Birra: tipi, calorie, proprietà e controindicazioni

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

La birra è una bevanda molto amata sin dall’antichità: conosciamone i tipi, le calorie, le proprietà e le controindicazioni. Che giovamento possiamo trarre dal suo consumo? E perché non bisogna esagerare? Facciamo un piccolo viaggio nel mondo straordinariamente vario della birra.

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche
    1. Come si prepara?
  2. Tipologie
    1. Bassa fermentazione
    2. Alta fermentazione
    3. Fermentazione spontanea
    4. Analcolica
  3. Valori nutrizionali
    1. Indice glicemico
    2. Calorie
  4. Benefici
    1. Sistema immunitario
    2. Ipertensione
    3. Intestino
    4. Cancro
    5. Colesterolo
  5. Controindicazioni
    1. Sistema nervoso
    2. Gastrite e cirrosi epatica
    3. Cuore
    4. Gravidanza ed allattamento
    5. Gotta
    6. Diabete
    7. Celiachia
  6. Fa ingrassare

Cos'è la birra?

La birra è una bevanda alcolica ottenuta grazie alla fermentazione dell’orzo maltato e insaporita con il luppolo. La fabbricazione di tale prodotto affonda le sue radici in profondità nella storia umana: si sa che veniva prodotta, addirittura, già nel 4000 a.C. dai Sumeri!

Le materie prime indispensabili per realizzarla sono.

Quando questi microrganismi vengono introdotti nel mosto, in esso si trovano zuccheri fermentabili come il glucosio e il maltosio (disaccaride formato da due unità di glucosio); e non fermentabili come le destrine, zuccheri ramificati con un P.M. (peso molecolare) medio-basso. Queste ultime non danno dolcezza alla birra, perché sono formate da più di quattro unità di glucosio, ma le impartiscono consistenza.

Prima di andare avanti, però, scopriamo come avviene la complessa preparazione di questa bevanda amata in tutto il mondo!

Come si prepara questa bevanda.

La birrificazione consiste di tre fasi: maltazione, brassaggio e fermentazione.Ora descriviamo nel dettaglio ognuna di esse:

La maltazione è il passaggio dall'orzo al malto che, a sua volta, si suddivide in tre processi:

Il brassaggio trasforma il malto in mosto; anche questa fase si compone di diversi procedimenti:

La fermentazione trasforma il mosto in birra. Portata la cotta di birra a una temperatura consona, si introduce il lievito adatto. Bisogna poi fornire al mosto l’ossigeno, utilizzato dai lieviti per sintetizzare acidi grassi ed ergosterolo, costituenti della membrana cellulare, e acidi nucleici, per la replicazione del DNA. Insomma, l’ossigenazione del mosto serve a creare in esso una “comunità di lieviti”sana e forte! Questi ultimi consumano l’ossigeno in 2-24 ore, dopodiché iniziano a lavorare sugli zuccheri semplici (glucosio, maltosio), trasformandoli in etanolo e biossido di carbonio. Sempre in questa fase generano quella complessa miscela di sostanze che contribuiscono al gusto e all'aroma della birra: un esempio è rappresentato dagli esteri, molecole che donano un sentore di frutta (banana, etc.).Quando i substrati fermentabili iniziano a scarseggiare comincia la sedimentazione, che dura uno-due giorni; nel sedimento si trovano anche cellule morte.Dopo questa prima fermentazione si trasferisce la futura birra in un nuovo contenitore per la seconda fermentazione. Essa permette di avere un prodotto saturo di anidride carbonica, limpido, nel quale i diversi sapori sono bilanciati.Prima di essere imbottigliata la birra subisce un’altra filtrazione.Alcuni tipi di birra subiscono una terza fermentazione: poco prima di sigillare le bottiglie, si aggiunge una piccola quantità di lievito.

Prima di poter essere consumata, la bevanda necessita di un paio di mesi per maturare e deve essere tenuta lontano da fonti di luce e di calore.

Quali sono i tipi di birra, e gli stili?

Le varie tipologie di questa bevanda, nel linguaggio tecnico, vengono detti stili di birra, i quali sono moltissimi, diversi per gradazione alcolica, colore, procedimento usato per prepararli…

Per semplicità sono suddivisi in tre grandi gruppi:

Birre a bassa fermentazione o Lager.

