Ipnosi: a cosa serve? Funziona? Benefici, tecniche e controindicazioni

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L’ipnosi è uno stato di trance attraverso il quale il soggetto entra in contatto col proprio inconscio e serve per il trattamento del dolore e di alcuni disturbi fisici di origine psicologica. Scopriamo le modalità con cui viene indotto lo stato ipnotico, le tecniche praticate e gli effetti benefici con i quali l’ipnosi contribuisce alla cura di alcuni disturbi.

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche
  2. Benefici
  3. Tecniche
  4. Dove praticarla
  5. Controindicazioni

Cos’è l’ipnosi? A cosa serve?

L’ipnosi è uno stato di rilassamento e di momentanea estraniazione dal mondo che ci circonda in cui il soggetto rallenta le sue percezioni riguardo al mondo esterno per concentrarsi sul proprio mondo interiore. Questo stato si verifica quotidianamente nella vita di ciascun individuo ed è determinato dalla presenza di una sorta di ritmo interiore definito ciclo ultradiano, che regola gli stati di concentrazione e di deconcentrazione che, a seconda delle caratteristiche di ogni singolo individuo, possono verificarsi ogni mezzora, ogni ora, ogni ora e mezza ecc.

Gli stati ipnotici possono manifestarsi con vari segnali: sbadigli, sospiri, fatica a mettere a fuoco, difficoltà a concentrarsi, tendenza a distrarsi con facilità, sbadataggine, tendenza a fare scarabocchi a dondolarsi sulla sedia, a tamburellare con le dita ecc.

L’induzione dello stato di ipnosi può essere anche operato da uno psicoterapeuta attraverso una tecnica, detta ipnositerapia, in cui il soggetto viene posto in uno stato di rilassamento in cui è estraniato dal mondo esterno ma non è completamente incosciente e mantiene comunque attiva la sua volontà.

L’ipnosi viene utilizzata all’interno di un processo terapeutico ed è un valido supporto nel trattamento del dolore e per trattare disturbi fisici che hanno una componente psicologica legate alla sfera dell'emotività, come ansia depressione ma anche semplice timidezza e mancanza di autostima.

Le origini dell'ipnositerapia.

Nel corso della storia, fin dall’antichità si trovano numerosi accenni a pratiche riconducibili all’ipnosi: il più antico documento sembra essere una stele egizia che sembra registrare una vera e propria induzione ipnotica.

Tuttavia è solo a partire dalla seconda metà dell’800, con l’avvento delle prime teorie psicologiche, che la pratica della tecnica ipnotica inizia ad essere strettamente connessa alla pratica clinica, e sarebbe quindi a questo periodo che risalirebbero le origini dell'ipnositerapia come oggi la conosciamo ed utilizziamo.

In quel periodo, alcuni neurologi all’avanguardia, tra cui Charcot e Bernheim, dimostrarono, attraverso l’induzione ipnotica, che alcuni sintomi isterici, quali ad esempio la cecità o la paralisi isteriche, scomparivano completamente in stato di trance: non potevano dipendere quindi da lesioni neurologiche, bensì da “idee” disfunzionali che si erano “insediate” nella mente del paziente, l’idea - ad esempio - di non poter vedere o di non poter camminare.

Queste scoperte suggestionarono profondamente il giovane Sigmund Freud, che insieme al collega Breuer, iniziò a studiare a fondo il meccanismo e la tecnica dell'ipnosi: ipotizzarono che lo stato di coscienza alterato raggiunto fosse propizio a fare emergere contenuti inconsci traumatici, e in quanto tali rimossi dalla coscienza, e che il paziente potesse, attraverso questa catarsi, guarire dal sintomo.

Qualche tempo dopo però, i due ricercatori abbandonarono gli studi in questo campo, in quanto si accorsero che la catarsi non era sufficiente a guarire in via definitiva il sintomo, il quale spesso si manifestava alla coscienza in altra forma: la liberazione sembrava avvenire esclusivamente a livello inconscio, tanto che il paziente non ricordando spontaneamente di aver vissuto l’esperienza, ne veniva “informato” al termine del trattamento, acquisendone una consapevolezza meramente intellettuale.

Benefici dell’ipnosi: cosa si può curare inducendola.

Come abbiamo visto l’ipnosi è uno stato quasi naturale, che sembrerebbe utile per curare tutta una serie di disturbi e patologie. Vediamo dunque quali sarebbero i benefici che può avere l’induzione dello stato ipnotico.

