Un percorso alla scoperta del diabete in gravidanza, per individuarne i sintomi (quando ci sono), le cause e gli eventuali rischi per mamma e bimbo. Scopriremo inoltre come sia importante seguire una dieta corretta e quindi quali cibi evitare e quali invece vanno assunti.
Il diabete è un disordine del metabolismo, che può interessare anche le donne in attesa di un figlio. Conoscerne i sintomi (quando ci sono), le cause e gli eventuali rischi per mamma e bimbo è molto importante esattamente come capire cosa fare per ridurre questi rischi. Naturalmente la prima cosa da fare è distinguere le mamme diabetiche prima della gravidanza (ovvero con diabete pre-gravidico) e quelle che lo sviluppano durante la gestazione (cioè con diabete gestazionale).
Nei casi di diabete precedente al concepimento, la futura mamma, di solito, conosce già bene la malattia.E questo è indubbiamente un aspetto positivo!
Nel corso dei mesi o degli anni ha imparato a conviverci ed a gestirlo, nella maggior parte dei casi sa cosa mangiare, come comportarsi con l’insulina o con i farmaci da assumere per controllarlo.
Sa che deve fare attenzione al peso corporeo, ad un eventuale aumento della pressione arteriosa o a possibili segni di patologie collegate al diabete (disturbi visivi, problemi renali ecc).
Inoltre la futura mamma già diabetica, è sempre seguita dal diabetologo o dal centro diabetologico ospedaliero e questo è un altro aspetto positivo!
Cosa resta dunque da fare prima della gravidanza?
Programmarla adeguatamente, parlando con il proprio compagno (nonché futuro papà) e chiedendo aiuto al ginecologo, se occorre.
Così facendo si ha la possibilità di controllare:
Il decorso del diabete.
Lo stato di salute del bebè.
La struttura ospedaliera e la modalità di parto più adatte a lietissimo evento!
Diabete mellito gestazionale (DMG) è il termine con cui si indica invece la forma di diabete che colpisce le donne in dolce attesa, ed indica quindi l’aumento della concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue di una donna in gravidanza.
L’aggettivo “mellito”, ossia dolce, indica la possibile presenza di glucosio nelle urine delle persone diabetiche. Generalmente compare dopo la 24esima settimana di età gestazionale ma se la mamma è in forte sovrappeso, si può riscontrare già a partire dalla 16 esima settimana.
Esso si differenzia dal diabete pre-gravidico perché:
Non è presente al concepimento e nemmeno nelle prime settimane di gestazione.
Non è permanente, dunque scompare alcune settimane dopo il parto.
Il Ministero dalla Salute nel 2011, e succesivamente nel 2014, ha elaborato una semplice tabella che stabilisce quali sono i valori di glucosio plasmatico (glicemia) oltre i quali, nelle future mamme, si fa diagnosi di diabete gestazionale.
I valori sono espressi in milligrammi di glucosio contenuti in un decilitro di sangue.
Glicemia Plasmatica |
mg/dl |
Digiuno |
uguale o superiore a 92 |
Dopo 1 ora |
uguale o superiore a 180 |
Dopo 2 ore |
uguale o superiore a 153 |
Questi valori vengono misurati mediante Oral Glucose Tolerance Test (OGTT).
Tutte le donne che aspettano un bambino, si sottopongono al test di screening per il diabete gestazionale;
Solo quelle che risultano positive allo screening effettuano anche il test diagnostico (OGTT).
