Dieta S.D.M.: come funziona? Fasi e menù di esempio, benefici e controindicazioni

Ultimo aggiornamento: 19 Giugno 2020

Consulente Scientifico:
Dottoressa Valentina Coviello
(Specialista in biologia e nutrizione)

Esiste una dieta efficace che faccia dimagrire in fretta? Analizziamo la S.D.M., approvata dalla Società Dietetica Medica, che sembra permetta di raggiungere il peso ideale attraverso un percorso strettamente controllato da personale medico qualificato. Ma come funziona nel dettaglio? Vediamo le sue tre fasi e qualche menù esempio, scoprendone insieme benefici e controindicazioni.

    Indice Articolo:
  1. Cosa è?
  2. Come funziona
    1. Schema
  3. Menù di esempio
  4. A chi rivolgersi?
    1. Dove si comprano i prodotti
  5. Benefici
    1. Fa dimagrire
    2. Quanti kg?
    3. Massa magra
    4. Cellulite
  6. Controindicazioni
    1. Mal di testa
    2. Diarrea/stitichezza
    3. Allattamento
  7. Pro e contro

Cos'è la dieta S.D.M.?

La dieta S.D.M. è strettamente legata alla dieta ideata dal prof. Blackburn dell’Università di Harvard. Nata negli anni 70, questo regime alimentare proteico ed ipocalorico è stato rielaborato ed oggi è promosso dalla Società Dietetica Medica, col nome di SDM o Kalibra in quanto la dieta utilizza alimenti proteici Kalibra® e integratori micronutrizionali vitaminici e minerali.

E’ una dieta ipocalorica ma normoproteica, diversa rispetto ai regimi alimentari iperproteici come quelli Dukan o di Atkins, in cui si introducono quantità eccessive di proteine mentre i vegetali sono pressoché assenti.

Nella dieta S.D.M. la dose quotidiana di proteine è calcolata in base alle esigenze del singolo individuo e, in più, prevede ogni giorno il consumo di grandi quantità di verdure.

I risultati sono dovuti alla forte restrizione glucidica e lipidica per cui l’organismo, in assenza di zuccheri e grassi viene costretto a utilizzare i lipidi contenuti nell'adipe per produrre energia (chetogenesi).

Come funziona questo programma dietetico?

In questo piano alimentare nulla è lasciato al caso, motivo per cui si dimostra tanto efficace!

Esistono, per prima cosa, due versioni della dieta S.D.M.:

  • quella classica adatta a chi, partendo da una condizione di forte obesità, deve perdere molti chili;
  • quella mitigata, adatta alle persone in sovrappeso, ossia quando i chili da perdere sono meno di otto.

In entrambi i casi, un pasto della giornata deve essere sostituito con integratori di produzione esclusiva dell’azienda. Si tratta di pasta, crepes, stuzzichini sia dolci che salati, torte e biscotti realizzati con latte, uova, soia e piselli e arricchiti di amminoacidi essenziali. A questi, poi, si possono aggiungere le verdure consentite.

La ripartizione delle calorie previste viene fatta in più pasti, e, nella versione classica, ogni pasto prevede l’assunzione di un integratore S.D. M., mentre, in quella mitigata, rimane un pasto “a scelta” in cui è possibile consumare un alimento proteico a piacere.

Schema.

La dieta S.D.M. viene strutturata in tre fasi principali, ciascuna seguita in modo meticoloso dal proprio medico S.D.M.:

