I dolori mestruali sono spasmi più o meno forti che si manifestano soprattutto nelle giovani donne. Colpiscono la zona del basso ventre e sono accompagnati da sintomi come emicrania, nausea, vomito, irritabilità ...ma quali sono i rimedi naturali e farmacologici per contrastarli? Scopriamolo insieme...
I dolori mestruali sono dolori o crampi più o meno forti che interessano la zona del basso ventre. Colpiscono molte donne e solitamente, ma non sempre, tendono a ridursi con l’età o dopo il parto.
L’insieme dei sintomi dolorosi provocati dal ciclo mestruale, viene identificato dai ginecologi con il termine “dismenorrea. In base all’epoca di comparsa del dolore è possibile distinguerne due diverse tipologie:
La dismenorrea primaria o idiopatica, compare dopo il menarca (ovvero la primissima mestruazione attorno ai 12 o 13 anni) e prosegue in modo più intenso per la durata dell’adolescenza. Il dolore inizia qualche giorno prima del ciclo e può protrarsi fino a tre giorni dall’inizio dalle mestruazioni. Si attenua generalmente dopo i 18 anni e può arrivare anche a scomparire dopo la prima gravidanza della donna.
La dismenorrea secondaria, è sempre la conseguenza di un’altra patologia ginecologica ed ha caratteristiche differenti dalla primaria poiché compare improvvisamente. Può interessare donne di ogni età e di solito non è associata ad altri sintomi tipici del ciclo imminente.
I principali sintomi fisici che accompagnano la dismenorrea sono:
Dolore crampiforme o a spasmi nella zona pelvica (subito al di sopra ed in corrispondenza dell’osso pubico).
Dolore sordo e continuo a livello della schiena, in zona sacrale (alla radice dei glutei) o lombare (al di sotto delle costole, in prossimità dei reni).
Dolore sordo irradiato alla parte interna delle cosce.
Nausea e vomito.
Diarrea o più raramente stipsi.
Cefalea diffusa oppure emicrania (mal di testa su un solo lato del capo).
Vertigini.
Mastalgia (forte indurimento della ghiandola mammaria, che diventa molto dolente al tatto).
Sono poi frequenti una serie di altri sintomi psichici come:
Irritabilità anche estrema.
Nervosismo ed ansia.
Difficoltà a dormire.
Difficoltà di concentrazione.
Stanchezza o apatia.
Studi recenti hanno evidenziato che i dolori mestruali sono correlati ad alcune caratteristiche psicologiche della donna; esse possono influire negativamente sui sintomi della dismenorrea intensificandoli. |
Vi siete mai domandate quale sia la causa fisiologica dei dolori mestruali ? La risposta è molto semplice: le contrazioni uterine. L’endometrio, cioè la mucosa interna dell’utero, cresce e diviene soffice, nel corso del ciclo ovarico mensile, grazie all’aumento di estrogeni e progesterone, gli ormoni femminili della fertilità.
Se non c’è fecondazione, tuttavia, il tessuto endometriale soffice e ricco di vasi sanguigni, cresciuto per accogliere l’embrione, non serve più e dunque va incontro a un processo detto “atrofia”. L’endometrio superficiale, privo di nutrimento ed “inutile”, si sfalda e l’utero si contrae per espellere questo materiale cellulare misto a sangue, attraverso le mestruazioni.
Questa attività contrattile uterina può provocare dolore di intensità più o meno forte.
Dolori mestruali e allattamento al seno. Esiste un momento molto particolare in cui si hanno contrazioni uterine, anche dolorose, in presenza, ma anche in assenza di ciclo: l’allattamento. Se nei giorni e nelle settimane dopo il parto la mamma allatta al seno il suo piccolo, la suzione provoca il rilascio di ossitocina, una sostanza che agisce in modo molto potente aumentando contrattilità uterina e rendendola dolorosa. E’ un riflesso assolutamente fisiologico ed importante, volto ad eliminare dall’utero eventuale materiale placentare residuo dopo il parto. Se non accade, infatti, il rischio è di infezioni uterine o perdite ematiche anche emorragiche. |
Se, invece, il dolore mestruale intenso compare all’improvviso, si accompagna a perdite anomale marroni, a flusso mestruale molto abbondante oppure in assenza delle mestruazioni, è possibile che sia dovuto a cause patologiche.
Vediamo le principali.
Endometriosi, una patologia piuttosto comune caratterizzata dalla presenza di cellule endometriali (cioè dello strato interno dell’utero) in sedi anomale, come le ovaie, le tube di Falloppio o l’intestino.
