Terapia cognitivo comportamentale: come funziona?

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Vitalba Genna
(Specialista in psicologia e psicoterapia sistemico-relazionale)

Utile a curare disturbi d’ansia, disturbi fobici e attacchi di panico analizziamo come la terapia cognitivo-comportamentale agisce attraverso l’utilizzo di tecniche ed esercizi mirati e vediamo quanto sia efficace a ristabilire il normale equilibrio psicologico del paziente.

    Indice Articolo:

Che cos’è la terapia cognitivo-comportamentale?

La terapia cognitivo-comportamentale, o CBT da “Cognitive-Behaviour Therapy”, è un modello di terapia psicologica sviluppato negli Stati Uniti dallo psichiatra Aaron T.Beck tra la fine degli anni ‘60 e gli inizi degli anni ‘70 che si basa prevalentemente sul pensiero e il comportamento, cioè sulla componente conscia dell’individuo; a differenza della psicoanalisi che si basava invece sull’analisi delle dinamiche psichiche inconsce.

Il nome deriva dal fatto che, secondo questo approccio, i disturbi psichici e la psicopatologia siano da attribuirsi ad alterazioni del pensiero e a disfunzioni comportamentali.

Anche le emozioni possono essere spiegate e comprese alla luce della relazione imprescindibile tra emozioni, comportamenti e cognizioni.

In questo senso, se una persona prova paura (emozione) di fronte ad una determinata situazione è perché quella persona ha percepito (cognizione) la pericolosità di una situazione, in seguito a ciò è possibile che il soggetto metta in atto un comportamento difensivo, come il tentativo di fuga.

Finché la “situazione” è oggettivamente pericolosa, come per esempio assistere ad un rapina, definiremmo la paura e il tentativo di fuga un’emozione e un comportamento adattivi (cioè finalizzati ad un buon adattamento dell’individuo all’ambiente circostante) e sani. Non solo, potremmo addirittura affermare che l’assenza di paura o la mancata tendenza a fuggire possano essere considerati patologici.

La questione si complica però quando la situazione in oggetto è neutra, come per esempio vedere una colomba volare accanto a noi. Di per se, infatti, una colomba non è un animale oggettivamente pericoloso e averne paura può risultare esagerato e sproporzionato alla maggior parte delle persone.

Quale è allora la discriminante? Perché alcune persone hanno paura delle colombe e, alla loro vista, provano emozioni negative e mettono in atto comportamenti di fuga mentre altri li osservano senza alcuna paura?

Secondo la CBT, tutto ciò dipende dalle cognizioni e dai comportamenti. Vediamo in dettaglio cosa sono e in cosa si differenziano.

Le cognizioni condizionano il nostro modo di percepire ciò che ci circonda.

Le cognizioni sono i processi mentali che consentono la comprensione, la decisionalità, le valutazioni e l’apprendimento. E’ attraverso di esse che ciascun individuo interpreta l’ambiente circostante e influenza la propria esperienza.

La CBT distingue:

I comportamenti, ovvero i nostri modi di agire nell’ambiente che ci circonda.

I comportamenti sono le manifestazioni visibili, verbali e non verbali, della personalità.

Si tratta di tutte le azioni, parole e gesti appresi durante tutta la vita. L’apprendimento è, infatti, un aspetto importante nello studio dei comportamenti.

A tal proposito, la CBT utilizza il concetto di rinforzo.

Il rinforzo è la ricompensa, materiale o psichica, che un soggetto può ricevere in un determinato momento tale per cui se il soggetto riceve un rinforzo dopo aver messo in atto un comportamento specifico tenderà a ripeterlo nel futuro.

Il concetto di rinforzo viene utilizzato dalla psicoterapia cognitivo comportamentale sia per spiegare il comportamento psicopatologico sia, in terapia, per promuovere l’acquisizione di comportamenti funzionali.

Come funziona?

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) mira, dunque, a modificare i pensieri, le emozioni e il comportamento della persona per aiutarla a superare i problemi.

Essa, partendo dal concetto che pensieri, emozioni e comportamento sono interconnessi, ritiene che occorre modificare i pensieri e i comportamenti negativi, e sostituirli con pensieri, sentimenti e comportamenti più positivi e funzionali.

Il terapeuta aiuta il paziente a identificare i pensieri negativi ed a sostituirli con pensieri più realistici e positivi.

A che serve? I benefici per vari disturbi mentali.