  • Fase di dimagrimento: consiste nel seguire scrupolosamente la dieta S.D.M. classica o mitigata, a seconda del caso. In questa fase il calo ponderale è veloce, al punto che si possono perdere fino a 8 chili in un mese. Nei soggetti obesi, questo periodo può durare anche qualche mese, seguito, in genere, dalla prescrizione di una dieta mitigata, prima di procedere alla fase successiva. Gli alimenti previsti sono gli integratori S.D.M. e alcune verdure quali spinaci, broccoli, cavoli, zucchine, ecc.La dieta S.D.M. viene strutturata in tre fasi principali, ciascuna seguita in modo meticoloso dal proprio medico S.D.M.:
  • Fase di transizione: in questo secondo momento, vengono inseriti poco a poco gli alimenti contenenti carboidrati, di cui si scelgono quelli meno calorici e qualitativamente migliori, fornendo i pesi relativi a ogni cibo introdotto. La durata di questo periodo della dieta è uguale a quella della fase di dimagrimento.
  • Fase di mantenimento: per mantenere nel tempo i risultati raggiunti viene prescritta una dieta personalizzata che comprende carboidrati, proteine e grassi in quantità bilanciate, ma viene anche consigliata un’attività fisica adeguata. Tale fase ha una durata variabile: da qualche mese a due anni. Maggiore è il peso perduto, più lungo sarà il periodo di mantenimento.

E’ molto importante seguire meticolosamente la dieta, soprattutto nella prima fase: anche solo l’ingestione di una caramella, o di altri carboidrati, può rendere vani i sacrifici di tre giorni!

Menù di esempio della dieta S.D.M (versione classica e mitigata).

Nella prima versione della dieta, quella classica pensata per combattere l’obesità, i pasti sono strutturati secondo la seguente tabella:

Colazione:

  • Un caffè o un tè.
  • Un integratore a scelta tra le merendine S.D.M. o le fette biscottate S.D.M. con miele o crema al cacao S.D.M.

Pranzo:

  • Un integratore S.D.M. a scelta tra: una porzione di pasta S.D.M., una crepe S.D.M. o un piatto pronto S.D.M.
  • Verdure del gruppo 1: insalata belga, spinaci, zucchine, cetrioli, lattuga, valeriana, cavoli, cavolfiore, fiori di zucca, peperoni verdi, indivia, bieta, rucola, scarola, cicoria, trevisana, broccoli, funghi (porcini, ovuli e champignon), cime di rapa, finocchi, germogli di soia, ravanelli, radicchio rosso e verde, sedano.

Spuntino:

  • Un integratore S.D.M. a scelta, dolce o salato.

Cena:

  • Un integratore S.D.M. a scelta tra un piatto pronto S.D.M. o pasta o riso S.D.M.
  • Verdure del gruppo 1: insalata belga, spinaci, zucchine, cetrioli, lattuga, valeriana, cavoli, cavolfiore, fiori di zucca, peperoni verdi, indivia, bieta, rucola, scarola, cicoria, trevisana, broccoli, funghi (porcini, ovuli e champignon), cime di rapa, finocchi, germogli di soia, ravanelli, radicchio rosso e verde, sedano.

Per la dieta mitigata, invece, bisogna seguire queste indicazioni:

Colazione:

  • Un caffè o un tè.
  • Un integratore a scelta tra le merendine S.D.M. o le fette biscottate S.D.M. con miele o crema al cacao S.D.M.

Pranzo:

  • Un integratore S.D.M. a scelta tra: una porzione di pasta S.D.M., una crepe S.D.M. o un piatto pronto S.D.M.
  • Verdure del gruppo 1: spinaci, zucchine, cetrioli, lattuga, cavoli, cavolfiore, fiori di zucca, peperoni verdi, bietole, rucola, indivia, scarola, cicoria, trevisana, broccoli, funghi (porcini, ovuli e champignon), cime di rapa, finocchi, germogli di soia, ravanelli, radicchio rosso e verde, sedano.

Spuntino:

  • Un integratore S.D.M. a scelta, dolce o salato.

Cena:

  • Carne (tacchino, pollo o vitello, purché magra), oppure pesce (merluzzo, pagello, anguilla, spigola, orata o polpo) oppure 2 uova.
  • Verdure del gruppo 2: 180 grammi di una verdura tra fagiolini, pomodori, melanzane, peperoni, carciofi, rape o zucca.

Quali sono, in pratica, le differenze tra i due menù?

|ADSENSE|

Nella dieta mitigata, a pranzo o a cena, è possibile mangiare un alimento proteico non S.D.M. a scelta tra quelli consigliati e, una volta al giorno, anche le verdure più zuccherine definite del gruppo 2, in quantità non superiori a 180 g. Le verdure consentite nella dieta classica, invece, vengono collocate nel gruppo 1 e possono essere consumate a volontà. Infine, la dieta mitigata prevede la possibilità di consumare un pasto libero una volta a settimana.