Malattia pelvica infiammatoria o PID (acronimo inglese di pelvic inflammatory desease), provocata spesso da infezioni sessualmente trasmesse, come la Clamidia, trascurate e non trattate. Il dolore intenso simil mestruale è uno dei sintomi più tipici della clamidia e spesso anche l’unico.
Gravidanza ectopica o extrauterina, cioè annidamento dell’embrione in zone anomale dentro o fuori dall’utero materno.
Fibromatosi uterina, ovvero presenza di noduli benigni di tessuto muscolare dentro all’utero oppure nello spessore della mucosa uterina o ancora nella parte esterna dell’utero.
Patologie tumorali pelviche, quelle che possono interessare l’apparato riproduttivo la vescica o il tratto finale dell’intestino.
Vediamo ora cosa fare in caso di dismenorrea. Esiste un differente percorso terapeutico nei casi in cui il dolore mestruale intenso sia secondario ad un’altra patologia ginecologica oppure si tratti di un disturbo a sé.
Citiamo prima questo tipo di dismenorrea perché è secondaria ad una delle patologie che abbiamo elencato poco fa.
In questi casi lo specialista ginecologo, una volta diagnosticata la causa, potrà valutare il trattamento più adatto a risolverla, attenuando o eliminando anche la dismenorrea che ne consegue. Se ciò non è possibile, almeno saprà indicare in che modo trattare il dolore.
Facciamo alcuni brevi esempi.
Se la dismenorrea è secondaria ad un’infezione micotica o batterica sarà sufficiente curare l’infezione stessa con antimicotici o antibiotici, per risolvere o attenuare il dolore pelvico.
Nei casi di endometriosi, patologia per cui al momento non esistono cure definitive, si potrà scegliere tra trattamenti farmacologici o chirurgici per ridurre o asportare l’endometrio.
Nel caso di gravidanze ectopiche o patologie tumorali, il percorso chirurgico è quasi sempre obbligato.
Concentriamoci ora sulla dismenorrea idiopatica o essenziale o primaria.
Pur non essendo una vera patologia, la dismenorrea primaria merita attenzione e soprattutto necessita di trattamenti efficaci per contrastarla e garantire così una buona qualità della vita della donna, anche in quei 5 o 6 fastidiosissimi giorni!
Esistono molte opzioni a disposizione di tutte le donne alle prese con i dolori mestruali, ma anche la cefalea, la nausea o la diarrea, prima e durante il ciclo.
Partiamo dai piccoli accorgimenti quotidiani capaci di dare sollievo senza alcuna controindicazione legata all’età, né alla condizione fisica generale di una donna.
In pratica sono quelle sane abitudini che non costano nulla, ma danno grande beneficio se siete alle prese con mestruazioni dolorose.
Ridurre il consumo di zuccheri raffinati e latticini: contengono molte calorie e grassi che possono amplificare la sintomatologia della dismenorrea con diarrea e cefalea, oltre ai crampi pelvici.
Incrementare il consumo di frutta e verdura fresca, frutta secca, riso e cereali integrali: contengono magnesio che è in grado di rilassare il tessuto muscolare uterino e nervoso.
Bere acqua: parliamo di almeno 1,5 litri di acqua naturale al giorno, per cicli mestruali normali come durata ed intensità e almeno 2 litri per mestruazioni abbondanti. Con la giusta idratazione anche dolore pelvico e stanchezza si percepiscono meno! I tessuti disidratati invece sono più soggetti a crampi e spasmi e questo vale anche per la muscolatura addominale.
Fare movimento: intendiamo non solo la classica passeggiata, ma qualunque tipo di attività fisica leggera, praticata almeno 30 minuti al giorno, anche in “quei giorni”. Così facendo, a livello cerebrale, si liberano le endorfine, mediatori chimici del buonumore nonché eccellenti antidolorifici naturali ed antidepressivi.
Praticare tecniche di rilassamento: yoga, per chi lo pratica volentieri, oppure il training autogeno, possono aiutare molto perché, attraverso una corretta respirazione, si ossigenano meglio i tessuti muscolari e si favorisce il loro rilassamento, attenuando il dolore.
Se questi accorgimenti non sono sufficienti, allora si possono provare una serie di rimedi tra i quali, quasi sicuramente, sarà possibile trovare quello che fa al caso nostro!
Sono quelli che si usavano un tempo, per contrastare i dolori mestruali, quando ancora gli analgesici moderni non esistevano.
E se funzionavano allora, non c’è motivo per cui non debbano funzionare anche oggi.
Vale la pena provarli!
