Endorfine: cosa sono? Produzione e proprietà di questi ormoni

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Francesca Maddaloni
(Specialista in biologia e nutrizione)

Le endorfine, ormoni presenti nel nostro organismo, hanno la proprietà di procurare euforia e felicità. Vediamo dove sono prodotte, come agiscono e cosa possiamo fare per aumentarne la produzione in maniera del tutto naturale.

    Indice Articolo:
  1. Cosa sono?
    1. Ormoni della felicità
  2. A cosa servono?
    1. Dolore
    2. Ciclo mestruale
    3. Depressione
    4. Buonumore
    5. Temperatura, appetito, funzioni intestinali e sonno
    6. Effetto placebo
    7. Parto
  3. Effetti collaterali
    1. Autolesionismo
    2. Motilità intestinale
  4. Come produrle?
    1. Alimenti
    2. Integratori
    3. Sport
    4. Droghe

Cosa sono le endorfine?

Le endorfine sono ormoni proteici che agiscono come neurotrasmettitori, cioè intervengono nella trasmissione dei messaggi attraverso il sistema nervoso. Il loro nome significa “morfine endogene” tanto che le endorfine sono considerate oppiacei endogeni, soprattutto per il loro intervento nella percezione del dolore.

Si distinguono varie classi di endorfine:

Altre cellule che producono endorfine si trovano lungo tutto il tratto gastrointestinale e nelle ghiandole salivari e surrenali.

Essendo delle molecole di segnalazione, in genere le endorfine agiscono legandosi a specifici recettori, in modo che questo legame possa rappresentare la trasmissione di un certo messaggio.

Le endorfine, nelle giuste condizioni, compiono dunque un viaggio all'interno del nostro organismo legate ai recettori così da poter trasmettere i messaggi ricevuti.

Le più alte concentrazioni di endorfine interessano:

Alla luce di questa distribuzione comprendiamo perché il rilascio di endorfine sia promosso da particolari condizioni di stress fisico (ad esempio allenamento esaustivo) e mentale (forti emozioni). Infatti, in condizioni che mettono a dura prova il corpo o la mente, vi è un aumento della secrezione del CRF- Fattore di Rilascio Corticotropo, un ormone che va direttamente a stimolare l’ipofisi per la produzione delle endorfine, in particolare delle beta-endorfine, che alzano la soglia di percezione del dolore e promuovono sensazioni piacevoli.

Endorfine, serotonina e dopamina, la triade della felicità!

Se le endorfine sono i neurotrasmettitori che ci aiutano a sopportare il dolore, e che regalano appagamento e piacere, suoi stretti alleati sono altri due neurotrasmettitori: la serotonina e la dopamina.

La serotonina è “l’ormone della felicità” per eccellenza: interviene nella regolazione dei ritmi sonno-veglia, nella percezione del dolore, nei diversi aspetti del comportamento (controllo di ansia, panico, libido, appetito), ed è prodotto prevalentemente nel sistema nervoso centrale e in quello gastrointestinale.

Puoi approfondire il ruolo svolto dalla serotonina nell'organismo.

La dopamina è una feniletilamina, come quelle che si trovano nel cioccolato, ed è prodotta in diverse aree del cervello. E’ “l’ormone della ricompensa”, poiché gli stimoli che promettono un piacere, che siano fisiologici (come un buon cibo) o artificiali (come le droghe), ne favoriscono il rilascio; se i recettori della dopamina non funzionano o l’ormone non è liberato, non è più trasmesso il piacere che queste esperienze danno, il che è alla base della depressione.

A cosa servono? Le proprietà delle morfine endogene.

Vediamo ora da vicino come e dove agiscono le nostre morfine endogene. Esse sono coinvolte in molteplici funzioni a beneficio del nostro organismo!

Azione analgesica.

Innalzando la soglia di percezione del dolore, le endorfine possono essere considerate analgesici naturali. Uno degli effetti più noti di questa azione antidolorifica è la lotta al mal di testa, tanto che studi hanno rivelato bassi livelli di morfine endogene in molte persone soggette a cefalee. Tutto ciò che stimola la produzione di endorfine può allora rappresentare un rimedio contro emicranie e mal di testa in genere, ad esempio gli atti o le situazioni che provocano piacere (mangiare un buon cibo, fare sport,…).

L’azione analgesica delle morfine endogene è sfruttata da alcune “pratiche” mediche: l’agopuntura, ad esempio, ha lo scopo di riequilibrare l’organismo agendo proprio sulla produzione di endorfine e di altri ormoni, come la serotonina (“l’ormone della felicità”).

