Belladonna: proprietà, usi, posologia e controindicazioni della pianta

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Delia Belluccia
(Specialista in biologia, nutrizione e nutraceutica)

Conosci le proprietà della belladonna? E' un antispastico naturale, fa bene al cuore, agli occhi, al sistema nervoso e molto altro. L'Atropa belladonna può, però, essere molto pericolosa, per questo motivo è utile imparare a conoscerne utilizzi e posologia per trarne i giusti benefici ed evitare le controindicazioni.

    Indice Articolo:
  1. Cos'è
    1. Proprietà
  2. Benefici
    1. Sistema nervoso
    2. Pupilla
    3. Cuore
    4. Stomaco e intestino
    5. Polmoni
    6. Vie urinarie
    7. Sudorazione
    8. Dolore
  3. Controindicazioni ed effetti collaterali
    1. Effetto allucinogeno
    2. Effetto tossico
    3. Interazione farmacologica
    4. Glaucoma
    5. Disturbi cardiaci
  4. Usi
    1. Dosaggio e posologia

Cos'è la belladonna?

La belladonna, il cui nome scientifico è Atropa belladonna, è una pianta molto comune appartenente alla famiglia delle solanaceae, la stessa famiglia a cui appartengono le patate.

Si tratta di una pianta che cresce spontaneamente in diverse tipologie di terreno, da quelli boschivi fino ai quelli più assolati e aridi, fiorisce in genere in estate e i frutti sono rappresentati da delle piccole bacche di colore scuro. La belladonna è un arbusto non molto grande, può raggiungere al massimo i 150 cm di altezza e probabilmente ognuno di noi l’ha incontrata per caso durante una passeggiata in campagna o in montagna, magari senza riconoscerla.

Proprietà di questo arbusto: i principi attivi.

Le parti della pianta che contengono i principi attivi sono le foglie, che si usano essiccate.

I principi attivi contenuti nella belladonna sono composti chimici appartenenti alla classe degli alcaloidi che vengono estratti e utilizzati come tali. Il principale di questi composti è l’atropina, da cui deriva il nome scientifico della pianta, altri composti alcaloidi presenti sono la scopolamina e, in quantità minori, la iosciamina.

L’atropina e la scopolamina hanno lo stesso meccanismo d’azione e sono delle sostanze antimuscariniche, cioè si legano ai i recettori dell'acetilcolina di tipo muscarinico (un neurotrasmettitore rilasciato dalle cellule nervose che agisce sia sul sistema nervoso centrale che periferico) provocandone l’inibizione.

Questi recettori muscarinici sono localizzati a livello del cuore, di diverse ghiandole e sulla muscolatura involontaria dell’organismo e sono indispensabili anche per il controllo del sistema nervoso autonomo, cioè i nervi che avvolgono gli organi interni e le viscere.

Per questo motivo le sostanze alcaloidi agiscono su diversi distretti corporei, provocando importanti cambiamenti ancora oggi utilizzati per la cura di varie patologie, che analizziamo in dettaglio nel paragrafo dedicato all’uso medico della belladonna.

La belladonna in medicina: i benefici terapeutici.

Grazie all'azione dei principi attivi sui recettori muscarinici, la belladonna viene da secoli utilizzata in ambito medico per la cura di diverse patologie a carico di diversi distretti corporei.

Agisce sul sistema nervoso centrale e contrasta il Parkinson.

L’atropina contenuta nella belladonna riesce ad inibire i recettori muscarinici (M1, M4, M5) presenti nel cervello, diminuendo efficientemente tremore e rigidità muscolare e che caratterizzano il morbo di Parkinson.

Dilata la pupilla.

Si tratta probabilmente dell’utilizzo più comune dell’atropina. A chi non è capitato di effettuare una visita oculistica e provare le fastidiose gocce di atropina, che servono a dilatare la pupilla per fare in modo che alcune misurazioni della vista siano più facili da ottenere e più affidabili.

E’ utile in caso di aritmie.

Le sostanze alcaloidi presenti nella belladonna agiscono come inibitori dell'acetilcolina sul nodo seno atriale del cuore, cioè quelle fibre che mantengono in equilibrio i battiti cardiaci. Questa inibizione provoca un aumento della frequenza cardiaca e aumento della pressione arteriosa, caratteristica che può essere utile in caso di leggere aritmie e per mantenere efficiente la funzionalità cardiaca.

Ha effetto su stomaco e intestino.

La belladonna interagisce con i recettori muscarinici di tipo M3 presenti nella muscolatura liscia gastrointestinale e inibisce la motilità della muscolatura liscia di tutto l’apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Inoltre le sostanze alcaloidi hanno un effetto antispastico e riducono le secrezioni di succhi gastrici. La belladonna può quindi essere utilizzata in caso di spasmi e dolore gastrico e intestinale.

Migliora la funzionalità respiratoria.

