Rimedi naturali per dimagrire: prodotti efficaci per perdere peso velocemente

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

Si può dimagrire velocemente in modo naturale senza ricorrere ai medicinali? Ebbene si, esistono diversi prodotti e strategie che possono favorire il dimagrimento. Partiamo, quindi, alla scoperta dei rimedi naturali più efficaci nella lotta ai chili di troppo e nel mantenimento del peso ideale!

    Indice Articolo:
  1. Quali sono?
  2. Abitudini alimentari
    1. Evitare le diete drastiche
    2. Consumare cinque pasti
    3. Fare una buona colazione
    4. Preferire cibi di origine vegetale
    5. Limitare il sale
    6. Alimenti a basso indice glicemico
    7. Alimenti ricchi di fibre
    8. Evitare gli alcolici
    9. Bere molta acqua
    10. Masticare bene
  3. Alimenti che accelerano il metabolismo
    1. Polifenoli
    2. Capsaicina
    3. Composti terpenici e solforati.
    4. Acidi grassi omega3
  4. Esempi di dieta equilibrata
  5. Prodotti naturali per ridurre il peso
    1. Garcinia cambogia
    2. Arancio amaro
    3. Fucus
    4. Coleus
    5. Tè verde
    6. Matè
    7. Chitosano
    8. Nopal
    9. Glucomannano
    10. Fagioli
  6. Erbe e sostanze drenanti e diuretiche
    1. Ananas
    2. Pilosella
    3. Tè di Giava
  7. Attività fisica
    1. Corsa
    2. Esercizi a corpo libero

Quali sono i rimedi naturali per dimagrire?

I rimedi dimagranti naturali sono costituiti da un insieme di strategie volte a contrastare il sovrappeso e l’obesità, senza dover ricorrere necessariamente a medicinali o particolari interventi. Essi includono:

Fin qui sembra tutto scontato, ma attenzione diciamo subito che non ci sono prodotti miracolosi che possono farvi dimagrire se non correggete le abitudini errate, anzi, spesso basta solo questo per iniziare un percorso di perdita di peso veloce e sano.

Corrette abitudini alimentari.

La correzione delle abitudini alimentari, accompagnata da una grande forza di volontà (sembra scontato, ma non lo è), rappresenta il primo passo per raggiungere il nostro peso ideale. Contrariamente a quanto pensano i più, non solo la quantità degli alimenti, ma anche la qualità e le associazioni degli stessi, dovrebbero essere rivalutate; inoltre, andrebbero riviste anche alcune abitudini personali, per esempio, i ritmi con i quali si mangia e i posti nei quali avviene il pasto.

Benché ogni persona rappresenti un caso a sé, esistono dei consigli di carattere generale che possono andar bene per tutti. Di cosa si tratta?

Evitare le diete drastiche.

Le diete drastiche, ad esempio quelle che prevedono il digiuno o l’eliminazione completa dei carboidrati, portano alla chetosi: una condizione stressante per l’organismo, che può avere forti ripercussioni sullo stato di salute generale.

La chetosi non è altro che l’accumulo di particolari sostanze, definite corpi chetonici, sintetizzate nel fegato per sopperire alla carenza di glucosio (conseguente, appunto, al digiuno prolungato o all'eliminazione degli stessi carboidrati dalla dieta). Poiché, i corpi chetonici, vengono sintetizzati a partire dai grassi e dalle proteine muscolari, una chetosi prolungata comporta:

Puoi approfondire le caratteristiche dei corpi chetonici.

Suddividere l’apporto calorico giornaliero in cinque pasti.

Occorre fare 5 pasti durante la giornata (colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena), in modo da non caricare troppo quelli principali e non metter su massa grassa. Le abbuffate, infatti, portano ad un repentino incremento della glicemia e del rilascio di insulina, l’ormone che regola la captazione e l’utilizzo del glucosio da parte dei tessuti; di conseguenza, il glucosio in eccesso viene convertito in acidi grassi, che vengono immagazzinati (sottoforma di trigliceridi) nel tessuto adiposo.