La TCC è una terapia efficace per il trattamento di molti disturbi mentali, tra cui ansia, depressione, disturbi dell'umore, fobie, disturbi della personalità e disturbi alimentari. Inoltre, e può anche essere utile per superare problemi come il dolore cronico.

Terapia cognitivo comportamentale ed ansia.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è un trattamento efficace per diverse forme di ansia, come il disturbo d'ansia generalizzato, il disturbo fobico specifico, il disturbo da attacchi di panico e l'ansia sociale. Essa identifica e modifica i pensieri, le emozioni e i comportamenti che contribuiscono a creare gli stati ansiosi.

Una delle tecniche utilizzate per trattare l'ansia è l'esposizione che consiste nel far gradualmente affrontare al paziente le situazioni o gli oggetti che causano ansia, in modo da ridurre il livello di paura.

La CBT volge un'attenzione particolare all'identificazione e alla modifica di pensieri automatici e disfunzionali, come ad esempio il pensare sempre che possa accadere il peggio e nell'attribuire a tutte le situazioni aspetti negativi.

Inoltre, la CBT si avvale di tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda e la meditazione, per aiutare a ridurre lo stato d'ansia in generale.

Depressione e terapia cognitivo comportamentale.

La terapia comportamentale è un trattamento efficace per la depressione. Una delle tecniche principali utilizzate nella CBT per trattare la depressione è l'identificazione e la modifica di pensieri automatici e disfunzionali. Una volta identificati questi pensieri, il paziente viene aiutato a metterli in discussione, e a valutare la loro attendibilità, in modo da arrivare ad una visione più positiva e meno distorta della realtà.

La CBT inoltre aiuta ad impegnarsi in attività gratificanti che le persone, affette da depressione, smettono di fare, per migliorare l’ umore e aumentare la motivazione.

Anche per la depressione sono utili tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda e la meditazione, per aiutare a ridurre lo stato d'ansia e l'agitazione.

Come superare le fobie con la CBT.

La CBT è un trattamento efficace per diverse forme di fobia, fobia sociale, fobia degli insetti, fobia degli spazi chiusi o aperti. Una delle tecniche principali utilizzate per trattare la fobia è l'esposizione, cioè nel far affrontare gradualmente e in modo controllato alla persona le situazioni o gli oggetti che causano la paura. L'esposizione può essere fatta sia in situazioni reali, sia attraverso mezzi virtuali.

Come per le altre patologie trattate con la CBT, il numero di sessioni necessarie varia a seconda della persona e della forma di fobia di cui soffre, in generale si parla di una decina di sessioni. La CBT per la fobia è generalmente molto efficace e dà risultati rapidi.

Disturbi alimentari con la terapia cognitivo comportamentale.

La terapia cognitivo-comportamentale è efficace per diversi disturbi alimentari come l'anoressia, la bulimia e il binge eating disorder . La terapia cognitivo-comportamentale alimentare (CBT-E ) combina elementi della CBT con elementi di terapia interpersonale e terapia familiare.

Questa terapia mira a modificare il comportamento alimentare, eliminando le abitudini dannose come i rituali alimentari o la restrizione.

Anche la CBT-E include tecniche di rilassamento per aiutare a ridurre lo stato d'ansia e l'agitazione.

Come si svolge la terapia cognitivo -comportamentale?

La CBT è un tipo di terapia direttiva, cioè una situazione di cura in cui il terapeuta assume il ruolo di “istruttore”, fornendo strategie di risoluzione e risposte concrete e attuabili nel presente e nella quotidianità.

Infatti, pur riconoscendo l’origine dei disturbi psichici nel passato o nell’infanzia del soggetto, questo trattamento si concentra esclusivamente sul presente, provando a modificare le cognizioni e i comportamenti disfunzionali.

In particolare, il setting delle terapie è solitamente vis a vis (faccia a faccia), non vengono quindi utilizzati lettini e al paziente non viene chiesto di distendersi, e in un clima disteso e colloquiale vengono affrontati i problemi lamentati dal paziente.

Il metodo della CBT si caratterizza, inoltre, per l’utilizzo di tecniche ed esercizi specifici che, spesso, vengono anche applicati fuori dallo studio sotto suggerimento dello psicoterapeuta. Si tratta dei “compiti per casa” o, dall’inglese homeworks, che hanno proprio la funzione la rinforzare e generalizzare alla vita quotidiana quanto appreso in seduta.