Sono conosciute col nome di Lager (che in tedesco significa “magazzino”) e la loro produzione è cominciata qualche secolo fa.

Delle tre macro-categorie sono quelle più diffuse al mondo. Di seguito ne elenchiamo alcune:

Ad alta fermentazione o Ale.

Generalmente chiamate Ale, la loro tradizione è millenaria e fa parte del patrimonio birrario britannico, irlandese, belga, olandese, tedesco. Sorseggiare una di queste birre significa fare un’esperienza sensoriale più complessa rispetto al bere una birra a bassa fermentazione!

Eccone alcune originarie della Gran Bretagna:

Tra le Ale irlandesi, invece, ricordiamo la Stout: una birra dal basso grado alcolico, inferiore al 5% alc. Vol., nera o comunque molto scura perché ottenuta con un tipo di malto estremamente tostato. Al gusto si avverte la presenza decisa dell’aroma di caffè tostato, cacao e liquirizia. Ne esistono diverse varianti, tra cui:

Passiamo alle Ale belghe, che sono più fruttate e speziate di quelle inglesi. Ricordiamo le seguenti:

Infine. menzioniamo una Ale tedesca, la Weizen: viene preparata usando sia orzo che frumento, entrambi maltati. Acidula e molto rinfrescante, ha una colorazione dorata e solitamente è opaca per la presenza di lievito, che partecipa al gusto della birra. Contenuto alcolico: 5-6%.

A fermentazione spontanea o Lambic.

Anche se ne fanno parte bevande come la Buoza, una birra africana, e altre, questa categoria si identifica soprattutto con il Lambic, che è molto particolare. Infatti, prodotto in una regione del Belgio a partire dall’orzo e dal frumento maltato, quando giunge il momento della fermentazione, il mosto viene lasciato in vasche esposte all’aria.

I lieviti presenti nell’aria di questa regione (del genere Brettanomyces) colonizzano il mosto: ecco perché si parla di fermentazione spontanea! Il prodotto viene poi trasferito in botti, nel legno delle quali sono presenti altri lieviti selvaggi. Ne deriva una birra povera di biossido di carbonio e acidula, dalla quale si ottengono diverse bevande, tra cui:

Come è fatta la birra analcolica?

Giunti a questo punto, tra le varie tipologie presenti sul mercato, non possiamo non citare anche le birre analcoliche!

È vero: per molti appassionati sono una sorta di eresia e proprio non vedono il senso della loro esistenza; tuttavia esse possono essere una buona alternativa per chi si offre di guidare al termine di un’uscita di gruppo, ma anche per chi apprezza il sapore della birra e non l’alcol. Allora, come si ottiene la birra analcolica? Basta rimuovere gran parte dell’etanolo dalla bevanda, per esempio con l’impiego di temperature elevate. In Italia, per restare in ambito nazionale, la massima percentuale di alcol etilico (ossia di etanolo) consentita per questa tipologia è dell’1,2%

Valori nutrizionali della birra.

Riportiamo di seguito i valori di una chiara (quantità in 100 ml):

La birra contiene quindi una certa quantità di proteine di modesto valore biologico ma anche oli essenziali. Sono presenti anche modeste quantità di vitamina tra cui la B6: 0,14 mg, Vitamina B2 (riboflavina): 0,15 mg .

Calorie.

L’apporto calorico varia a seconda del tipo di birra.

100 ml di birra apportano in media 43 kcal.

100 ml di birra analcolica 26 kcal

A cosa sono dovute tali differenze caloriche? Un’importante contributo alle calorie della birra è dato dall'etanolo, la cui percentuale può variare tra il 3% e il 12% a seconda dello stile. Un grammo di etanolo apporta 7 Kcal, che vengono dette vuote perché l’alcol etilico non è un nutriente: infatti non dà alcun contributo utile alla vita delle cellule!

Diversamente da altre bevande alcoliche, l’energia è ottenibile anche dai carboidrati, cioè dalle destrine, che nell'intestino tenue vengono degradate a glucosio grazie agli enzimi amilasi pancreatica e amilo-1,6-glucosidasi. La loro presenza in quantità non irrisoria, unita a quella di vitamine e minerali, eleva la birra al rango di alimento.