Fare una buona colazione.

Assumere il 65% delle calorie giornaliere nella prima parte della giornata (colazione, spuntino di metà mattina e pranzo) serve per ridurre al minimo la sintesi endogena di colesterolo, che raggiunge l’apice alle due di notte.

Preferire cibi di origine vegetale.

Per stare in salute bisogna assumere l’80% delle calorie da fonti vegetali (frutta, verdura, legumi, cereali e derivati) e il 20% di calorie da fonti animali (carni, uova, latticini e pesce), in modo da fare il pieno di fibre, vitamine e antiossidanti, e ridurre l’assunzione di sale, grassi saturi e colesterolo, rappresentanti un rischio per la salute di cuore e vasi.

Limitare il consumo di sale.

Consumare massimo 5 g/die di sale serve a mantenere il peso ed evitare la ritenzione idrica. Il sale, infatti, oltre a stimolare l’appetito, riduce l’assorbimento intestinale del calcio (di conseguenza, la densità ossea) e porta ad un incremento della ritenzione idrica, della pressione arteriosa e del rischio cardiovascolare. Potreste sostituirlo con limone, aceto di vino o di mele, il cui sapore acido ne riduce il desiderio.

Approfondisci perché il sale fa male alla salute.

Consumare alimenti a basso indice glicemico.

Prestate attenzione all'indice glicemico degli alimenti: in particolare, prediligete quelli con un indice medio-basso (inferiore a 56), che controllano la glicemia e il conseguente accumulo di grassi, e limitate quelli con un indice alto (> 70).

L’indice glicemico esprime la capacità - di una porzione di alimento, contenente 50 g di carboidrati - di incrementare la glicemia rispetto al glucosio o al pane bianco (ai quali viene attribuito un indice pari a 100). All'aumentare di questo parametro, quindi, aumenteranno i valori di glicemia postprandiale e, di conseguenza, la possibilità che il glucosio in eccesso venga convertito in grassi.

Diciamo sì, quindi, a: frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pasta e pane integrale; riduciamo al minimo, invece, i prodotti raffinati e da forno, le bibite gassate e i dolciumi di vario tipo.

Consumare alimenti ricchi di fibre.

Le fibre sono indispensabili per regolare le attività intestinali e per aumentare il senso di sazietà. Le troviamo nella frutta, nella verdura, nei cereali integrali e nei legumi. I nutrizionisti consigliano di assumere almeno 30 g di fibra al giorno, di cui almeno 10 g del tipo solubile: quest’ultima, infatti, è in grado di formare un gel che rallenta lo svuotamento dello stomaco, aumentando il senso di sazietà, e riduce l’assorbimento intestinale del glucosio, del colesterolo e degli acidi grassi, con effetti positivi sul peso corporeo (Slavin, 2005).

Inserite l’orzo, l’avena e la segale, nella vostra alimentazione, in quanto sono ricchi di fibre solubili (β-glucani) che possono aiutarvi a perdere peso e controllare i valori ematici di colesterolo e glucosio.

Evitare gli alcolici.

E’ sana abitudine bere mezzo bicchiere di vino rosso durante i pasti. Quest’ultimo, infatti, contiene il resveratrolo: una molecola biologica che favorisce la perdita di peso, modulando il metabolismo lipidico e la sopravvivenza delle cellule adipose.Oltre questa, che è la dose consigliata dal ministero della salute, gli alcolici alterano il metabolismo, influiscono sulla pressione,sul peso corporeo, e lo stato di salute.

Bere molta acqua.

Bevete molta acqua durante il giorno, almeno un litro e mezzo, benché il fabbisogno possa aumentare con l’esercizio fisico. L’acqua, infatti:

Masticare lentamente.

Masticare con calma e per bene i cibi serve ad evitare fenomeni di aerofagia (l’accumulo di aria nello stomaco) e facilitare la digestione dei principi nutritivi.

Gli alimenti che fanno bene al metabolismo.