L’originalità della CBT è stata l’elaborazione degli esercizi e delle tecniche utilizzate per il trattamento dei disturbi psicopatologici sopra descritti.

Nella maggior parte dei casi, lo psicoterapeuta decide una o al massimo due tecniche da usare con ciascun paziente e lavora tramite queste nella risoluzione del sintomo psicopatologico. La scelta deriva dal livello di gravità della patologia e dagli obiettivi psicoterapeutici. In genere, è lo psicoterapeuta che, dopo aver conosciuto bene il paziente e aver creato un buon rapporto di fiducia con lui, decide come muoversi e che esercizi svolgere.

In particolare, è possibile raggruppare le principali tecniche terapeutiche come di seguito.

Tabella delle tecniche utilizzate nella CBT.

Tecniche volte a favorire l’apprendimento di comportamenti sani e adattivi o a ridurre l’assunzione di comportamenti disfunzionali e patologici.

  • Lo shaping, cioè il modellaggio attraverso rinforzi continui di comportamenti che si avvicinano al comportamento-obiettivo. In altre parole, si cerca di far gradualmente avvicinare il comportamento dell’individuo al comportamento che si desidera ottenere. Se per esempio il soggetto deve smettere di fumare, gli si chiede di ridurre parzialmente il numero di sigarette fumate al giorno, rinforzando puntualmente ogni diminuzione giornaliera con lodi e complimenti.
  • ll Fading, cioè la dissolvenza graduale degli aiuti che il terapeuta fornisce nella risoluzione di determinati compiti fino ad ottenere l’autonomia dell’individuo.
  • Il chaining, cioè il concatenamento stabile di comportamenti sequenziali che portano all’obiettivo prefissato. Se, per esempio, il paziente deve smettere di bere si procederà con il rinforzo dei comportamenti preliminari come quello di frequentare luoghi in cui non si bevono alcolici, di frequentare gente che non beve fino ad arrivare al rinforzo di non bere nonostante la disponibilità di bevande alcoliche. Si tratta quini del rinforzo di comportamenti che per step permettono di arrivare al comportamento desiderato.

L’extinction, cioè l’indebolimento dei comportamenti disadattivi eliminando i rinforzi che li mantenevano attivi.Se il paziente, per esempio, ha l’ossessione di pulire costantemente le mani, si cercherà di evidenziare come ciò non sia sempre buono e che il lavaggio costante delle mani può addirittura avere degli effetti negativi.

Tecniche di esposizione agli stimoli temuti.

Si tratta di tecniche che, come dice lo stesso nome, espongono il soggetto a stimoli percepiti come negativi, minacciosi o pericolosi. L’esposizione ha l’obiettivo di rimuovere la fobia per lo stimolo attraverso il riconoscimento della non-pericolosità oggettiva dello stesso.

A seconda della modalità di esposizione, possiamo distinguere:

  • La desensibilizzazione sistematica in cui l’esposizione, che può essere immaginativa o effettuata dal vivo, è graduale e diluita nel tempo·
  • Il flooding in cui l’esposizione è improvvisa, massiccia e prolungata. Tale tecnica, però, viene utilizzata molto raramente a causa della sua natura traumatizzante.

Tecniche per modificare il livello di tensione psichica.

Si tratta di tecniche utili a riportare a livelli “normali” lo stato di tensione psichica (arousal) sempre alterato in condizioni di psicopatologia, specie se di tipo ansioso. Tra queste tecniche troviamo:

  • Tecniche di rilassamento, come il training autogeno, con le quali è possibile indurre nel soggetto uno stato psicofisico privo di tensioni.

Approfondisci le varie tecniche di rilassamento.

  • Tecniche di distrazione dallo stimolo temuto con le quali il soggetto viene interessato a stimoli differenti e completamente opporti rispetto a quelli che provocano la sofferenza.

Tecniche per insegnare capacità mancanti.

Vengono di volta in volta concordate con il paziente a seconda delle esigenze dello stesso e delle caratteristiche del contratto terapeutico. L’apprendimento di queste capacità può avvenire attraverso:

  • Il role playing, in cui al paziente viene chiesto di simulare una situazione temuta e provare a mettere in atto nuove e adattive abilità di fronteggiamento.
  • La terapia assertiva durante la quale viene insegnato al paziente come comportarsi ed evitare aggressività e passività.

Il problem solving durante il quale il paziente viene invitato a definire il problema, formulare le alternative possibili e scegliere quelle più efficaci.

