Quali sono i principi dell'agricoltura biologica? Davvero queste tecniche di coltivazione sono migliori di quelle classiche? Cosa dice la legge su questi prodotti? Approfondiamo l'argomento, analizzando anche vantaggi e svantaggi dei cibi bio.
L’agricoltura biologica è una metodica di produzione che si propone come fine quello di rispettare il suolo e garantire la biodiversità, e per fare questo si avvale di sostanze naturali, escludendo le molecole sintetizzate dall’uomo.
È un settore in espansione, che sta trovando consensi sempre maggiori nei consumatori. Si trova in netta contrapposizione con l’agricoltura convenzionale, il cui obiettivo è ottenere dalle superfici coltivate il massimo della resa colturale, e per farlo sottopone il suolo e le specie vegetali a un gran numero di stimoli introdotti appositamente: fertilizzanti, erbicidi e pesticidi di sintesi.
L’approccio biologico invece cerca di conservare il biosistema o di restituirlo il più possibile alle condizioni originarie. Il principio è che un ecosistema vive normalmente in un equilibrio dinamico al quale contribuiscono sia le specie viventi che il terreno, l’acqua e l’aria: un ecosistema in salute è capace di resilienza, cioè di contrastare i fattori che disturbano l’equilibrio (come i parassiti) ripristinandolo.
Numerose sono le strategie attraverso cui un’azienda, che opera nel biologico, riesce a preservare l’equilibrio:
Chi ha le mani in pasta in questo settore sa che il primo fattore da considerare è il suolo. Attraverso l’analisi di campioni si accerta che il terreno, dove si intende coltivare sia adeguatamente dotato di minerali e materia organica, e quali specie di microrganismi lo popolano.
Nell’ agricoltura biologica sono previste delle rotazioni colturali il cui scopo è di evitare l’esaurimento di queste risorse. Le rotazioni devono essere ampie, nel senso che una certa specie agraria viene ricoltivata a distanza di anni, e devono essere stabilite in base ai seguenti fattori:
La rotazione delle colture ha un altro effetto benefico, poiché ogni anno si avvicendano specie diverse, diventa più difficile per le piante infestanti ambientarsi e danneggiare le colture.
Una volta programmato il calendario delle semine, in base alla specie agraria che si vuole impiantare e alle caratteristiche del terreno si procederà con la lavorazione più opportuna.
Lavorare il terreno è importante perché:
Come garantire sempre e comunque la fertilità del terreno? Alcuni terreni sono di loro ben dotati di risorse, altri no, oppure a causa di un precedente sfruttamento intensivo sono notevolmente impoveriti. Esistono due modi per migliorare le caratteristiche del suolo:
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Passiamo ora alle piante. I migliori risultati si ottengono scegliendo le giuste varietà vegetali, le quali:
L’irrigazione delle colture. L’acqua è una risorsa essenziale che va ottimizzata per scongiurare gli sprechi.Ancora una volta, è in base al tipo di suolo e di specie agrarie che si decide il sistema di irrigazione; comunque sia, se possibile è meglio che le irrigazioni siano circoscritte, perché l’eccesso d’acqua fa marcire le colture.Particolare cura va posta nella pulizia delle tubature o dei canali nei quali scorre l’acqua, per evitare che venga contaminata e a sua volta contamini l’ecosistema. |
Le colture vanno protette da tutto ciò che minaccia il loro sviluppo ottimale, e principali nemici da cui difendersi sono sicuramente:
Le erbe infestanti danneggiano le specie destinate al commercio perché competono per i nutrienti, l’acqua, la luce e anche per lo spazio.
Non solo: se ospitano funghi patogeni questi produrranno micotossine che contribuiranno al danno, ed esse stesse possono produrre sostanze nocive (effetto allelopatico).
L’agricoltura biologica vieta tassativamente l’uso di diserbanti, allora si ricorre a metodi preventivi.
Uno di questi è il metodo delle false semine. Si prepara il terreno come se si dovesse seminare con 40-50 giorni d’anticipo: non si semina, ma la lavorazione del terreno fa germinare i semi delle piante infestanti. Queste vengono poi rimosse meccanicamente già ai primi stadi di sviluppo.
Altro accorgimento: se si decide di impiegare un fertilizzante è bene effettuare concimazioni localizzate per sfavorire l’utilizzo di nutrienti da parte delle malerbe.
Eccezioni alla regola Alcune malerbe possono essere tollerate (finché non si sviluppano troppo) perché ospitano degli insetti utili a proteggere le specie agrarie. Vengono per questo chiamate companion plants. Un esempio di associazione vantaggiosa è quella tra colture orticole e la carota selvatica, ospite di imenotteri (una tipologia di insetti) che controllano la moltiplicazione di coleotteri Popillia japonica. |
Gli insetti e i parassiti provocano malattie nelle piante interferendo con i normali processi fisiologici e sottraendo loro la linfa e così via. Si possono prevenire i danni alle colture da reddito nei seguenti modi:
Piantare nuovi alberi e siepi fa bene all’ecosistema per due motivi:
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Gli antagonisti comprendono insetti, acari e vermi nematodi.
Le infezioni si possono propagare anche attraverso le zone di potatura. Per difendere le porte d’ingresso si può usare la cera d’api. |
Come ci si comporta quando i mezzi preventivi da soli non bastano e la produzione è a rischio?