Assumere alimenti che stimolano il metabolismo aiuta a trasformare il cibo in energia e non in grasso.

Fate, dunque, il pieno di modulatori genici, un insieme di molecole naturali in grado di influire sull'appetito e sul metabolismo lipidico, modulando l’espressione di particolari sequenze del DNA. Come riportato da Mohamed et al. (2016), questi composti riducono la massa grassa, in quanto:

Iniziate il pasto principale con della verdura amara, come radicchio, indivia, ravanelli o rucola, in modo da smorzare l’appetito.

Vediamo quali sono le classi più importanti di questi modulatori, le loro funzioni e gli alimenti in cui possiamo trovarli.

Polifenoli.

Si tratta di molecole che, oltre a regolare il peso corporeo, possiedono spiccate proprietà antiossidanti. Il gruppo comprende:

Capsaicina.

Si tratta di un alcaloide contenuto nei peperoncini, in grado di ridurre l’infiammazione adiposa e stimolare la termogenesi (azione “brucia grassi”).

Composti terpenici e solforati.

I composti terpenici sono in grado di prevenire l’ossidazione dei lipidi e l’infiammazione dei tessuti.Tra questi, annoveriamo:

I solforati sono principi attivi contenuti nell'aglio e nella cipolla (cisteina solfossidi), in grado di ridurre i lipidi ematici e il numero di adipociti.

Acidi grassi omega-3.

Si tratta dell’EPA e del DHA, abbondanti nel pesce azzurro, e dell’acido-α-linolenico, contenuto nella frutta secca e in diversi oli vegetali. Gli omega-3 sono in grado di ridurre i lipidi ematici, l’infiammazione e il rischio di patologie cardiovascolari.

Esempi di dieta.

Detto questo, come dovremmo organizzare i nostri pasti per rimetterci in forma?

Il dottor Pier Luigi Rossi, specialista in Scienza dell'Alimentazione, afferma che esistono due tipologie di pasti:

entrambi molto validi, in quanto non ci fanno mancare i principi nutritivi di cui abbiamo bisogno per mantenerci in buono stato fisico. Vediamo alcuni esempi!

Colazione.

Proteica:

Glucidica:

Spuntino di metà mattina.

Potreste consumare una bevanda calda (come il tè verde o il caffè non zuccherato) e una macedonia di frutta.

Pranzo.

Proteico:

Glucidico:

Merenda pomeridiana.

Potreste bere una bevanda calda (come il tè verde o una tisana), accompagnata da un centrifugato di frutta.

Cena.

Proteica:

Glucidica:

Condimenti.

Durante i pasti principali, è consentito l’uso di olio extravergine d’oliva (massimo 20 g per l’uomo e 15g per la donna), eventualmente associato ad aceto, limone ed erbe aromatiche, in modo da ridurre la quantità di sale (rigorosamente iodato, per garantire la salute della tiroide).

Erbe e sostanze per la riduzione ed il controllo del peso.

Eccoci giunti a quello che per molti di voi rappresenterà il punto chiave di questo viaggio: come dimagrire più velocemente, se non utilizzando la fitoterapia in associazione alle strategie precedenti? Studi dimostrano, infatti, che l’uso di droghe vegetali - nell'ambito di una dieta sana ed equilibrata, accompagnata dall'esercizio fisico - può facilitare la perdita di massa grassa ed aiutare a mantenere tali effetti.

In che modo? In realtà, le piante officinali sono in grado di agire su più fronti, in particolare:

Ma vediamole nel dettaglio!

Garcinia cambogia (Clusiaceae).

La garcinia (altresì nota come tamarindo del Malabar) è un albero originario dell’Indonesia, ma ampiamente diffuso in tutto il sud-est asiatico; in particolare, le popolazioni dell’India utilizzano la sua scorza per insaporire i piatti a base di pesce.

La droga, ovvero la parte della pianta farmacologicamente attiva, è rappresentata proprio dalla scorza (definita, tecnicamente, epicarpo), il cui componente attivo è un acido organico - l’acido-α-idrossicitrico (AHA) - contenuto in concentrazioni che variano dal 20% al 30%.