Vediamo ora gli esercizi pratici che il paziente deve eseguire per migliorare il proprio stato psicologico.

Gli esercizi cognitivo-comportamentali da fare a casa e in seduta.

Gli esercizi cognitivo-comportamentali sono delle applicazioni delle tecniche sopra esposte. Nel momento in cui lo psicoterapeuta decide di utilizzare una tecnica specifica, vengono assegnati al paziente degli esercizi da fare a casa (gli homeworks) o in seduta.

Tra Gli esercizi più comuni troviamo:

In considerazione di quanto detto finora, è quindi assolutamente impensabile l’idea di applicare queste tecniche in assoluta autonomia dal momento che, trattandosi di strumenti psicoterapeutici, per definizione, è necessaria la presenza di uno psicoterapeuta.

La durata della CBT per adulti e bambini.

La CBT è una psicoterapia a breve termine in quanto, a differenza delle analisi pluriennali di tipo psicoanalitico, essa generalmente dura dai 4 ai 12 mesi.

La frequenza degli incontri è solitamente settimanale e ogni incontro ha la durata di circa un’ora. Nel dettaglio, però, ci possono essere delle variazioni che possono dipendere:

In ogni caso, i tempi ristretti della CBT rappresentano un cavallo di battaglia di questo approccio che, a differenza di altri, permette una risoluzione del sintomo in tempi relativamente brevi, rispondendo così a quelle che sono le esigenze di immediatezza della maggior parte dei pazienti che soffrono.

La CBT può essere usata sia con adulti che con bambini e adolescenti. Per ciascuno di questi disturbi, lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale può scegliere quale delle tecniche e degli esercizi sopra descritti utilizzare. Non esistono delle prescrizioni rigide e predefinite perché tutto dipende dall’obiettivo psicoterapico, dalla gravità del disturbo e dal livello di consapevolezza del disturbo da parte del paziente.

I costi che questo trattamento comporta sono variabili!

Intraprendere un percorso di CBT ha un costo che può variare a seconda di alcune situazioni:

Tenendo conto di queste variabili, possiamo però affermare che in media una seduta in uno studio privato di uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale può costare dai 50 agli 80 euro.

La CBT funziona? Punti di forza e limiti di questa terapia.

I numerosi studi sull’efficacia della psicoterapia hanno dimostrato i benefici della CBT in differenti contesti psicopatologici. E’ possibile pure affermare che la CBT sia una delle tecniche psicoterapiche maggiormente efficaci.

Infatti, la terapia cognitivo-comportamentale vanta alcuni punti di forza di importante rilievo nel panorama dei modelli psicoterapici ed essi riguardano l’utilizzo delle tecniche e degli esercizi sopra descritti nonché la focalizzazione su obiettivi concreti e pratici che, come emerso da numerosi studi, risultano quasi sempre raggiunti.

Tuttavia, la terapia cognitivo comportamentale presenta anche dei limiti: la critica che lo schieramento psicoanalitico (o psicodinamico in genere) rivolge alla CBT riguarda la significazione della psicopatologia e la conseguente definizione degli obiettivi terapeutici. In altre parole, pensare alla psicopatologia come ad una alterazione -quantitativa o qualitativa - del funzionamento cognitivo attuale porterebbe, secondo gli psicoanalisti, alla sottovalutazione dell’influenza che la sfera affettiva e la storia passata (spesso infantile) ha sulla salute psichica del paziente.

In questo modo, affermano i sostenitori dell’approccio psicodinamico, i risultati raggiunti dalla CBT sarebbero superficiali e poco profondi. Inoltre, secondo questa ipotesi, l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale non sarebbe mantenuta nel tempo, portando quindi ad una remissione solo temporanea del sintomo.

Studi e pubblicazioni sulla terapia cognitivo comportamentale.

Ci sono molti studi scientifici che hanno dimostrato l'efficacia della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per diverse patologie mentali. In generale gli studi scientifici hanno anche dimostrato che i benefici della CBT sono a lungo termine e persistono nel tempo. Ecco alcuni studi tra i più recenti che possono essere trovati in diverse riviste scientifiche specializzate, come Journal of Consulting and Clinical Psychology, Behaviour Research and Therapy, e Journal of Cognitive Psychotherapy.i

Informazioni Sugli Autori:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Vitalba Genna
(Specialista in psicologia e psicoterapia sistemico-relazionale)

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