Pesticidi: cosa sono. Utilizzi, rischi e classificazione.

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Marilena Grassi
(Specialista in biologia e nutrizione)

I pesticidi sono composti utilizzati per distruggere tutti gli organismi potenzialmente nocivi. L’Unione Europea li ha suddivisi in prodotti fitosanitari (veri e propri pesticidi) e biocidi (macrogruppo che non comprende solo pesticidi). Vediamo quali sono i rischi, sia per la salute che per l’ambiente.

    Indice Articolo:
  1. Cosa sono?
    1. Come agiscono?
  2. Tipologie
    1. Insetticidi di sintesi
    2. Insetticidi naturali
    3. Fungicidi
    4. Diserbanti
    5. Repellenti
    6. Fitoregolatori
  3. Rischi per la salute
    1. Cancro
    2. Ormoni
    3. Cervello
    4. Effetto teratogeno
    5. Sterilità
  4. Effetti sull'ambiente
  5. Normativa
    1. Quantità
  6. Agricoltura biologica

Cosa sono i pesticidi?

I pesticidi sono delle sostanze, naturali oppure sintetiche, utilizzate allo scopo di uccidere tutti gli organismi potenzialmente nocivi. Solitamente con questo termine ci si riferisce agli antiparassitari o agli erbicidi utilizzati in agricoltura ma, in realtà, si tratta di sostanze utilizzate anche per eliminare i microrganismi che possono danneggiare gli alimenti nelle loro fasi di produzione e conservazione oppure vettori di numerose malattie.

Come agiscono? Pesticidi naturali e sintetici.

L’azione dei pesticidi, sia di quelli naturali, sia di quelli sintetici, è in generale correlata al principio attivo in essi contenuto. Il principio attivo è una sostanza di origine naturale o sintetica che esplica l’azione tossica.

Ad esso vengono poi aggiunte delle sostanze adiuvanti che servono a migliorare la stabilità del pesticida nel tempo e ad ampliare il suo raggio di azione per renderlo più efficace.

In realtà non esistono dei reali pesticidi naturali in quanto, queste sostanze naturali non sono efficienti come le sostanze di sintesi in quanto essendo prive di stabilizzanti hanno una emivita breve e ee ne possono ottenere in piccole quantità.

Quindi anche l’OMS ha riconosciuto la necessità di utilizzare i pesticidi di sintesi per supportare la produzione di derrate alimentari più consistenti, seppure ogni Stato debba legiferare stabilendone i limiti consentiti.

Classificazione dei pesticidi

L’Unione Europea nel regolamento quadro 1107 del 2009 ha regolamentato i pesticidi per definirne usi e limiti e li ha suddivisi in due grandi categorie:

Con il termine pesticidi si è soliti indicare i prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura allo scopo di garantire il benessere delle piante coltivate ed evitare che siano oggetto di attacchi da parte di parassiti infestanti. In questo senso è corretto utilizzare i termini ‘pesticida’ e ‘prodotto fitosanitario’ come sinonimi.

Più in generale, però, i pesticidi comprendono anche altre classi di prodotti, i biocidi, che servono ad eliminare organismi nocivi quali batteri, muffe, insetti e topi e in tal caso assumono una denominazione specifica a seconda della funzione svolta.

La classificazione dei pesticidi è, infatti, molto varia in quanto deve tener conto di molteplici fattori ovvero di:

Una classificazione più immediata che aiuta a comprendere meglio ciò di cui stiamo parlando è però la seguente:

Prodotti fitosanitari o antiparassitari (pesticidi veri e propri):

Biocidi:

Dunque è al gruppo dei prodotti fitosanitari che appartengono i pesticidi e ad essi faremo riferimento.

Insetticidi, acaricidi e molluschicidi di sintesi.

Un insetticida è una sostanza, di natura organica o inorganica, tossica per la vita degli insetti.

Il problema degli insetticidi è che, quelli più potenti, sono molto tossici anche per altri esseri viventi come per esempio i molluschi, gli acari o animali infestanti come i roditori.

Ecco perché gli stessi principi attivi usati nei più comuni insetticidi li ritroviamo anche in acaricidi e molluschicidi.