Ci sono dei punti del corpo, detti “trigger” (punti-grilletto) che stimolati con gli aghi promuovono il rilascio delle endorfine, con i conseguenti effetti benefici. Cefalee, disturbi gastrointestinali e una vasta gamma di altre condizioni in cui sono coinvolti cali delle endorfine, possono trovare così risoluzione o valido supporto, nell'agopuntura.

Regolano il ciclo mestruale.

Si pensa che una riduzione delle concentrazioni di endorfine, che normalmente vengono prodotte dall'organismo, provochi l'aumento dello stress psicologico che è alla base della sindrome premestruale. La sindrome premestruale è quell'insieme di sintomi fisici e psicologici che insorgono nei giorni prima delle mestruazioni..

Buonumore contro la depressione.

Le endorfine hanno un effetto antidepressivo, che ha le sue basi nel legame che c’è tra questi ormoni e … il ridere! La risata, o anche un semplice sorriso, promuovono il rilascio di endorfine, che è invece ostacolato negli stati depressivi. Quando ci sentiamo molto giù, proviamo a vedere la nostra depressione solo come una ridotta produzione di endorfine: per uscirne dobbiamo rimettere in moto la loro sintesi! Ridere e fare sport sono le soluzioni che fanno al caso nostro, così come andare in palestra, correre, nuotare, ballare, ma anche farsi fare massaggi, vedere film comici, incontrare amici simpatici, leggere qualcosa di umoristico. Le endorfine sono praticamente antidepressivi naturali, e semplici azioni possono incrementarne i livelli (altro che medicinali)!

Ricerca del piacere e dell’appagamento.

Le endorfine, insieme a noradrenalina e dopamina, intervengono nel meccanismo della “ricompensa cerebrale”, vale a dire la ricerca e la volontà di ripetere tutte quelle azioni che portano ad un piacere. Anche gli stati di profonda emotività raggiunti attraverso alcune tecniche di meditazione sembrano avere la chiave del loro successo nella stimolazione della produzione di endorfine, che regalerebbero il senso di appagamento e pace raggiunto.

Regolazione della temperatura, dell’appetito, delle funzioni intestinali e del sonno.

Le endorfine sono in grado di provocare euforia e sonnolenza, a seconda della quantità rilasciata. Esse, infatti, riducono gli stati di ansia e favoriscono il controllo dell’appetito , la regolazione del sonno e della temperatura corporea, che vengono spesso alterati dai livelli di stress.

Memoria farmacologica.

Le endorfine intervengono nell'effetto placebo, cioè nelle reazioni che un individuo mostra in quanto si aspetta determinate conseguenze. Ad esempio, beviamo un bicchiere d’acqua in cui crediamo disciolte gocce contro il mal di testa... e il mal di testa scompare per davvero! L’effetto placebo è una conseguenza della memoria farmacologica: abbiamo provato gli effetti positivi di un farmaco per cui anche solo credere di assumerlo ci fa star bene! L’effetto placebo è basato proprio sul rilascio delle endorfine, promosso dal piacere, dalla fiducia che sentiamo per la terapia che intraprendiamo, e gli effetti analgesici delle morfine endogene effettivamente finiscono poi col donare benessere.

Promuovono le contrazioni durante il parto.

Studi dimostrano che al momento del parto sia la mamma che il piccolo secernono endorfine, e questo sembra esser una chiave dell’attaccamento speciale tra la madre e il suo bambino! Le morfine endogene al momento del parto si trovano ad agire con un altro ormone proteico, l’ossitocina, che promuove le contrazioni dell’utero per la fuoriuscita del bambino e, dopo, per l’espulsione della placenta. Praticamente, l’immediato attaccamento sentimentale e fisico mamma-piccolo favorito dalle endorfine di entrambi promuove il secondo picco di ossitocina, che non solo permette l’espulsione della placenta ma stimola anche la produzione di prolattina, l’ormone dell’allattamento.

L’altra faccia della medaglia: effetti collaterali di questi ormoni.

Il piacere, la soddisfazione, la sopportazione del dolore….possono avere un lato oscuro? Vediamo alcuni casi in cui le endorfine non sono d’aiuto!

Autolesionismo.