L’atropina ha un’azione broncodilatatrice dovuta all'inibizione dei recettori muscarinici M3 presenti a nei bronchi, e quindi l’assunzione di belladonna provoca un miglioramento della funzionalità respiratoria, e contribuisce anche alla diminuzione delle secrezioni a livello del naso e dei bronchi. Quest’ultimo aspetto è particolarmente utile durante le anestesie, ma anche per patologie lievi come il raffreddore, la tosse e l’influenza.

E’ efficace contro la cistite.

Gli alcaloidi contenuti nell'estratto di belladonna hanno un’attività dilatatoria sugli ureteri e sulla vescica in quanto riducono le contrazioni grazie all'azione di inibizione dei recettori di tipo M3. Questo effetto può essere utile in caso di infezioni come la comunissima cistite.

Puoi approfondire gli altri rimedi contro la cistite.

Contrasta l’iperidrosi.

Assumendo l’estratto di belladonna viene inibita l’attività delle ghiandole sudoripare, con una conseguente mancata sudorazione che porta all'aumento di temperatura repentino e alla secchezza della pelle. Questa proprietà viene sfruttata soprattutto in quelle patologie che portano ad una eccessiva produzione di sudore (iperidrosi) e anche per alleviare i casi di ipotermia.

Ha un’azione antidolorifica.

Proprio grazie all'azione sul sistema nervoso la belladonna ha un’azione antidolorifica generica, utilizzabile in caso di emicrania, dolori mestruali e altre patologie comuni.

Controindicazioni ed effetti collaterali: una letale belladonna.

Proprio grazie all'azione sul sistema nervoso, l’assunzione di belladonna agisce attivamente su diversi distretti corporei, ciò può certamente apportare dei benefici quando le sostanze attive vengono assunte in maniera strettamente controllata, ma si possono verificare moltissimi effetti collaterali.

Assunta in dosi terapeutiche, la belladonna può apportare alcuni disturbi come tachicardia, spasmi, secchezza delle fauci fino alle allucinazioni.

Assunta in dosi massicce può portare a veri e propri stati allucinogeni e tossici.

Effetti allucinogeni.

Tali effetti, noti fin dall'antichità, sono provocati da un'alterazione dell'attività cerebrale causata da atropina e scopolamina.

Effetti velenosi.

Tutte le parti della pianta Atropa Belladonna sono velenose e l’essiccazione ne aumenta la tossicità. L'atropina è l’alcaloide responsabile degli effetti tossici della belladonna. Le dosi che portano avvelenamento sono variabili e provocano effetti rapidi e talvolta letali.

Interazione farmacologica.

Alcuni farmaci possono interagire con la belladonna come gli anticolinerigici, gli antispastici, i farmaci utilizzati contro il morbo di Parkinson, gli antiaritmici e gli antidepressivi. Quindi le persone che assumono tali farmaci non devono assumere ne farmaci ne preparati  a base di belladonna.

L’assunzione di belladonna è quindi controindicata:

In caso di glaucoma.

L’assunzione di belladonna deve essere evitata in soggetti che soffrono di glaucoma per l’effetto attivo sulla muscolatura oculare.

In caso di disturbi cardiaci.

L’assunzione di belladonna è controindicata per chi soffre di tachicardia o ipertensione in quanto provoca aumento della frequenza cardiaca e della pressione.

In ogni caso è comunque essenziale assumere i farmaci o preparazioni omeopatiche a base di belladonna solo sotto stretto controllo medico.

Utilizzo della belladonna in medicina, fitoterapia ed omeopatia.

La belladonna veniva utilizzata fin dall'antichità in fitoterapia per ridurre gli spasmi muscolari e come cosmetico grazie all'azione che svolge sulla pupilla, dilatandola e facendo apparire l’occhio più grande e luminoso.

Questa era in passato una caratteristica di bellezza e fascino per le donne, che utilizzavano pericolosamente la pianta per rendere i loro occhi magnetici e lucenti.

Oggi l’atropa belladonna è utilizzata in medicina e, secondo la guida dei farmaci del Ministero della salute italiano, i farmaci a base di belladonna sono indicati come farmaci antimuscarinici che vengono quotidianamente utilizzati per varie patologie e problematiche.

La belladonna trova un comune uso anche in omeopatia per la cura delle stesse patologie riservate alla medicina tradizionale. Ovviamente anche in questo caso è necessaria la prescrizione di un medico omeopata e lo stretto controllo durante la cura.

In particolare, quale rimedio omeopatico, la belladonna è usata per i bambini in caso di febbre, insonnia (con camomilla) o malattie esantematiche (varicella, scarlattina, parotite...), come fosse la tachipirina.

Formulazioni e dosaggi per non rischiare.

La belladonna può essere assunta sotto forma di diverse formulazioni, in base alle esigenze personali e ai consigli medici:

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Delia Belluccia
(Specialista in biologia, nutrizione e nutraceutica)

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