L’impiego della garcinia, nelle diete dimagranti, si basa sulla sua capacità di interferire col metabolismo lipidico. L’AHA, infatti, grazie alla somiglianza strutturale con l’acido citrico, si sostituisce ad esso ed inibisce l’ATP-citrato liasi: un enzima coinvolto nella sintesi dei lipidi, che catalizza la scissione dell’acido citrico in acido ossalico e acetil coenzima A (acetil CoA), quest’ultimo utilizzato per costruire la catena degli acidi grassi .

L’inibizione dell’ATP-citrato liasi, e la conseguente riduzione dell’acetil CoA cellulare, è alla base dei presunti effetti anti obesità della garcinia; infatti, come riportato da Chuah et al. (2014) e Semwal et al. (2015):

Da una metanalasi di Onakpoya et al. (2011), valutante l’efficacia e la sicurezza degli estratti, è emerso che questi possono generare una perdita di peso a breve termine; l’entità degli effetti, tuttavia, non è statisticamente significativa quando si considerano gli studi clinici rigorosi (Randomized Clinical Trials). La rilevanza clinica della garcinia, quindi, è ancora oggetto di discussione.

Effetti avversi e controindicazioni.

Gli estratti di garcinia sono reputati sicuri, benché possano manifestarsi: nausea, mal di testa, sintomi gastrointestinali e delle alte vie respiratorie (Onakpoya et al., 2011).

L’assunzione è controindicata:

Posologia e modalità d’assunzione.

Questo rimedio viene assunto sottoforma di estratto secco, titolato al 50% di AHA. Si consiglia l’assunzione di 140 mg di estratto, 2-4 volte/die, prima dei pasti.

Qualora il sovrappeso sia associato ad ansia e depressione lieve, potreste assumere la garcinia con la melissa e l’iperico, erbe che alleviano la tensione nervosa e aumentano il tono dell’umore.

Citrus aurantium (Rutaceae)

L’arancio amaro è un albero sempreverde originario della Cina, e ampiamente diffuso nelle regioni mediterranee, principalmente Spagna e Italia, dalla cui scorza si ricava un olio essenziale impiegato in cosmesi e in campo alimentare.

La droga è rappresentata dall'epicarpo del frutto immaturo, contenente la sinefrina: una miscela di alcaloidi in grado di attivare la lipolisi (ovvero la scomposizione dei lipidi di deposito in acidi grassi) e la termogenesi (la produzione di calore conseguente alla combustione degli stessi acidi grassi).

In una review di Stohs et al. (2012), sono stati analizzati più di venti studi clinici, coinvolgenti circa trecentosessanta pazienti obesi o in sovrappeso, nei quali veniva testata l’efficacia dimagrante degli estratti, da soli o in associazione. Gli autori della review hanno concluso che - l’arancio amaro - stimola veramente il metabolismo basale, portando a modeste perdite di peso quando assunto da sei a dodici settimane; mancano, tuttavia, studi che ne dimostrino l’efficacia a lungo termine.

Effetti avversi e controindicazioni.

Nella review precedente, non sono stati evidenziati effetti avversi particolari; ciò nonostante, l’arancio amaro è controindicato:

Posologia e modalità d’assunzione.

L’arancio amaro viene utilizzato sottoforma di estratto secco, titolato al 4% di sinefrina. La dose consigliata è di 150 mg di estratto, 2 volte/die, prima dei pasti principali.

Nella lotta al sovrappeso, l’arancio amaro può essere associato a: papaia, dalle proprietà drenanti e digestive; chitosano, che riduce l’assorbimento dei grassi; nopal, che aumenta il senso di sazietà e regola l’assorbimento intestinale dei principi nutritivi.