E’ la pratica del “farsi del male”, di danneggiare il proprio corpo provocandogli ferite o imponendogli drastici cambiamenti (per esempio, alcuni casi di anoressia rientrano nell'autolesionismo). Nella maggior parte dei casi, gli autolesionisti si provocano tagli e ferite con oggetti appuntiti; si tratta di gesti incomprensibili eppure ancora una volta la biologia ci viene in “aiuto”. Infatti, continuare a farsi del male non sempre ha solo ragioni psicologiche: le lesioni fisiche promuovono il rilascio di endorfine, che favoriscono la sopportazione del dolore; ciò non scoraggia la ripetitività delle lesioni. Inoltre, le endorfine promuovono sensazioni di piacere e di rilassamento, cosicché molti autolesionisti o non provano affatto dolore nel ferirsi o addirittura provano piacere nel farlo!

Approfondisce come si manifesta l'autolesionismo e quali sono i soggetti a rischio.

Motilità intestinale post-operatoria.

Spesso dopo un intervento chirurgico di una certa portata, si ha un temporaneo blocco intestinale. Lo stress emotivo e fisico connesso all'operazione promuove il rilascio di endorfine e, come abbiamo visto, alcuni recettori di questi ormoni si trovano lungo il tratto gastrointestinale, dove le morfine endogene, insieme a oppioidi spesso somministrati come antidolorifici nella fase post-operatoria, rallentano la motilità intestinale. Ecco perché è prassi piuttosto comune utilizzare ad un certo punto del decorso post-intervento, farmaci che blocchino i recettori degli oppioidi, tra cui quelli delle endorfine, oggi ci sono medicinali di ultima generazione che agiscono selettivamente sui recettori intestinali.

Una scorpacciata di endorfine! Come aumentarle?

Non esistono vere e proprie fonti di endorfine, piuttosto possiamo trovare qualcosa che ci aiuti a incrementarne la produzione!

Abbiamo definito le endorfine come ormoni proteici, quindi sono proteine, fatte di amminoacidi come tutte le altre, e gli alimenti rappresentano una fonte di amminoacidi importante per la loro produzione.

Alimenti.

Ci sono cibi “del buonumore” che proprio per la loro composizione amminoacidica, promuovono la produzione delle endorfine; in generale i cibi dolci e gli zuccheri, stimolano la produzione di beta-endorfine.

Integratori.

Gli integratori che promettono un aumento di endorfine contengono sostanze che ne stimolano la produzione, quali:

Endorfine ed attività fisica.

Nello sport sembrano avere un ruolo d’elite le beta-endorfine, responsabili dei molteplici benefici che possono derivare dall'attività sportiva, tra cui:

Insomma, se fare sport vuol dire “scaricarci”, “sfogarci”, “distrarci”, dobbiamo ringraziare le beta-endorfine!

C’è da aggiungere poi che questi ormoni, sempre perché innalzano la soglia di percezione del dolore, permettono di resistere di più alla fatica, promuovendo una maggiore durata ed efficienza dell’allenamento. E’ stato osservato che negli atleti, o comunque in soggetti che svolgono regolarmente un’attività fisica, le endorfine liberate durante l’esercizio sono degradate più lentamente, con prolungamento dei loro effetti benefici. Ecco perché per gli sportivi più incalliti le morfine endogene possono diventare vere e proprie droghe, con conseguente dipendenza dagli allenamenti: saltare una seduta in palestra vuol dire rinunciare al piacere derivante dal rilascio di endorfine!

Lo “sballo del corridore”

Lo sapevate che dalle endorfine possono scaturire effetti tipici di una droga?

Si parla di “Runner’s High”, lo “sballo del corridore”, per indicare l’euforia, anche piuttosto marcata, che compare dopo un esercizio prolungato (almeno 30 minuti) e che riguarda quindi soprattutto maratoneti e ciclisti. E’ proprio il rilascio di endorfine, che si registra con l’attività fisica, a scatenare questa euforia, come ha dimostrato nel 2008 uno studio condotto dall'Università di Bonn su dieci atleti professionisti in cui sono stati misurati i livelli di endorfine nel cervello prima e dopo l’allenamento.

Droghe.

C’è chi definisce le endorfine delle vere e proprie droghe naturali!

Esistono anche endorfine sintetiche, cioè artificiali, solitamente presenti nelle droghe, e responsabili dell’euforia, felicità, sicurezza in sé stessi e soddisfazione, che le sostanze stupefacenti regalano, seppur temporaneamente. Queste sostanze sono pericolosissime, con effetti dannosi su cervello e muscolatura cardiaca. Provocano ben presto dipendenza e abbassamento della produzione endogena delle morfine, il che spiega la depressione profonda cui vanno incontro coloro che cercano di abbandonarne il consumo.

 

 

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Francesca Maddaloni
(Specialista in biologia e nutrizione)

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