In commercio si trovano insetticidi sotto diverse forme, ovvero polveri, pellet, spray o esche per gli animali masticatori, e sono utilizzati in maniera diversa a seconda dell’utilizzo specifico che si intende farne. I più comuni sono a base di zinco, fosforo, zolfo, cloro e boro.

Possiamo dire che gli insetticidi sul mercato sono tutti di sintesi.

Insetticidi naturali.

Esistono in natura delle sostanze estratte dai vegetali con azione tossica sugli insetti; ne sono un esempio le piretrine. Si tratta di sostanze estratte dalle piante del genere Chrysanthemum che esplicano sugli insetti un’azione neurotossica con immediata paralisi. Trattandosi di composti che le piante utilizzano per la propria difesa è possibile ricavarle con dei processi estrattivi che però non hanno una resa molto elevata. Perciò si estrae dalle piante la piretrina che è il principio attivo, nella quantità che se ne riesce a ricavare, e la si coniuga con oli o altre sostanze adiuvanti per ottenere i piretroidi, che sono alla base degli insetticidi commerciali.

E’ stato visto però che gli insetti possiedono degli enzimi cellulari ossidativi in grado di inibire l’attività di questi composti per cui l’industria sta studiando delle forme coniugate sempre più efficienti mediante l’utilizzo di alogeni (bromo e cloro) per aumentare l’emivita di questi composti e renderli più resistenti all'ossidazione, pur mantenendo bassa la tossicità per l’uomo e gli animali.

Fungicidi.

Per questo gruppo di pesticidi si parla più scientificamente di ‘anticrittogamici’; rappresentano delle sostanze destinate all'eliminazione di specie appartenente al gruppo dei funghi e, in particolare, delle muffe responsabili di molte contaminazioni alimentari.

I più diffusi e usati sono i derivati di zolfo e i sali di rame.

Diserbanti.

Si tratta di sostanze usate per il controllo delle piante infestanti nei confronti delle quali esplicano un’azione tossica. Possono agire direttamente sull'organo della pianta laddove sono applicati oppure su più organi contemporaneamente grazie al sistema linfatico della pianta che distribuisce la sostanza ad ogni sua parte.

Il grosso problema dell’utilizzo dei diserbanti è che tendono a residuare nell'ambiente più di qualunque altra categoria di pesticida.

Vista la pericolosità degli erbicidi e il loro impatto negativo sulla salute umana, la ricerca sta tentando di ottenere delle sostanze che siano meno dannose e, in quest’ottica, sono in corso studi sull'aceto di vino, che secondo delle rilevazioni recenti sarebbe un ottimo erbicida naturale. Il suo effetto va però potenziato per poterne permettere l’applicazione su colture più estese.

Repellenti e rodenticidi.

Un repellente è una sostanza, chimica o naturale, che ha delle caratteristiche tali da respingere organismi indesiderati. Solitamente si tratta di irritanti o di sostanze particolarmente maleodoranti che gli animali evitano accuratamente.

Alcuni repellenti possono essere usati contro i topi e altri animali infestanti; molto diffusi sono i prodotti che hanno alla loro base principi attivi che imitano l’odore dell’urina dei predatori. I topi dovrebbero perciò percepire il pericolo e starne alla larga!

Non sempre i repellenti sono però efficaci e allora più spesso si usano i rodenticidi.

Si tratta di prodotti contenenti di solito sostanze anticoagulanti che inducono nei ratti emorragie interne, oppure di prodotti a base di fosfuro di zinco che agiscono a livello neuronale ed esplicano un’azione tossica anche su reni, cuore e fegato.

Solitamente, tanto i repellenti quanto i rodenticidi, sono tossici per gli organismi infestanti ma non per l’uomo. Bisogna chiaramente evitare di ingerirli o di metterli a contatto con le mucose ma, tranne che nel caso di un utilizzo non consono, non sono riportati fenomeni di tossicità.

Fitoregolatori.

I fitoregolatori sono delle sostanze che, mimando l’azione degli ormoni vegetali, aiutano la pianta a procedere nel suo sviluppo e ad essere qualitativamente più apprezzabile.