Intraprendere il percorso dell’ipnosi con operatori specializzati consente di affrontare una serie di problematiche tra cui:

Puoi approfondire le tecniche per smettere di fumare.

Approfondisci le possibili strategie per vincere la timidezza.

Scopri quali sono i più comuni disturbi alimentari.

L’ipnosi funziona per dimagrire?

Alcuni sono convinti della sua efficacia (a patto che sia combinata con un’alimentazione sana ed esercizio fisico), altri la ritengono del tutto inefficace. Senza entrare nel merito della questione e senza consigliarne o meno l’adozione, vediamo di cosa si tratta e in che modo potrebbe favorire il dimagrimento.

Attraverso l’ipnosi è possibile entrare in contatto con la parte più profonda della propria mente, quella comunemente nota come inconscio sede delle emozioni, dei ricordi e dei desideri più intimi dell’individuo ed agire su questa parte della psiche in più modi:

  • Portando a galla insoddisfazioni, traumi, esperienze pregresse che sono causa di disordini alimentari.

  • Ripristinando un migliore equilibrio interiore.

  • Esercitando un' azione motivante più profonda e incisiva per favorire l’assunzione di un regime alimentare corretto.

  • Stabilendo un rapporto emotivamente sano con gli alimenti.

L’ipnosi da sola non potrà fare molto.. essa va combinata con una alimentazione corretta e bilanciata, con moto ed esercizio fisico. La dieta non dovrà essere fai da te ma costruita su misura da un buon dietologo.

Sebbene molti siano scettici riguardo all’utilità dell’ipnosi nel favorire il dimagrimento, essa risulterà certamente meno dannosa di tanti intrugli, pozioni magiche e diete estreme.

Le tecniche ipnotiche: come parole e gesti possono cambiare le percezioni.

Le tecniche ipnotiche sono numerose e vengono scelte dal terapista a seconda dell’orientamento teorico e metodologico del terapista ma anche in funzione del problema da trattare e delle caratteristiche del paziente. Le tecniche più comuni sono:

L’ipnosi tradizionale.

Il tipico stato di trance dell’ipnosi, viene ottenuto tramite la recitazione di un testo. A produrre l’induzione ipnotica sono cioè i particolari vocaboli prescelti e la voce che accompagna enfaticamente alcuni passaggi. Consta di tre fasi:

Ovviamente affinché l’ipnosi funzioni bisogna riporre massima fiducia nell’operatore.

L’ipnosi dinamica.

A differenza di quella tradizionale, l’ipnosi dinamica sfrutta elementi nuovi come il gesto e il simbolo. L’operatore effettua cioè una serie di toccamenti, di rumori, di cambiamenti nella distanza esistente tra paziente ed operatore, di atti per mettere sottosopra il paziente e disorientare la sua capacità percettiva.

Oltre a questa metodologia risulta molto efficace anche quella del ricalco-guida, che consiste nel riprendere posture ed atteggiamenti del paziente. Tale ricalco può essere totale (l’operatore riprende fedelmente la posizione e i movimenti del paziente), oppure incrociato, l’operatore stimola, ad esempio, l’attenzione del paziente con un colpetto. Dopo una serie di ripetizioni di questo tipo il paziente associa le proprie reazioni a quelle dell’operatore, riproducendole automaticamente.

L’ipnosi dinamica si basa dunque sostanzialmente su una comunicazione di tipo non verbale che usa i tre simboli archetipici: Asta, Cerchio e Triangolo. Questa comunicazione può essere di quattro tipi differenti:

Terminata questa fase di induzione all’ipnosi si verifica il cosiddetto flash ipnotico: il paziente cioè, per scaricare la tensione accumulata, risponde alla richiesta fatta dall’operatore che cerca di cancellare i problemi sostituendo uno schema nuovo di riferimento.

Segue infine il ripristino dello stato di veglia in cui il paziente ritorna allo stato di coscienza.

Ipnosi regressiva.

Altro tipo di pratica che utilizza la trance ipnotica come strumento di lavoro è la cosiddetta ipnosi regressiva.

L’induzione ipnotica in una seduta di ipnosi regressiva è condotta anche in questo caso da terapisti qualificati: l’ obiettivo di tale terapia è quello di far rivivere al cliente l’esperienza traumatica che ha generato il sintomo, per modificare l’influenza che esso ha sulla sua vita attuale.