Calore. Le nostre mamme e le nostre nonne, erano solite utilizzare la borsa dell’acqua calda appoggiata sull’addome, durante gli spasmi da mestruazioni. Una base scientifica che spieghi perché questo rimedio siano efficaci, in realtà c’è. Il calore sulla parete esterna dell’addome, può favorire l’afflusso di sangue in zona pelvica e dunque facilitare il processo di rilassamento dei muscoli uterini, dando sollievo agli spasmi. Una variante tecnologica e moto rapida alla borsa dell’acqua calda è un panno di cotone, bagnato sotto l’acqua del rubinetto, strizzato e messo in microonde per 1 minuto. Dopo averlo “sfornato” si può applicare sull’addome per 10 minuti, facendo attenzione che non sia troppo caldo!
Attenzione: Il calore applicato sull’addome dolente, nei primi giorni del ciclo, non deve essere eccessivo e comunque non è adatto a chi soffre di mestruazioni molto abbondanti! Nei casi di menorragie (flussi mestruali copiosi), meglio passare ad altri rimedi che vedremo tra poco! |
Camomilla. Secondo le nostre nonne anche bere liquidi caldi come ad esempio una camomilla lasciata in infusione per 5 o 6 minuti, può comportare un riflesso di rilassamento analogo al calore, anche a carico della muscolatura dell’apparato digerente, spesso interessata dagli effetti collaterali della dismenorrea come diarrea o nausea.
Approfondisci le proprietà della camomilla.
Esistono in natura numerosi rimedi ai dolori mestruali, molti dei quali hanno scientificamente dimostrato le loro proprietà analgesiche.
Vediamoli in dettaglio.
Zenzero: le proprietà antidolorifiche legate a questa radice dal profumo pungente, sono state scientificamente sperimentate. Il gingerolo principio attivo principale dello zenzero, è risultato particolarmente efficace nel trattare la sintomatologia dolorosa legata al ciclo.
Adatto: a tutte le donne adulte in età fertile ed al di fuori della gravidanza. Non adatto: in gravidanza e allattamento; non va assunto se non dietro parere del ginecologo di fiducia. |
Agnocasto o Vitex agnus castus. E’ la pianta della vite e contiene moltissimi principi attivi: olio essenziale, terpeni, flavonoidi e soprattutto un “glicoside iridoide” detto agnuside che agisce probabilmente inibendo la sintesi di prostaglandine. Queste sostanze sono i principali mediatori chimici del dolore e dunque inibendoli, l’agnocasto svolge un’attività antidolorifica, scientificamente sperimentata. E’, inoltre, un “riequilibratore ormonale”, dunque favorisce il corretto equilibrio tra estrogeni e progesterone, gli ormoni che regolano il ciclo femminile. Si trova formulato in pastiglie, in farmacia e para farmacia e si assume in genere una volta al giorno, oppure al bisogno.
Adatto: a tutte le donne in età fertile, anche durante la pubertà, per combattere la dismenorrea e regolarizzare progressivamente il ciclo. Gli effetti collaterali sono minimi se paragonati ai farmaci antinfiammatori. Non adatto: alle donne che utilizzano estro-progestinici (pillola) a scopo contraccettivo o curativo per acne o altri disturbi. Infatti pur non contenendo ormoni, è dotato di un’attività simile a quella del progesterone e dunque potrebbe interferire con terapie ormonali concomitanti. Non va utilizzato in gravidanza, né durante l’allattamento. |
Salvia officinalis: i flavonoidi ma anche i triterpeni e l’olio essenziale di questa popolare erba aromatica, vengono impiegati, di solito sotto forma di tisana, per lenire gli spasmi uterini nella dismenorrea ma anche quelli intestinali. Ecco perché l’infuso di salvia può essere adatto anche per trattare la diarrea associata al ciclo mestruale.
Adatta: decisamente a tutte le donne, anche perché molto semplice da reperire e con costi davvero contenuti. Circa 15 grammi foglie di salvia si possono unire a15 grammi di fiori di camomilla (costo totale circa 2 o 3 euro in erboristeria oppure gratis se avete la piantina sul balcone!) e lasciarli a macerare per 15 minuti in 200 ml di acqua bollente. La tisana che ne deriva si beve nell’arco della giornata ed anche il sapore è piuttosto gradevole! |
Achillea millefolium: fiori e foglie di questa pianta, un’asteracea, come l’agnocasto e la camomilla, contengono steroli, sesquiterpeni, tannini ed olii essenziali con una buona attività antinfiammatoria ed antidolorifica.
Adatta: a tutte le donne di solito come infuso anche associata alla camomilla. La preparazione è molto simile all’infuso di salvia ma è importante berla nell’arco di poco tempo perché le proprietà fitoterapiche decadono più velocemente rispetto alla salvia. |
Calendula: questa pianta, chiamata Calendula officinalis, oltre a terpeni, flavonoidi e steroli, contiene l’acido salicilico, un principio attivo simile all’acido acetil salicilico, ovvero quello della popolarissima aspirina. Tra le proprietà dei fiori di calendula dunque troviamo l’attività antispastica, quella antidolorifica ed anche antinfiammatoria.