Fucus vesiculosus (Fucaceae)

Il Fucus è un’alga bruna che cresce lungo le coste dei mari freddi e temperati, soprattutto il canale della Manica, di cui si utilizza il tallo essiccato (il “corpo” dell’alga). Quest’ultimo deve le sue proprietà allo iodio (0,05-0,2%), ai polifenoli e ai polisaccaridi (acido alginico, fucoidano e laminarina).

Approfondisci i benefici del fucus.

Grazie al suo fitocomplesso, il Fucus sembra in grado di ridurre il peso corporeo:

I dati presenti in letteratura, purtroppo, provengono prevalentemente da studi preclinici (condotti su colture cellulari e cavie animali), pertanto, non possono essere considerati predittivi degli effetti sull'uomo. L’efficacia clinica del Fucus, quindi, rimane da chiarire.

Effetti avversi e controindicazioni.

Benché l’efficacia sia ancora messa in discussione, altrettanto non si può dire dei rischi associati all'impiego del Fucus.

Questa Alga, infatti, a causa del contenuto di iodio e degli effetti sulla tiroide, può provocare:

L’impiego è, pertanto, controindicato nei seguenti casi:

Posologia e modalità d’assunzione.

Anche il Fucus viene assunto sottoforma di estratto secco, con un titolo di iodio non superiore allo 0,05% (ricordiamo che, per gli adulti, la dose di quest’ultimo non dovrebbe superare i 120μg al giorno). Si effettuano cicli di due mesi, durante i quali si assumono 250 mg di estratto, 1-2 volte/die, prima dei pasti principali; inoltre, si dovrebbe fare una pausa di almeno un mese, tra un ciclo di terapia e l’altro.

In caso di sovrappeso, associato a cellulite e ritenzione idrica, potrebbe essere utile assumere il fucus insieme all'ananas, dotata di proprietà drenanti e antinfiammatorie.

Coleus forskohlii (Lamiaceae).

Il Coleus è una pianta perenne originaria dell’India, benché sia diffusa un po’ il tutto il sud-est asiatico, la cui droga è rappresentata dalla radice tuberizzata, di colore bruno-dorato. La radice è ricca in terpenoidi, tra i quali spicca la forskolina, in grado di stimolare la secrezione di ormoni tiroidei e la lipolisi.

Anche in questo caso, purtroppo, vi sono poche evidenze riguardanti l’efficacia clinica; tra i pochi studi disponibili, quello condotto da Henderson et al. (2005) evidenzia che Forslean® (un integratore a base di Coleus) non promuove la perdita di peso corporeo, benché possa prevenire l’aumento ponderale nelle donne di mezz'età.

Effetti avversi e controindicazioni.

Per gli effetti sulla funzione tiroidea, i rischi associati all'uso del Coleus sono i medesimi dell’alga bruna.

Posologia e modalità d’assunzione.

La radice viene assunta, prima dei pasti, sottoforma di estratto secco titolato al 10% in forskolina. Si consiglia di non assumere più di 1,4 g/die di estratto.

Per contrastare gli inestetismi della cellulite associati al sovrappeso, potreste assumere il Coleus insieme all'ananas e alla pilosella, che facilitano l’eliminazione dei liquidi in eccesso.

Tè verde (Teaceae).

La pianta del tè è un arbusto sempreverde originario della Cina e coltivato in vari paesi orientali. La droga è rappresentata dalle giovani foglie, che vengono sottoposte ad una lavorazione differente a seconda della varietà desiderata. In particolare, quella di maggior interesse è il tè verde, che viene ottenuto dalle foglie arrotolate ed essiccate, senza che queste vengano sottoposte a fermentazione.

Approfondisci i benefici del tè verde.

La fermentazione, infatti, oltre a causare un cambiamento delle caratteristiche organolettiche (colore, profumo e sapore), provoca la perdita di importanti principi attivi: i polifenoli.

Le proprietà benefiche della droga risultano da una sinergia di effetti tra i polifenoli (catechine, presenti dal 10 al 20%) e le metilxantine. La presenza di questi particolari componenti fa sì che - il tè verde - riduca il peso corporeo, modulando il metabolismo di lipidi e carboidrati. Vediamo in che modo.