Test di screening per il diabete gestazionale Tutte le mamme attorno alla 26esima settimana di gravidanza (ma a volte già alla 16esima o 18esima) effettuano il Glucose Challenge Test (GCT) o Test di Carpenter o mini curva da carico di glucosio. Il nome è complicato ma l’esame è molto semplice e non invasivo: dopo un primo controllo della glicemia a digiuno, la mamma deve bere 50 grammi di glucosio in circa 5 minuti. Dopo un’ora si misura nuovamente la glicemia mediante prelievo di sangue. Dal momento dell’assunzione del glucosio a quella del nuovo prelievo la gestante dovrà stare in una situazione di riposo per non alterare i valori della glicemia. La parte senza dubbio più sgradevole di questo test è bere la soluzione glucosata...dolcissima e vischiosa! Chi l’ha già fatto potrà confermare! |
Se il valore è superiore o uguale a 140mg/dl, niente panico! Il test è positivo ma non si può ancora fare diagnosi di diabete gestazionale. Si deve eseguire il test diagnostico vero e proprio.
Test diagnostico del diabete gestazionale Si chiama Oral Glucose Tolerance Test (OGTT), il nome è ancora complesso ma in realtà si tratta dello stesso esame dello screening effettuato dopo aver bevuto 75 g di glucosio, a cui seguono due prelievi di sangue: il primo dopo un’ ora ed il secondo dopo due ore. Attenzione: a scopo diagnostico, in alcune regioni italiane, viene effettuato l’OGTT con 100g di glucosio. Per correttezza informativa però, il test approvato dal Ministero della Salute, nelle linee guida per il diabete gestazionale del 2011, è l’OGTT 75g. |
Se i valori glicemici sono uguali o superiori a quelli riportati in tabella, c’è la diagnosi di diabete mellito gestazionale (DMG).
Una volta fatta la diagnosi, il ginecologo ed il diabetologo seguiranno la mamma passo dopo passo per insegnarle a gestire nel miglior modo possibile l’aumento della glicemia, limitandolo e contrastandolo anche, se occorre, utilizzando l’insulina.
Si procede misurando i livelli di glicemia attraverso una piccola puntura sul polpastrello del dito di una mano e versando una goccia di sangue in un piccolo apparecchio, simile ad un cronometro, che in pochi secondi, indicherà sul display il livello di zucchero nel sangue.
Se è alto, allora si assume insulina.
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas, che permette al glucosio di essere utilizzato nelle cellule. Se il pancreas non produce abbastanza insulina la si assume dall’esterno, attraverso piccole iniezioni sottocutanee praticamente indolori.
Il tipo, la quantità, le modalità di assunzione dell’insulina sono variabili da donna a donna e dipendono dai valori della glicemia di quel momento.
Occorre essere precise nei controlli e seguire sempre le indicazioni del diabetologo.
Una volta accertata la presenza DMG, clinicamente si parla di “gravidanza a rischio”.
La parola d’ordine è niente panico!
La classificazione “a rischio” non è un aspetto sempre e solo negativo. Serve:
Ai medici di base ed ai colleghi specialisti, per indicare che quella mamma ed il suo bimbo, vanno controllati un po’ più da vicino. Ad esempio attraverso esami del sangue o controlli ecografici più frequenti.
Alle mamme per avere più tutele legali sul lavoro, se, ad esempio hanno la necessità di assentarsi più frequentemente per accertamenti o ricorrono al congedo di maternità anticipato.
E’ naturalmente necessario imparare:
A monitorare i valori glicemici a casa.
Ad assumere insulina se serve.
Ad alimentarsi in modo adeguato.
A fare più attività fisica (niente scuse! 20 minuti di passeggiata al giorno sono sufficienti!).
Tuttavia facendo attenzione ai suggerimenti dei medici, il temuto “rischio” è ridotto davvero al minimo!
2 Quali sono i sintomi del diabete in gravidanza?
Domanda frequente e risposta semplice: di solito non ci sono sintomi.
Il diabete gestazionale, a differenza di quello pre-gravidico (ossia presente prima del concepimento) solitamente è asintomatico.
Oppure la sintomatologia è talmente lieve da poter essere confusa con i disturbi tipici della gravidanza:
Lieve aumento della sete.
Necessità di fare spesso pipì.
Nausea.
Affaticamento.
Le sole manifestazioni di questo tipo di alterazione metabolica sono:
L’aumento dei livelli della glicemia a digiuno, dopo i pasti e dopo OGTT.