Adatta: alle donne in età fertile, sotto forma di infuso, preparato come quelli di achillea o salvia. Non adatta: In forma di tintura madre, a causa della formulazione idro-alcolica, nelle ragazze molto giovani, durante la pubertà ed in gravidanza. |
Nella disciplina omeopatica, per trattare determinati sintomi, si utilizza il principio di similitudine: simile cura simile.
Semplificando questo concetto, per curare il sintomo doloroso da contrazioni muscolari eccessive e ripetute, si utilizzano derivati vegetali o minerali che, ad alte dosi, provocherebbero proprio contrazioni muscolari forti e dolorose.
La diluizione omeopatica di tali principi attivi, non solo li rende innocui ma sembrerebbe conferire loro proprietà curative!
Vediamo alcuni esempi.
Actaea racemosa: detta anche cimifuga, è una pianta velenosa, il cui veleno contiene alcaloidi, sostanze basiche che ad alte dosi causerebbero moltissimi effetti tossici: nausea vomito, cefalea e spasmi muscolari molto dolorosi. In omeopatia dunque, la diluizione di questo veleno, viene utilizzata per trattare, senza effetti collaterali, i sintomi della dismenorrea.
Veratrum album: anche questa pianta, presente in Europa ed in America, si utilizza in omeopatia come trattamento delle contrazioni uterine dolorose e di altri sintomi (diarrea o vomito), tipici della dismenorrea, grazie al suo elevato contenuto di alcaloidi. Al pari dell’actaea racemosa infatti, la diluizione omeopatica, disattiva gli effetti tossici ed accentua quelli curativi.
Magnesia phosphorica: i principi attivi di questo rimedio sono acido solforico e magnesio. L’acido solforico in particolare ad alte dosi eserciterebbe la sua attività a livello del tessuto nervoso e muscolare, provocando spasmi dolorosi e nevralgie. Il mix con il magnesio e la diluizione in preparazione omeopatica, renderebbero questa sostanza in grado di trattare gli spasmi uterini dolorosi durante le mestruazioni.
Se il dolore mestruale si dimostra intenso e resistente ai possibili rimedi naturali, allora è possibile e, qualche volta, necessario ricorrere agli antidolorifici. Di solito la discriminante per scegliere il farmaco al posto della tisana, è la possibilità di svolgere, durante il ciclo, le normali attività quotidiane, come andare a scuola o al lavoro. Quando gli spasmi, la cefalea, la nausea alterano in modo significativo la quotidianità allora l’antidolorifico o l’antinfiammatorio, possono essere la giusta soluzione.
Molti di questi farmaci, sono in libera vendita in farmacia, come prodotti “da banco” o da “automedicazione”.
Sarebbe indicato chiedere sempre consiglio al farmacista che saprà indicare il principio attivo giusto in base all’età, all’intensità del dolore e ad altri farmaci assunti contemporaneamente.
Vediamo in dettaglio quali sono i principali farmaci contro la dismenorrea e come agiscono.
Fans. Sono i “farmaci antinfiammatori non steroidei” (Fans appunto), cioè svolgono attività antinfiammatoria e non contengono cortisone. Hanno diversi principi attivi ma loro meccanismo d’azione è simile: inibiscono un enzima, chiamato ciclossigenasi (COX è l’abbreviazione inglese), che favorisce la sintesi delle prostaglandine, delle prostacicline e del trombossano, nei vari tessuti corporei. Queste tre sostanze sono responsabili della comparsa del dolore, ma senza la ciclossigenasi non possono formarsi oppure si formano ma in quantità minori. Il risultato dei fans è dunque un’attività antidolorifica.
Paracetamolo. Il suo meccanismo d’azione ha come oggetto l’inibizione della sintesi di prostaglandine prodotte nel sistema nervoso centrale e responsabili, ad esempio della comparsa di febbre. Le prostaglandine tissutali (quelle prodotte a livello di tessuti ed organi periferici, come l’utero) non vengono inibite. Questo provoca una riduzione del dolore soltanto parziale e dunque il paracetamolo non può essere considerato fans vero e proprio ed ha una potenza antidolorifica blanda rispetto ai fans. L’aspetto positivo di questo farmaco, tuttavia, è la sua sicurezza di utilizzo. E’ uno dei pochissimi antidolorifici utilizzabili per la dismenorrea nelle giovanissime, anche nei casi di pubertà precoce, in gravidanza e allattamento.
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