmette attraverso il contatto con persone, letti e divani infestati. Il prurito compare soprattutto la notte, quando l’acaro scava delle gallerie nella cute (ove deposita uova e deiezioni), ed è associato alla comparsa di vescicole perlacee in corrispondenza del punto d’ingresso.
Prurito in condizioni fisiologiche.
Abbiamo già parlato del prurito che affligge le donne in gravidanza e durante l’allattamento, tuttavia, queste non sono le uniche fasi della vita di una donna in cui si può manifestare.
Esso si può anche manifestare:
nelle donne in età fertile, il prurito può manifestarsi nel periodo che precede l’ovulazione: l’aumento delle secrezioni vaginali, infatti, può irritare le mucose e provocare prurito.
In menopausa, il prurito è causato da un aumento della secchezza cutanea, dovuto al calo degli estrogeni circolanti. Il prurito si accompagna anche ad altri sintomi tipici, quali sintomi vasomotori (le “vampate”), tachicardia, irritabilità ed ansia.
Patologie che causano un prurito diffuso.
Patologie epatiche: una delle cause più frequenti di prurito diffuso è la colestasi, ovvero la riduzione del flusso biliare conseguente a cause intraepatiche (epatite, cirrosi, carcinoma) o extraepatiche, come la litiasi delle vie biliari (calcoli). La bile, non potendo essere escreta nell’intestino, viene immessa nel torrente ematico in questo modo, i sali biliari (sostanze fondamentali per la digestione dei grassi alimentari) raggiungono la cute e vi si accumulano. A causa delle loro caratteristiche strutturali, questi ultimi, interagiscono con la componente lipidica della cute, irritandola. Il prurito colestatico, insorge soprattutto nelle ore serali e notturne, dopo l’ingestione dei pasti.
Patologie renali: l’insufficienza renale, ovvero la ridotta capacità del rene di filtrare il sangue, è responsabile del così detto prurito uremico. Ricordiamo che l’uremia è la concentrazione ematica dell’urea, una scoria derivante dal metabolismo proteico. L’insufficienza renale porta ad un accumulo di urea che, a sua volta, determina l’aumento dei livelli di paratormone (un ormone secreto dalle ghiandole paratiroidi).Il paratormone stimola l’eliminazione renale del fosforo, tuttavia, poiché la capacità filtrante dei reni è ridotta, il fosforo si accumula nel sangue e si distribuisce nella cute, dove esplica un’azione irritante. In entrambi i casi, il risultato è il prurito.
Pologie tiroidee: la tireotossicosi, un’intossicazione da ormoni tiroidei, è associata a prurito e orticaria, sebbene i meccanismi non siano ancora noti.
Anemia sideropenica: è l’anemia da carenza di ferro. Tra i sintomi vi può essere il prurito, sebbene il meccanismo non sia ancora chiaro.
Patologie vascolari quali fragilità capillare, ed insufficienza venosa che provoca infiammazione ed edema (gambe gonfie) accompagnato da prurito e, talvolta, dolore.
Infezioni sistemiche:
Infezioni da HIV, dove il prurito diffuso può essere il primo sintomo clinico evidente e può associarsi a dermatosi (dermatite seborroica o atopica) e infezioni orali da candida (il “mughetto” appare come una patina biancastra che può rivestire la lingua e l’intero cavo orale).
Infezioni da HAV, HBV e HCV, il danno epatico provocato dai virus dell’epatite è responsabile di colestasi, a cui consegue prurito diffuso.
Infezioni da VZV, si tratta del virus responsabile della varicella, una malattia caratterizzata dalla comparsa di esantemi molto pruriginosi e diffusi in tutto il corpo. Prurito, formicolio e bruciore intenso si manifestano già prima che compaiano le lesioni, localizzate lungo il decorso del nervo interessato.
Neoplasie: il prurito diffuso può essere sintomo di tumori quali leucemia (che colpisce i precursori delle cellule ematiche) e linfoma (che colpisce i linfociti T, cellule immunitarie). In questi casi, il prurito diffuso si accompagna a febbre, brividi, ipersudorazione, dolore, perdita di peso e mal di testa.
Diabete mellito: è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, come conseguenza della ridotta (o nulla) produzione di insulina, o sensibilità dei tessuti alla stessa. Il prurito può essere dovuto a neuropatie, patologie a carico di uno o più nervi. Nel diabete, sono frequenti le neuropatie periferiche, che colpiscono soprattutto gli arti inferiori. Tra i sintomi troviamo prurito, formicolio, torpore, dolore e percezione alterata della temperatura.
Le cause neurologiche.
Tra le cause neurologiche, abbiamo la sclerosi multipla, una patologia causata da un processo infiammatorio a carico della mielina (una guaina che riveste le fibre nervose, isolandole e permettendo la trasmissione degli impulsi). La degradazione della mielina, interessa prima i nervi e poi il sistema nervoso centrale.
Per questo motivo, provoca sia prurito neuropatico, che neurogenico (il prurito si accompagna anche a formicolio e dolore).