A chi rivolgersi per iniziare il programma dimagrante?

Come prima cosa, è giusto sottolineare che la dieta S.D.M. non si può improvvisare, ma deve essere personalizzata ed elaborata da un medico!

Il sito della Società Dietetica Medica, primo punto di riferimento, indirizza alla figura professionale più vicina. I medici che prescrivono la dieta S.D.M. seguono una formazione specifica offerta dalla stessa Società, che consente loro di seguire il protocollo previsto dal piano alimentare. Tale percorso si articola, per sommi capi, in questo modo:

  • Incontro preliminare: si fissa un appuntamento con lo specialista per una prima consulenza, generalmente gratuita, durante la quale si decide quando si svolgerà la prima visita vera e propria. Al paziente, inoltre, viene chiesto di effettuare un prelievo per controllare i valori del sangue indici della funzionalità epatica e renale. I risultati dovranno essere portati all'incontro successivo.
  • Prima visita: l’esame d’elezione è costituito da una bioimpedenziometria, cioè la misurazione di massa magra, massa grassa e liquidi corporei. Il test consiste nell'applicazione di elettrodi sulla mano destra e sul piede destro per permettere un passaggio di corrente di intensità bassissima (che non viene assolutamente avvertita); in base alla resistenza opposta dai diversi tessuti lo strumento valuta la composizione corporea. Il test va effettuato a digiuno. Il medico, insieme al paziente, fissa un obiettivo, ossia quanto peso perdere e in quanto tempo, per poi stilare una dieta su misura.
  • Controlli: una volta prescritta la dieta S.D.M., vanno effettuati controlli periodici ogni 10 o 15 giorni. Il medico controlla il peso e lo stato di salute generale del paziente. A quest’ultimo, inoltre, viene raccomandato di eseguire una volta a settimana un ketotest, effettuabile comodamente a casa con uno specifico kit che controlla i livelli dei corpi chetonici nelle urine e il cui scopo spiegheremo più avanti. I controlli vengono eseguiti sia nella fase di dimagrimento che in quella di mantenimento. In genere, durante il mantenimento, però, vengono fissati una volta al mese.

Dove si comprano i prodotti SDM? Quanto costa la dieta?

Non essendo stabiliti dalla Società, i prezzi dipendono dagli onorari dei medici. In genere, una prima visita costa 120 euro e un controllo intorno agli 80 euro.

I prodotti invece sono in vendita sul sito della Kalibra ed hanno un costo medio di 400 euro al mese o circa 15 euro al giorno.

Per tutti gli interessati, la sede della S.D.M. è a Genola (Cuneo), ma esistono punti di riferimento Milano, Roma e Napoli.

Benefici della dieta S.D.M.

Chi segue la Dieta S.D.M ottiene una serie di benefici:

Fa dimagrire velocemente.

Come già spiegato, il metodo di dimagrimento S.D.M attraverso la riduzione drastica di carboidrati e lipidi, induce il corpo ad attuare un processo detto di chetogenesi: non assumendo carboidrati, l’organismo comincia a bruciare i grassi del tessuto adiposo per produrre l’energia necessaria a svolgere le funzioni vitali (battito cardiaco, funzioni cerebrali, contrazione muscolare). In questo modo è possibile ottenere:

  • un risultato veloce, in quanto il grasso viene rapidamente utilizzato dal corpo e il calo ponderale avviene in poco tempo;
  • una riduzione della fame, in quanto le proteine, impiegando più tempo per essere metabolizzate, danno un maggiore senso di sazietà;

Quanto si perde?

In ambedue tipologie la dieta dalla Società Dietetica Medica, sembra permetta di raggiungere il peso ideale attraverso un percorso strettamente controllato da personale medico qualificato. Promette di perdere da 1,5 a 2 chili a settimana

La perdita di peso non intacca la massa magra.