Ci si avvale di vari rimedi fitosanitari, i quali hanno in comune l’assenza di rischi ambientali e una tossicità bassa o nulla per gli esseri umani.
Rimedi ad attività insetticida
Rimedi ad attività acaricida:
Rimedi ad attività nematocida:
Rimedi ad attività molluschicida
Rimedi ad attività fungicida:
Rimedi ad attività battericida:
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Non sono commercializzati come rimedi fitosanitari, ma possono risultare utili in tal senso i corroboranti, sostanze che incrementano la resistenza delle specie agrarie nei confronti degli stimoli dannosi.
Esistono diverse sostanze corroboranti, tra queste ricordiamo:
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L’attuale regolamento sul biologico è il N. 271/2010 dell’UE, contenente una modifica del regolamento 889/2008, che a sua volta descriveva le modalità di applicazione del N. 834/2007.
Qui presentiamo alcune delle indicazioni che deve seguire chi lavora nel settore biologico.
OGM sta per organismi geneticamente modificati. Si parla di OGM quando:
Puoi approfondire i pro ed i contro degli OGM.
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Non possono esibire il logo, invece:
Il paradosso del vino. Nell’Unione Europea la produzione delle uve deve seguire il regolamento che disciplina la coltivazione biologica, ma le lavorazioni successive non sono ancora state discusse nel regolamento. Questo nonostante la prima normativa sul biologico risalga al 1991.Dunque un vino prodotto con uva biologica non può fregiarsi del marchio europeo. |
Sicuramente, un punto a favore degli alimenti biologici è che vengono coltivati nel rispetto per l’ambiente. Il progetto di organizzazioni come l’IFOAM (Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica) è di trovare un sistema per rendere il metodo di coltivazione biologica un fenomeno globale: un progetto assai ambizioso, ma che potrebbe salvare intere aree geografiche dalla morte delle specie viventi caratterizzanti e dalla desertificazione.
La produzione di cibi eco-sostenibili può avere un risvolto sociale. Accade spesso, infatti, che un’azienda agricola biologica si proponga di aiutare il recupero o l’inserimento sociale di categorie più deboli, come i portatori di handicap, gli anziani, i tossicodipendenti, i detenuti, gli immigrati/rifugiati.
A questo punto è probabile che vi stiate chiedendo perché nominare per ultimo il beneficio per la salute. È questo il motivo principe che spinge i consumatori a scegliere i cibi bio,
però qui la situazione diventa più complessa.
Ci sono, in effetti, diversi studi che indicano gli alimenti biologici come più sani rispetto ai prodotti dell’agricoltura convenzionale: rispetto a questi ultimi i cibi bio sono risultati poveri di sostanze tossiche e più ricchi di vitamina C, ferro, magnesio, fosforo e polifenoli (nel caso dei polifenoli vanno esclusi il vino, il grano e l’avena).
Tuttavia è stato osservato anche che la qualità dei prodotti bio dipende da diversi fattori, quali:
Quando in letteratura ci sono molti studi su una particolare tematica, che può avere un risvolto sulla salute delle persone, si fa un’accurata revisione degli studi per capire in quale direzione vadano le evidenze scientifiche. È quello che hanno fatto Smith-Spangler e collaboratori nel loro lavoro pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine nel 2012.Gli autori hanno anzitutto raccolto una grande quantità di studi servendosi di diverse banche dati, come quella del gruppo Cochrane, nei quali venivano comparati i cibi bio e convenzionali. Di tutti i lavori esaminati hanno incontrato i criteri di inclusione:
Smith-Spangler et al. hanno poi condotto una metanalisi sui dati raccolti. La metanalisi è un importante strumento statistico che consente la combinazione dei dati di molte ricerche su uno stesso tema e di arrivare a un dato conclusivo che risponda al quesito che ci si è posti. Nel nostro caso il quesito è: assumere cibi biologici fa davvero la differenza per la nostra salute? |
Inoltre gli autori non hanno trovato prove forti a sostegno della tesi che gli alimenti bio siano qualitativamente migliori rispetto alle controparti convenzionali.
Dalla revisione è anche emerso che:
Come si può vedere, dunque, il rischio che siano presenti pesticidi non è azzerato. Succede perché i composti usati nell’agricoltura convenzionale viaggiano trasportati dalle correnti per chilometri e possono raggiungere le coltivazioni biologiche all’aperto.Lo stesso vale, purtroppo, per gli inquinanti ambientali. |
Gli autori hanno anche precisato i limiti del proprio lavoro: il materiale a disposizione era piuttosto eterogeneo a causa di fattori come il suolo e il clima, le differenze di metodo tra un’azienda e l’altra, e la metodica di studio adottata dai vari gruppi di ricerca.
Comunque sia, i risultati ottenuti da Smith-Spangler et al. dovrebbero farci riflettere: non nel senso che bisognerebbe cestinare il metodo di coltivazione biologico, ma andrebbe privilegiato con lo scopo di migliorare la salute del proprio ecosistema.
Gli alimenti bio sono più costosi dei convenzionali, senza contare che i cibi biologici comprati nei grandi negozi possono non soddisfare le aspettative dei consumatori (per esempio la frutta venduta acerba); quindi sarebbe meglio rivolgersi ai produttori locali, per ovviare a quest’ultimo problema.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che mangiare cibi bio non implica poter esagerare con le quantità: per esempio, una marmellata biologica contiene comunque molto zucchero.
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