Diagnosi: come capire di che prurito si tratta?
Abbiamo visto che il prurito diffuso, è un sintomo comune a svariate patologie, alcune di esse molto gravi. Quindi, a meno che non si tratti di forme transitorie e poco fastidiose, occorre rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista in modo da risalire alla causa e trovare la terapia adatta a risolverlo.
Lo specialista:
esamina la cute, mediante un’esame obiettivo della pelle, col quale si ricercano eventuali lesioni, ricordiamo che queste non sempre sono presenti oppure, se lo sono, possono essere causate dallo sfregamento (e quindi non sono d’utilità);
raccoglie informazioni sul paziente, si fa l’anamnesi: quando si presenta il prurito, con che intensità, storia familiare o personale di malattie cutanee o sistemiche ecc;
nel caso il medico sospetti una causa non dermatologica, prescrive alcuni esami:
dosaggio degli acidi biliari, bilirubina ed enzimi (ALP, GGT, ALT, AST) per evidenziare un danno epatico.
L’uremia per evidenziare un’insufficienza renale.
L’esame dei linfonodi e dell’emocromo, per la ricerca di linfoma.
La glicemia (a digiuno e dopo carico orale di glucosio) e l’emoglobina glicata per il diabete.
Il dosaggio del TSH e degli ormoni T3 e T4 se si sospettano patologie tiroidee.
Sideremia, transferrina e ferritina in caso di sospetto deficit di ferro.
Test per le allergie alimentari, qualora si sospetti di un determinato alimento.
Trattamento per allievare il fastidio.
Vediamo in che modo é possibile contrastare questo problema. I rimedi sono numerosi e comprendono l’adozione di uno stile di vita sano, la terapia farmacologica e l’uso di rimedi naturali.
Quali sono le sane abitudini.
Al di là della causa scatenante, il paziente potrà adottare delle abitudini che potranno evitare di accentuare l’intensità del prurito.
Tra queste:
Evitare lavaggi frequenti (massimo 2 docce al giorno).
Utilizzare acqua tiepida e detergenti delicati (come quelli oleosi).
Evitare di sfregare la pelle con l’asciugamano, bensì tamponarla delicatamente.
Utilizzare dei prodotti emollienti e ipoallergenici dopo il bagno.
Evitare ambienti troppo freddi o troppo caldi.
Evitare cibi come dolciumi, frutta a guscio, fragole, etc.
Il trattamento farmacologico.
Una volta individuata la causa, il medico potrà prescrivere la terapia più adatta al paziente. Vediamone alcune.
Antinfiammatori steroidei, si tratta dei così detti “cortisonici”, ampiamente usati nel trattamento di patologie cutanee quali dermatite e psoriasi. Vengono utilizzati soprattutto sottoforma di preparazioni topiche (creme, unguenti, soluzioni per il cuoio capelluto), anche se, in casi molto gravi, può essere richiesta la somministrazione sistemica (ad esempio, in caso di dermatite da contatto causata dall’edera velenosa).
Antistaminici, che leniscono il prurito qualora sia causato dall’attivazione dei recettori H1 dell’istamina, per esempio in caso di orticaria, allergie e dermatiti da contatto. Quelli di prima generazione possono essere utili qualora il prurito si manifesti nelle ore notturne, in quanto inducono sedazione e aiutano il paziente a dormire.
Altri medicinali che si possono utilizzare.
Il gabapentin, un farmaco antiepilettico, si è dimostrato efficace nel lenire il prurito neuropatico e quello uremico.
La colestiramina, un farmaco che sequestra gli acidi biliari favorendone l’eliminazione, è utile in caso di prurito colestatico.
La capsaicina, una molecola estratta da “Capsicum annuum” (il peperoncino) rientra nella formulazione di creme (0,025% - 0,075%) approvate dalla “Food and Drug Administration” per il trattamento della nevralgia post herpetica e della neuropatia diabetica.
Preparazioni naturali.
Diversi studi scientifici mostrano gli effetti positivi che alcuni prodotti di origine naturale possono avere sul prurito.
Vediamone alcuni.
Avena sativa: come mostrato da diversi studi (Mohsen Meydani, 2009; Schmaus et al., 2007, Guow et al., 2008; Vollhardt, Fielder and Redmond, 2000) i semi d’avena, contengono sostanze azotate note come aventramidi, che possono essere d’aiuto in caso di patologie infiammatorie come dermatite, orticaria e psoriasi.
Bagno d’avena “fai da te”.
Sebbene gli estratti d’avena rientrino nella composizione di diversi prodotti cosmetici (detergenti ed emollienti), è possibile preparare in casa un bagno d’avena in poche e semplici mosse.
Tritate una tazza di fiocchi d’avena integrale.
Riponeteli all’interno di un sacchetto di cotone.
Immergeteli in una vasca piena di acqua tiepida.