La presenza di glucosio nelle urine (glicosuria).
Livelli glicemici di riferimento a digiuno
Valori normali Valori alterati Valori per diabete |
60-110 mg/dl 110-125 mg/dl uguali o superiori a 126 mg/dl |
Provando a guardare il referto di esami delle urine, anche passati, alla voce “glucosio” si deve leggere la scritta “assente”.
Quando si riscontra glucosio nelle urine, significa che nelle 24 ore precedenti, i livelli di glicemia nel sangue hanno superato i 180 mg/dl!.
Al di sotto di questo valore, infatti, il rene riassorbe il glucosio, evitando che finisca nella pipì.
Quindi, in presenza di glicosuria è opportuno contattare subito il medico curante o il ginecologo!
E’ facile capire come sia impossibile individuare il diabete gestazionale senza fare analisi del sangue, delle urine, test di screening ed eventualmente test da carico di glucosio (OGTT).
Alla base della comparsa del diabete, c’è sempre un’alterazione del modo in cui viene metabolizzato il glucosio.
Tale anomalia impedisce agli zuccheri assunti con l’alimentazione, di entrare nelle cellule degli organi e dei tessuti, per essere utilizzati e consumati. Essi restano ed anzi si accumulano nel sangue, stimolando il pancreas a produrre insulina cheè un ormone fondamentale, come già detto, per aiutare le cellule a “catturare” ed utilizzare il glucosio circolante nel sangue, abbassandone i livelli.
Tuttavia in gravidanza la placenta, l’organo deputato a nutrire ed ossigenare il bambino nell’utero, secerne una grande quantità di ormoni. Uno di essi, l’ormone lattogeno placentare (HPL) va ad interferire con l’attività insulinica e provoca una diminuzione della sensibilità delle cellule all’insulina stessa. Questo fenomeno si chiama insulino-resistenza.
In risposta a ciò il pancreas, nella maggior parte delle donne, aumenta il suo “lavoro” producendo più insulina, mano a mano che la gravidanza prosegue.
In alcune mamme questo aumento però non si verifica, il glucosio nel sangue si accumula e causa il diabete gestazionale.
Alcuni fattori predisponenti sono:
Età superiore a 35 anni.
Indice di massa corporea (BMI) superiore a 30.
Familiari di primo grado diabetici (genitori, fratelli o sorelle).
Precedente gravidanza con diabete gestazionale.
Precedenti figli con peso alla nascita superiore a 4 kg.
Etnia asiatica e medio-orientale.
Anche in questo caso occorre fare una piccola distinzione tra mamme con diabete prima della gestazione e mamme che lo sviluppano durante i mesi di attesa.
Diabete pre-gravidico
Se una donna con diabete (Tipo 1- insulino dipendente oppure Tipo 2 non insulino-dipendente) desidera avere un figlio, quasi tutti i rischi si possono prevenire avendo la semplice precauzione di programmare adeguatamente la gravidanza stessa.
Questo consente alla futura mamma di:
Tenere sotto controllo i livelli glicemici, nelle settimane che precedono i tentativi di concepire (cosa che abitualmente fanno tutti i pazienti diabetici nel corso della vita).
Prevenire o correggere le anomalie o gli scompensi metabolici, con l’aiuto del diabetologo ed il supporto del ginecologo.
Evitare le malformazioni del primo trimestre di gestazione frequenti solo in caso di scompenso o iperglicemia prolungati nei mesi precedenti ed iniziali della gravidanza.
Anomalie congenite più comuni nei nati da mamme diabetiche.
Scheletro e sistema nervoso:
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Cuore:
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Rene:
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Apparato gastro-intestinale:
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Altro:
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Le complicazioni più frequenti nelle mamme si possono dividere in 2 grandi gruppi: rischi in gravidanza e rischi durante il parto.
Rischi materni in gravidanza: |
Rischi materni durante il parto: |
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Diabete gestazionale: quali sono i rischi fetali?