Poiché la dieta è normoproteica, ossia fornisce il giusto apporto di proteine, e in più gli alimenti S.D.M. sono ricchi di amminoacidi essenziali, fondamentali per le strutture cellulari del nostro corpo, il dimagrimento avviene riducendo il tessuto adiposo e non la massa muscolare.

Svolge un’azione anticellulite

L’azione anticellulite è dovuta al fatto che la dieta S.D.M. induce l’organismo a metabolizzare i grassi, compresi quelli accumulati negli strati sottocutanei che formano la cellulite. Inoltre, poichè la massa muscolare non viene persa, quindi l’aspetto della pelle rimane tonico e non flaccido;

Questo regime dietetico ha controindicazioni? Purtroppo sì.

Il processo di chetogenesi sfruttato dalla dieta S.D.M. consente di bruciare i grassi in assenza di carboidrati e lipidi nell'alimentazione e produce inevitabilmente alcune molecole dette “corpi chetonici”, sostanze di scarto tossiche. Se presenti a elevate concentrazioni nel sangue, i corpi chetonici possono causare gravi sintomi di alterazione neuronale, muscolare e cardiaca, rendendo quindi pericolosa la dieta. Per questo l’intero percorso di dimagrimento, fino al mantenimento della dieta S.D.M., deve essere seguito dal personale medico specializzato che controlla la perdita di peso e la presenza di corpi chetonici nelle urine tramite appositi stick.

Tra gli effetti collaterali più comuni possono verificarsi i seguenti:

Mal di testa.

All’inizio della dieta, l’aumento dei corpi chetonici nel sangue può causare questo disturbo, dovuto alla tossicità di tali molecole per le cellule nervose. Tuttavia, se mantenuti a livelli accettabili, i corpi chetonici possono essere ben tollerati dall'organismo.

Diarrea o stitichezza.

Durante la dieta S.D.M., soprattutto all'inizio, si possono avere degli episodi di irregolarità intestinale dovuti ai cambiamenti apportati nell'alimentazione. Per cui può succedere che, nei soggetti predisposti, l’aumento di fibre assunte con le verdure possa aumentare anche il transito intestinale (diarrea), o che la carenza di grassi non favorisca lo scivolamento delle feci lungo il tratto enterico (stipsi).

Non è consentita in allattamento.

La dieta S.D.M. può essere molto rischiosa se effettuata da una mamma che allatta. Infatti, i corpi chetonici in circolo nel sangue materno, anche se in basse concentrazioni, vengono riversati nel latte e possono risultare tossici per il lattante, arrivando, nei casi più gravi, a provocargli danni neurologici.

Per tirare le somme: dieta S.D.M. sì o no?

Cosa si evince da quello che hai letto finora? Sicuramente che la dieta S.D.M. non è fai da te, ma anzi deve essere strettamente controllata da un medico, che assegna ad ogni paziente un modulo tramite il quale potrà scegliere gli integratori che preferisce. In conclusione, possiamo affermare che i pro di questo piano alimentare sono tanti, ad esempio:

  • Non c’è bisogno di pesare nulla, perché i prodotti S.D.M. sono porzionati e hanno le stesse calorie.
  • Si possono perfino mangiare i dolci (sempre tra quelli S.D.M.), cosa che nelle altre diete è impensabile.
  • I risultati sono quasi sempre tangibili!

Tuttavia la dieta S.D.M. presenta anche dei contro, infatti:

  • Si rivela molto costosa. Basti pensare che una confezione di pasta contenente 4 monoporzioni costa circa 13 euro: in un mese si consumano all'incirca 400 euro!
  • Non è concesso il minimo strappo alla regola, poiché anche pochi zuccheri (un pezzetto di pane, un po’ di frutta, una caramella), interrompendo il processo di chetogenesi su cui si basa la dieta, possono bloccare la perdita di peso e compromettere, così, l’intera procedura dimagrante!

Adesso possiedi tutte le informazioni necessarie, perciò tocca a te la scelta sul da farsi!

 

Informazioni Sugli Autori:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Valentina Coviello
(Specialista in biologia e nutrizione)

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