Indice glicemico.

La birra ha un alto indice glicemico pari a 110.

Benefici della birra.

Come tutti gli alimenti, anche la birra ha dei pro e dei contro! Adesso, infatti, è il momento di presentare le proprietà benefiche di alcuni componenti della bevanda.

Ecco alcune sostanze presenti nella birra che si rivelano benefiche per la nostra salute:

Rinforza il sistema immunitario.

Le vitamine del gruppo B che si trovano nella bevanda grazie al lavoro svolto dai lieviti sono coinvolte in moltissime reazioni metaboliche. Esse sono fondamentali per il corretto sviluppo dei globuli rossi, per il funzionamento dei sistemi nervoso e immunitario.

E’ adatta in caso di ipertensione.

Potassio (molto) e sodio (poco): grazie alle giuste quantità di questi due elementi, la birra è adatta per chi soffre di ipertensione, poiché favorisce l’escrezione di acqua e sodio (De Stefano e Montanari). Inoltre, la bevanda contiene più magnesio che calcio, il che rappresenta un fattore protettivo contro lo sviluppo di calcoli.

Regola l’intestino.

Le fibre alimentari sono carboidrati che non possono essere digeriti e assorbiti nell'intestino tenue. Per cui, giunti integri nell'intestino crasso, diventano nutrimento per i batteri che popolano il colon. Nello specifico, l’aggettivo solubile indica che queste fibre, a una concentrazione di circa 2 g/L, formano nella birra una soluzione viscosa con l’acqua. Dalla fermentazione di tali fibre, i batteri ricavano energia, così da poter sopravvivere e riprodursi, impedendo la colonizzazione dell’intestino da parte di patogeni.

Aiuta a prevenire il cancro.

Lo xantumolo, una molecola proveniente dal luppolo, ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, anticancerogeniche. Le proprietà antitumorali dello xantumolo vanno a braccetto con quelle antiossidanti e antiinfiammatorie, perché le ROS (radicali liberi che provocano ossidazione) causano la rottura dello scheletro del DNA e generano mutazioni puntiformi. Quindi, combattendo l’ossidazione, si combatte anche la possibilità di sviluppare tumori!

Lempereur e collaboratori, conducendo una ricerca sul Tetra-idro-iso-α-acidi (THIAA) del luppolo (derivati degli α-acidi), hanno visto che riducono la proliferazione delle cellule cancerose MCF-7, stimolata dall'estradiolo, il principale ormone sessuale femminile (le MCF-7 sono cellule di carcinoma duttale invasivo della mammella).

Riduce il colesterolo cattivo.

Secondo l’American Heart Association (AHA), l’assunzione moderata di alcol etilico comporta un lieve aumento delle HDL, lipoproteine che rimuovono il colesterolo dalle arterie (e per tale ragione vengono dette “colesterolo buono”);

Arrivati a questo punto, verrebbe da chiedersi: allora la birra è una sorta di bevanda miracolosa? In realtà, no! Le molecole sopracitate, infatti, devono essere presenti in determinate quantità per dare l’effetto desiderato e non è affatto scontato che siano abbondantemente presenti nella birra.

Per quanto concerne l’etanolo, i suoi effetti riguardano un consumo che non va oltre due-tre unità alcoliche al giorno per gli uomini (36 g di alcol) e una-due unità alcoliche al giorno per le donne (24 g di alcol), visto che queste ultime possiedono meno acqua corporea e una minore capacità di metabolizzare l’alcol.

Al contrario, sai a cosa può nuocere questa bevanda?

Controindicazioni ed effetti collaterali della birra.

Gli effetti collaterali della birra sono dovuti soprattutto all'alcol etilico.

Ma cosa accade a questa sostanza quando viene introdotta nell'organismo?

Per prima cosa giunge nello stomaco, dove l’enzima alcol-deidrogenasi gastrica ne processa una parte. La restante viene assorbita a livello dell’intestino tenue, finendo nel circolo sanguigno portale e quindi nel fegato. Qui esistono due vie:

Ora, poiché questi sistemi lavorano a una certa velocità, non sono in grado di metabolizzare ingenti quantità di etanolo introdotte in poco tempo! Di conseguenza, l’alcol etilico può raggiungere tutti gli organi, usando il sangue come un taxi, con numerose conseguenze. Ecco le principali:

Ha effetti negativi sul sistema nervoso centrale (SNC).