Le complicanze più frequenti a carico del prodotto del concepimento (termine clinico per indicare l’embrione ed il feto) possono verificarsi durante la vita intrauterina o al momento della nascita.
Rischi fetali intrauterini |
Rischi fetali alla nascita |
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Se viene fatta diagnosi precoce di diabete gestazionale e viene trattato in modo adeguato, i rischi materni e fetali risultano del tutto paragonabili a quelli di una gravidanza fisiologica.
La diagnosi indubbiamente fa paura ai futuri genitori ma è anche una grandissima opportunità per prevenire e gestire qualunque complicanza.
Si. Come conseguenza del disturbo sviluppato durante la gravidanza, madre e figlio hanno maggiori possibilità di sviluppare diabete di Tipo 2 nel corso della vita.
In particolare per la donna il rischio è aumentato nei 5 anni successivi alla gravidanza mentre per il bambino, se il peso alla nascita era superiore a 4,5 kg, c’è una maggiore incidenza di obesità nell’infanzia e diabete già nell’adolescenza.
Naturalmente un controllo adeguato della crescita e dello sviluppo neonatale, da parte della mamma, del pediatra e, se occorre, di un medico nutrizionista, possono ridurre molto la comparsa di obesità e diabete, garantendo al bambino una vita sana ed assolutamente normale.
Questo argomento è molto vasto ed articolato: sul web, su giornali, riviste e in televisione si possono leggere ed ascoltare i consigli più disparati.
Esistono donne in forte sovrappeso in cui può essere importante una diminuzione dell’apporto di calorie durante la gravidanza, specie se complicata da diabete.
Tuttavia la donna incinta diabetica, di solito, non deve seguire una “dieta” intesa come “dimagrante” ma piuttosto un regime alimentare corretto, con lo scopo di mantenere controllati i livelli di glucosio nel sangue.
La parola d’ordine durante la gravidanza con diabete (pre-gravidico o gestazionale) è evitare il fai da te..
Il centro diabetologico, il diabetologo di fiducia ma anche il ginecologo ed il medico di base, sono le figure di riferimento per individuare la giusta alimentazione in questo momento cosi delicato nella vita di una donna.
Come è facile capire non è consigliabile indicare un piano alimentare adatto a tutte.
In ogni caso ci sono alcune regole generali che restano valide sempre in caso di diabete.
Puoi approfondire qual'è la dieta corretta per il diabete.
Alimenti sconsigliati nel diabete in gravidanza:
Dolci.
Bibite gassate e succhi di frutta zuccherati.
Miele.
Frutta candita.
Zucchero da tavola.
Questi cibi infatti sono zuccheri semplici, cioè forniscono elevate quantità di glucosio subito disponibili nel sangue. Essi causano il tanto temuto “picco glicemico”, ovvero un aumento improvviso della glicemia, da evitare in gravidanza ed in tutti i casi di malattia diabetica!
Alimenti consigliati nel diabete in gravidanza:
Tutti i tipi di cereali integrali.
Pane, pasta e riso prevalentemente integrali (gli amidi non vanno eliminati ma solo moderati!).
Polenta e patate senza esagerare.
Latte e latticini.
Verdure, specie se di stagione (cavoli, verze, pomodori, carote, legumi, broccoli, spinaci).
Frutta fresca meglio se di stagione (agrumi, meloni, fragole, albicocche, pesche, uva spina).
Carne e pesce (ma anche pollame e uova).
Questi alimenti contengono alcuni tipi di amidi o zuccheri complessi, con basso indice glicemico, cioè in grado di evitare i picchi dannosi menzionati sopra.
Durante la gestazione è importante assumere:
Carboidrati circa il 50-55% soprattutto zuccheri complessi.
Fibre in elevate quantità.
Proteine circa il 20-25%.
Grassi circa 20-30%, meglio se vegetali.