Matricaria recutita: la camomilla è, da sempre, una delle erbe più studiate per le sue proprietà lenitive. I suoi fiori contengono mucillagini, flavonoidi e un olio essenziale (ricco di camazulene e α-bisabololo) che hanno mostrato effetti antinfiammatori (Ammon et al.,1996; Fuller et al. 1998), esplicati attraverso l’inibizione di enzimi, quali ciclossigenasi e 5-lipossigenasi. Inoltre, alcuni studi clinici (Aertgeerts et al., 1985; Charousai, Dabirian and Mojab, 2011) hanno mostrato che gli estratti di camomilla hanno un effetto lenitivo, paragonabile a quello dell’idrocortisone, sull’eczema atopico.
I fiori di camomilla, reperibili in erboristeria, possono essere utilizzati per preparare degli infusi o dei decotti lenitivi e decongestionanti.
Infuso: addizionate circa 5 g di fiori ad una tazza d’acqua bollente, lasciate in infusione per 5’, filtrate e lasciate raffreddare.
Decotto: portate all’ebollizione, per circa 2’, 10 g di fiori essiccati in 200 ml d’acqua, filtrate e lasciate raffreddare.
Potete fare degli impacchi utilizzando delle garze sterili imbevute nell’infuso/decotto.
Calendula officinalis: gli estratti dei fiori di calendula (ricchi in olio essenziale, flavonoidi e carotenoidi), hanno mostrato proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti (Ansari et al. 1997; Akimisa et al. 1996), nonché antimicrobiche (Kalvatchev et al. 1997). Ciò li rende utili per lenire il prurito in caso di dermatiti, punture d’insetto e dermatosi sostenute da microrganismi. Inoltre, da uno studio clinico di Barnov et al. del 1999 è emerso che l’idrogel a base di calendula riduce il prurito e l’arrossamento dovuti alle ustioni solari. Nel caso si ricorra alla calendula, sarebbe meglio evitare l’esposizione solare immediata, in quanto l’olio essenziale può provocare fotosensibilizzazione (una reazione cutanea esagerata a dosi innocue di radiazioni solari), caratterizzata da eritema, edema e vesciche.
Impacco alla calendula.
Immergete 3 g di fiori essiccati in una tazza d’acqua bollente, lasciate in infusione per 5’, filtrate e lasciate raffreddare. Fate degli impacchi utilizzando delle garze sterili.
Aloe vera: come riportato in una review di “Amir Filey”, il gel estratto dalle foglie dell’aloe, può apportare dei benefici alle pelli xerotiche, psoriasiche, seborroiche e ustionate. Gli effetti benefici sembrano essere dovuti a vari componenti del fitocomplesso (A.M. Bianchi, Fitoterapia). In particolare il gel:
Ha proprietà emollienti e idratanti, contiene infatti, polisaccaridi in grado di trattenere l’acqua (glucomannano e acemannano) e di cederla alle cellule epidermiche.
È dotato di proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti quali acidi grassi essenziali e probiotici e prebiotici.
Probiotici e prebiotici.
L’assunzione di probiotici (come lactobacilli, bifidobatteri, lievito di birra) e prebiotici (fibre che stimolano la crescita della flora intestinale) potrebbero apportare dei benefici alle pelli atopiche e allergiche (Iemoli et al., 2012; Foolad et al., 2012). Ciò sembra attribuibile ad una stimolazione delle difese immunitarie e al ripristino della barriera intestinale (che riduce l’assorbimento di allergeni alimentari).
Ricordiamo che quanto riportato finora è solo a titolo informativo e che l’assunzione di tali prodotti dovrebbe sempre avvenire con il consenso del medico o del farmacista.
Omeopatia e prurito.
I rimedi omeopatici per il prurito, variano a seconda che si tratti di prurito sine materia o prurito associato a lesioni cutanee. In generale, gli omeopati consigliano l’assunzione di 3 granuli alla 9CH per 3 volte/die; la durata del trattamento varia da 1 mese (prurito sine materia) a 2-3 mesi (prurito associato a eczema, orticaria o psoriasi).
Vediamo quelli più utilizzati.
Arsenicum album, viene utilizzato per il prurito sine materia associato a cute fredda, per la psoriasi a squame piccole, per l’eczema “secco” e per l’orticaria da stress.
Sulfur, è utile in caso di prurito seborroico e per l’eczema “umido”.
Mezereum, prurito associato all’eczema post-vaccino e prurito sine materia molto intenso.
Natrium muriaticum, prurito associato ad eczema del viso, alla psoriasi del torace e all’orticaria provocata dal consumo di carni.
Petroleum, prurito associato a disidrosi (soprattutto mani e piedi) e a psoriasi che si aggrava in inverno.
Apis, prurito associato a puntura di spilli e ad orticaria con forte bruciore.
Urtica urens, prurito associato a punture di spilli e ad orticaria, dovuto al consumo di frutti di mare e all’esercizio fisico.
Arsenicum iodatum, prurito associato a psoriasi a grandi squame.
Phosphorus, associato a psoriasi localizzata nelle sopracciglia.
Staphysagria, prurito intenso sine materia, con localizzazione variabile.
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