L’alcol attraversa facilmente la barriera emato-encefalica, entrando a contatto con le cellule nervose. In generale, l’etanolo interferisce con la glutammina, neurotrasmettitore eccitatorio (i neurotrasmettitori sono piccole molecole che i neuroni sfruttano per inviare segnali) e potenzia l’attività dell’acido γ-amino butirrico (GABA), neurotrasmettitore inibitorio. Risultato? Diminuisce l’attività di alcuni gruppi di neuroni. Vediamo come vengono alterate le funzioni di diverse zone del SNC:

Se l’assunzione di grandi quantità di etanolo è cronica, i neuroni si adatteranno e, a un certo punto, cominceranno ad avere “fame di etanolo”, senza il quale insorgerà una crisi di astinenza. A questo punto la situazione precipita: la tossicità di tale molecola ucciderà gradualmente i neuroni, portando a un decadimento delle funzioni cerebrali!

Un altro aspetto da tener presente è che l'alcol interferisce con l’assorbimento delle vitamine, come la tiamina, provocando negli alcolisti una neuropatia periferica. Essa coinvolge soprattutto gli arti inferiori, producendo sintomi come:

Provoca gastrite e cirrosi epatica.

L’alcol irrita le mucose, provocando gastriti ed esofagiti, ma è una situazione reversibile; diverso è il caso della cirrosi epatica, cioè la degenerazione causata dall'infiammazione cronica del fegato, che diventa ricco di setti fibrosi. Il fegato cirrotico oppone molta resistenza al sangue che sta tornando al cuore e, in conseguenza di ciò, si formano varici esofagee. Di cosa si tratta? Sono dilatazioni sacciformi delle vene della parete dell’esofago, che rompendosi provocherebbero un’imponente perdita di sangue, mortale se non trattata! Inoltre, l’abuso di bevande alcoliche aumenta il rischio di sviluppare un tumore al fegato, ma anche al pancreas o in altri organi.

Ha dannosi effetti sull'apparato cardiovascolare.

Secondo l’American Heart Association, l’abuso di alcol comporta:

E’ controindicato in gravidanza e allattamento.

Assumere etanolo in gravidanza, specialmente nei primi due mesi (cruciali per un corretto sviluppo di tutti gli organi), aumenta il rischio di:

Il consumo di alcol è altresì sconsigliato nel corso dell’allattamento perché passa al neonato!

Può causare attacchi di gotta.

Uno studio pubblicato da Choi e Curhan ha mostrato che l’assunzione di questa bevanda fa aumentare significativamente i livelli di acido urico nel sangue. Ciò può diventare un problema, perché se la concentrazione sorpassa i 7,0 mg/dL (iperuricemia) si scatena un attacco di gotta, cioè una forma di artrite causata dalla deposizione di cristalli di acido urico all'interno delle articolazioni.

E chi ha il diabete può consumare birra?

In questo caso, l’ultima parola spetta sempre al medico curante, che deciderà anche la quantità massima da ingerire al giorno. Tuttavia, i diabetici devono sempre tenere a mente che la birra non va mai consumata fuori dai pasti perché:

Non è adatta ai celiaci.

Infine, l’orzo, il principale cereale della birra, contiene glutine, come pure il frumento; dunque, le birre preparate con questi cereali non sono adatte ai celiaci, ossia gli intolleranti al glutine! Per venire incontro a queste persone vengono, però, fabbricate delle birre usando cereali senza glutine, come il granoturco, il riso o il sorgo.E ora, eccoci alla fine dell’articolo!

Fa ingrassare?

La birra, pur avendo un basso apporto calorico, favorisce l’accumulo di adipe grazie alla presenza di alcol etilico che inibisce l’ossidazione degli acidi grassi e viene convertito in grasso che si accumula soprattutto nella fascia addominale .

Inoltre l’alcol stimola l’appetito e favorisce l’assunzione di alimenti ipercalorici e ben poco nutrienti il cosiddetto “cibo spazzatura”! che porta al sovrappeso e all'obesità.

Informazioni Sugli Autori:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

Consulente Scientifico:
Giada Zanza
(Specialista in medicina e chirurgia)

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