Vengono utilizzati per diversi scopi:

Non essendo sostanze ad azione tossica si potrebbe pensare che i fitoregolatori siano del tutto innocui tanto da non essere classifica tra i pesticidi. Eppure le Autorità, pur non imponendo dei limiti particolari per l’utilizzo di fitoregolatori naturali e derivati (auxine, gibberelline, citochinine, acido abscissico, etilene, brassinosteroidi), invitano comunque gli agricoltori a non abusarne in quanto non sono ancora noti gli effetti che possono avere sull’organismo umano nel lungo periodo.Sarebbe sempre meglio, perciò, consumare frutta e verdura di stagione e nutrirsi di prodotti che siano il più possibile naturali!

Quali sono i rischi associati ai pesticidi?

Dalla trattazione appena fatta comprendiamo bene che i pesticidi sono fondamentali per la redditività della produzione agricola a livello mondiale, vista anche la crescita continua della popolazione.

Si è però anche dimostrato scientificamente che, se assunti oltre un certo limite, diventano pericolosi per la salute dell’uomo.

L’EFSA (Autorità Europea della sicurezza alimentare) ha lanciato negli anni ’90 assieme alla FAO l’allarme sull'utilizzo massivo dei pesticidi in tutto il mondo, utilizzo che sta aumentano in maniera indiscriminata e che comporta dei pericoli per l’ambiente e per la salute dell’uomo.

Numerosi pesticidi sono stati etichettati come responsabili dell’insorgenza di numerose patologie a carico dell’uomo. Vediamo alcuni effetti dei pesticidi sulla salute umana:

Aumento dell’incidenza del cancro.

L’Oms, in collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha dichiarato che alcuni pesticidi (malathion, diazinon, glifosato, tetrachlorvinphos e parathion) sono come probabili agenti cancerogeni per l’uomo.

Soprattutto il glifosato, che è il pesticida più utilizzato in agricoltura, è nell'occhio del ciclone. Esso si trova in moltissimi prodotti commerciali presenti in ambiente domestico per cui chiunque può entrare in contatto sia direttamente che attraverso l’acqua, e gli alimenti.

Secondo gli studiosi il glifosato arreca danni a livello genetico nelle cellule e quindi aumenta il rischio di insorgenza del cancro, tuttavia le prove di cancerogenicità sono limitate e nell'Unione Europea l'uso del glifosato è stato ancora confermato e dovrebbe essere vietato a partire dal dicembre 2022.

Provocano patologie a carico del sistema endocrino.

I pesticidi sono sostanze in grado alterare la funzione del sistema endocrino, in quanto si legano ai recettori di vari ormoni, per esempio ai recettori degli ormoni steroidei o degli ormoni tiroidei, e ne impediscono l’azione.

I danni sull'organismo non vengono percepiti immediatamente, perché in dosi minime non hanno effetti di tossicità acuta, ma gli effetti si manifestano col tempo.

Tuttavia occorrono ulteriori ricerche per valutare gli effettivi rischi sull’ attività ormonale.

I principali gruppi di pesticidi con questa azione sono: insetticidi clorurati , fungicidi , triazolici , imidazoli , triazine.

Hanno effetti neurotossici sul cervello.

Le principali patologie neurodegenerative correlate a pesticidi sono: Morbo di Parkinson, Alzheimer e Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).

Già negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, numerosi studi hanno evidenziato che le tossine di alcuni pesticidi come il DDT sono dannose per il cervello.

Uno studio condotto nel 2014 (Baltazar et al. 2014) ritiene che l’insorgere di queste malattie neurodegenerative possa essere dovuto a una combinazione di fattori ambientali e di predisposizione genetica. Gli studi futuri sono tutti volti a comprendere i meccanismi che che regolano l’ interazione tra genetica e ambiente.

Hanno effetto teratogeno.

Molti pesticidi possono determinare anomalie nel feto a livello di apparato osseo, cardiovascolare e neuronale;

Le donne in gravidanza esposte ai pesticidi possono trasmettere queste sostanze direttamente al feto, attraverso la placenta, e ai lattanti attraverso il latte materno e provocare patologie in quanto gli enzimi capaci di mitigare la tossicità dei pesticidi sono meno presenti nel feto e nei bambini (Holland et al. 2006).