Tutti i principi nutritivi sono, infatti, fondamentali per consentire al feto di crescere e svilupparsi in modo corretto. Occorre solo trovare il giusto equilibrio per ciascuna mamma e per il suo bambino, sempre con con i suggerimenti di un esperto (nutrizionista o diabetologo).
Mamme vegetariane e vegane, durante la gravidanza, dovrebbero farsi consigliare dallo specialista gli alimenti idonei a sostituire i prodotti di origine animale, se e quando possibile e soprattutto le quantità adeguate da assumere!
Come è facile intuire da questo lungo viaggio nel mondo del diabete in gravidanza, la prima cosa da fare è mantenere la calma.
Alla diagnosi di diabete gestazionale o se si vuole cercare una gravidanza essendo già diabetiche.
Ecco un breve riepilogo. di cosa occorre fare:
Mamma diabetica prima della gravidanza:
Controllo dello stato di salute generale, peso, pressione arteriosa (ogni settimana).
Esami del sangue e delle urine, secondo indicazione del ginecologo.
Controllo valori glicemici a digiuno e dopo i pasti.
Visita ed ecografia del feto (ogni 2 o 3 settimane, secondo indicazione del ginecologo).
Controllo dei dosaggi di insulina (che andranno riadattati dopo il concepimento e per tutta la gravidanza).
Interruzione dei farmaci ipoglicemizzanti orali, se assunti in precedenza e loro sostituzione con l’insulina.
Alimentazione corretta.
Attività fisica adeguata.
Monitoraggio ecografico della salute e dell’accrescimento fetale.
Valutazione della struttura e della modalità di parto più adatta.
Mamma con diabete gestazionale
Controllo dello stato di salute generale, peso, pressione arteriosa (ogni settimana).
Esami del sangue e delle urine, secondo indicazione del ginecologo.
Controllo dei valori glicemici a digiuno e dopo i pasti.
Visita ed ecografia del feto (ogni 2 o 3 settimane, secondo indicazione del ginecologo).
Eventuale assunzione di insulina se ritenuta necessaria dal diabetologo.
Alimentazione corretta.
Attività fisica adeguata.
Monitoraggio ecografico della salute e dell’accrescimento fetale.
Anche questo argomento è molto dibattuto!
Il DMG non è ad oggi una controindicazione assoluta al parto spontaneo.
Molti ginecologi però considerano questa alterazione metabolica, un’indicazione al taglio cesareo programmato, specie se durante la gravidanza sono insorte complicazioni.
Occorre considerare bene il peso fetale nelle ultime settimane di gravidanza, la condizione generale della partoriente e, nel diabete pre-gravidico, valutare se ci sono patologie che possano rendere sconsigliabile un parto spontaneo (ad esempio, a livello della circolazione capillare oculare).
In tutti i casi infine è auspicabile scegliere, per la nascita del bebè, un ospedale attrezzato con servizio diabetologico e terapia intensiva neonatale.
Non esiste una terapia adatta per ogni donna con diabete in gravidanza.
A volte è sufficiente la dieta, un po' di esercizio fisico ed una leggera perdita di peso, per risolvere l’iperglicemia. Altre volte occorre assumere insulina.
La terapia però va “costruita addosso” ad ogni donna, in base al suo metabolismo, al suo stato di salute, alle esigenze nutrizionali ed abitudini di vita.
In gravidanza, tuttavia, prima di assumere qualunque tipo di farmaco, trattamento omeopatico od integratore alimentare è sempre opportuno consultare il medico, ginecologo o il diabetologo.
Il diabete gestazionale è una complicanza della maternità insidiosa e può creare problemi anche seri a madre e figlio ma non bisogna avere paura della diagnosi!
Quando i livelli di glicemia sono ben controllati, mamma e bambino arrivano al tanto atteso momento della nascita, senza significative differenze rispetto alle gestazioni fisiologiche.
La mancata diagnosi è il vero pericolo!
Una volta scoperto e conosciuto il nemico, la scienza ha messo a disposizione di tutte le mamme un esercito di armi efficaci e sofisticate per combatterlo!
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