I terapisti che praticano ipnosi regressiva sostengono che attraverso questa disciplina, i pazienti siano in grado di attingere a ricordi molto remoti, in alcuni casi addirittura provenienti da vite passate.

C’è da dire tuttavia, che nella comunità scientifica sono molti gli scettici a tal riguardo: i ricordi che affiorano, per la maggior parte degli studiosi, sarebbero vivide immaginazioni, create durante lo stato ipnotico, che nulla hanno a che vedere con la realtà, ma che iniziano a farne parte da quel momento in poi. Risulta perciò chiara la pericolosità dell’applicazione dell’ipnosi regressiva con soggetti fortemente suggestionabili o psicologicamente deboli.

Tecniche più recenti.

Recentemente l’ipnositerapia è tornata ad essere un utilissimo strumento della pratica clinica soprattutto grazie al lavoro di Milton Erickson. Psichiatra statunitense, Eirckson elaborò una tecnica ipnotica a stampo umanistico: il paziente, opportunamente suggestionato dal terapeuta rimane cosciente, ma raggiunge uno stato chiamato “di coscienza allargata”, ovvero uno stato di coscienza alterato, che non sia però alternativo allo stato di coscienza di base, bensì co-presente e utile ad ampliarne le soglie percettive.

Il terapista in questo caso non va in cerca di motivazioni, né ambisce a scoprire i “perché” che sottendono al sintomo ma stimola le risorse inconsce del paziente e le utilizza per fargli sperimentare in modo nuovo, i modi in cui la situazione che crea disagio può essere rivalutata. Al “ritorno” allo stato di coscienza di base, il cliente avrà così memoria del lavoro svolto e del cambiamento sperimentato e, oltre ad aver ampliato la conoscenza di sé, potrà conservare consciamente il ricordo dell’avvenuto.

Dove e quando si può praticare?

Solitamente l’ipnosi viene praticata in un ambiente tranquillo e privo di stimolazioni sonore, con luci soffuse e una temperatura non superiore ai 20 gradi. Le pareti della stanza presentano anche delle colorazioni particolari, come il blu, il verde, il violetto e il rosa pallido, funzionali proprio all’induzione dello stato ipnotico. La fascia oraria migliore per l’ipnosi è quella compresa tra le 11 del mattino e le 17 del pomeriggio e comunque in un orario troppo vicino ai pasti in cui il soggetto ha maggiore capacità di concentrazione e quindi la tecnica può avere migliori risultati.

Costi e durata.

Le modalità di un percorso terapeutico in cui viene utilizzata l’ipnositerapia in genere dipendono dal tipo di problema da trattare, ma soprattutto dal terapista che conduce gli incontri: a seconda del suo background teorico, vi proporrà un percorso a breve, medio o lungo termine; vi proporrà una frequenza settimanale o bisettimanale; vi tratterrà nel suo studio da 45 a 90 minuti; vi chiederà un compenso che varia da 35-40 € per un percorso di counseling, utile per superare ad esempio la timidezza, smettere di fumare, o rafforzare la propria autostima, fino a 90€ per un percorso di psicoterapia consigliato in caso di patologie come ansia e depressione.

Falsi miti sull’ ipnositerapia.

Prima di parlare di eventuali controindicazioni dell’ipnosi è bene sfatare alcuni falsi miti:

  • il fine dell’uso dell’ipnositerapia non è quello di reperire informazioni sul paziente, né tantomeno quello di trovare nuove prospettive di analisi, ma quello di lavorare in uno stato di coscienza alterato (più vicino al cosiddetto inconscio), in cui divengono accessibili risorse a cui il cliente non riesce ad attingere da uno stato di coscienza ordinario (quindi conscio).

  • L’ipnosi non coincide con il sonno: gli studi relativi all’ attività cerebrale, infatti, hanno dimostrato che si tratta di due stati completamente diversi: essi appaiono più simili di quanto in realtà non siano perché la pratica ipnotica è preceduta dal rilassamento totale del paziente.

  • È falso, inoltre, che un soggetto sotto ipnosi può essere costretto a compiere qualunque azione: continua a persistere, infatti, un sistema inconscio di credenze etiche e morali. In altre parole, l’individuo mantiene attiva la sua volontà pur essendo in uno stato ipnotico

Controindicazioni: quando è meglio non praticarla.

Sfatati tali miti occorre dire che l’ipnosi in genere non ha controindicazioni ma è meglio evitarla in alcuni casi:

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