Bretveld et al. , inoltre, in uno studio effettuato in Olanda nel 2008, sulle donne che lavorano nelle serre, dove vengono utilizzati molti pesticidi per la coltivazione dei fiori, hanno mostrato che il rischio di aborto è quattro volte maggiore.

Inducono sterilità a lungo termine.

La maggior parte dei pesticidi, in particolare gli organofosforici, che influiscono sulla produzione ed attività ormonale, possono alterare la qualità del seme in vari modi e causare disordini riproduttivi e infertilità.

Inoltre, secondo lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine, le donne che mangiano cibi contenenti pesticidi hanno minore probabilità di rimanere incinte e di portare a termine la gravidanza.

Effetti dei pesticidi sull'ambiente.

I pesticidi in generale sono stati anche classificati dall’EFSA come fortemente ecotossici.

Analizziamo gli effetti negativi sull'ambiente.

Limiti dei fitosanitari: cosa dice la legge?

Dalle ultime rilevazioni statistiche effettuate l’OMS ha riscontrato che in Europa oltre il 60 % dei campi coltivati presenta una concentrazione di pesticidi al di sopra dei limiti tollerabili.

Il regolamento Ce 396/2005 ha introdotto i nuovi limiti di legge che per ciascun prodotto vanno rispettati.

In generale i limiti fissati dalla legge sono i seguenti:

Quantità consentite.

Il Ministero della Salute elabora annualmente le tabelle in cui è possibile visionare i valori limite.

Di seguito alcuni esempi.

Questi valori sono prescritti per ogni prodotto fitosanitario, anche se in molti nutrono dei dubbi sulla loro efficacia e ritengono che le legislazione in merito ai pesticidi e al loro utilizzo sia alquanto lacunosa.

Una risposta all’uso di pesticidi: l’agricoltura biologica.

La problematica relativa ai pesticidi è quanto mai attuale, in quanto il commercio dipende dal loro utilizzo. Con l’aumento progressivo della popolazione mondiale è, infatti, necessario implementare quei mezzi di produzione che permettano il sostentamento di miliardi di abitanti.

Gli studi in corso sulla salubrità degli alimenti e sulla tossicità di determinate classi di pesticidi non permettono ancora di stabilire se questi prodotti siano effettivamente tutti cancerogeni o meno e se realmente implichino un rischio per la salute umana. Certo è che alcuni pesticidi tra i più famosi quali il DDT, gli altri derivati del cloro e l’Atrazina, sono stati classificati tra gli Inquinanti Organici Persistenti (POP). I POP implicano una serie di problematiche in quanto:

Oggi, quindi, i sta cercando allora sempre più di sensibilizzare gli agricoltori a limitare l’uso di queste sostanze per evitare di esporre i consumatori a un rischio elevato.

Con il termine ‘agricoltura biologica’ si intende un metodo di coltivazione, regolamentato dal punto di vista legislativo in maniera molto rigorosa, che ha un significato non solo legato alle buone pratiche agricole ma anche a un discorso di ecosostenibilità.

Puoi approfondire le caratteristiche dell'agricoltura biologica.

Infatti, il suo obiettivo è quello di adottare delle pratiche che evitino lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali (aria, acqua, suolo) per avere una produzione duratura nel tempo.

Quando si parla di agricoltura biologica ci si riferisce sostanzialmente a delle pratiche agricole che non prevedano l’utilizzo di pesticidi e diserbanti in generale. Per essere più precisi è necessario sottolineare che non si utilizzano delle sostanze chimiche di sintesi per facilitare le crescita delle colture ma sostanze chimiche naturali e pratiche agricole idonee.

Gli agricoltori biologici si impegnano nei loro terreni ad utilizzare fertilizzanti naturali, a sottoporre il terreno a rotazione colturale per mantenerne costante la fertilità con metodi tradizionali, a coltivare vegetali secondo stagionalità e ad utilizzare insetti utili quali api, nematodi o acari come predatori dei parassiti più infestanti. E’ permesso l’utilizzo di prodotti fitosanitari qualora sia estremamente necessario ed entro i limiti imposti dalla Legge.

Informazioni Sugli Autori:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Marilena Grassi
(Specialista in biologia e nutrizione)

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