Le catechine, come riportato da Sharangi (2009), riducono la digestione e l’assorbimento dei lipidi alimentari e del glucosio, inibiscono la sintesi degli acidi grassi e ne promuovono l’ossidazione; riducono la captazione del glucosio in eccesso, con conseguente riduzione della sintesi di acidi grassi e trigliceridi.

Le metilxantine (caffeina e teofillina) attivano il rilascio di catecolamine a livello del tessuto adiposo e, di conseguenza, la lipolisi.

Il tè verde può essere considerato un prezioso alleato nella lotta al sovrappeso, e la sua efficacia clinica è stata dimostrata sia a breve che a lungo termine in uno studio di Nagao et al. (2007) condotto in doppio cieco.

Effetti avversi e controindicazioni.

Il tè verde è ben tollerato, benché l’abuso possa provocare una sindrome, nota come “teismo”, caratterizzata da: perdita di peso, insonnia e perdita dell’appetito.

L’uso in gravidanza e durante l’allattamento è consentito, purché avvenga sotto stretto controllo medico; inoltre, si sconsiglia l’assunzione in caso d’insonnia e nell'infanzia, per via delle proprietà stimolanti.

Posologia e modalità d’assunzione.

Questo fitoterapico può essere assunto sottoforma di:

Se siete in sovrappeso e avete problemi di circolazione, potreste associarlo alla pilosella e alla vite rossa.

Ilex paraguariensis (Aquifoliaceae).

Il matè (altresì noto come tè del Paraguay) è un albero sempreverde che cresce nelle regioni subtropicali dell’America latina. Le foglie essiccate vengono utilizzate dalle popolazioni locali per preparare un infuso, dalle proprietà stimolanti, bevuto con la “bombilla” (una particolare cannuccia in metallo).

Anche in fitoterapia si utilizzano le foglie essiccate, contenenti un fitocomplesso che ricorda quello del tè verde: infatti, nel matè ritroviamo le metilxantine (caffeina e teobromina) e i polifenoli (catechine, acidi fenolici e flavonoidi), in grado di ridurre il grasso ed il peso corporeo, attivando la combustione dei lipidi e inibendo la maturazione delle cellule adipose (Gambero e Ribeiro, 2015).

I dati sull'efficacia clinica del matè sono molto promettenti, benché siano necessari degli studi con campioni più estesi di volontari.

Effetti avversi e controindicazioni.

Se assunto alle dosi consigliate, il matè è un rimedio abbastanza sicuro; in ogni caso, essendo una droga xantinica, può provocare effetti indesiderati simili a quelli del tè, e possiede le sue stesse controindicazioni.

Posologia e modalità d’assunzione.

Il matè viene assunto sottoforma di infuso, preparato aggiungendo 100 ml di acqua bollente ad un cucchiaino di foglie essiccate, e lasciando in infusione per circa 5’; bere una tazza, 1-3 volte/die.

Se siete in sovrappeso e avete sempre fame, potreste associare il matè al glucomannano, che aumenta il senso di sazietà.

Chitosano.

Il chitosano è una fibra derivante dalla chitina, ottenuta dall’esoscheletro dei crostacei. Più precisamente, il chitosano è costituito da lunghe catene di D-glucosamina ed N-acetilglucosamina, in grado di complessare i grassi e ridurne l’assorbimento.

Approfondisci i benefici del chitosano.

Nel tratto digerente, infatti, queste catene assumono una carica positiva, in grado di interagire con gli acidi grassi (dotati di carica negativa); di conseguenza, si formano dei complessi che ne impediscono l’assorbimento, aumentandone l’escrezione fecale.

Oltre a ciò, alcuni autori ipotizzano che il chitosano sia in grado di ridurre l’espressione dei geni coinvolti nell’adipogenesi, ovvero la maturazione delle cellule adipose.

Benché, Kaats et al. (2006), abbiano mostrato come l’assunzione di chitosano possa ridurre il peso corporeo e la massa grassa, diversi altri studi (come quello di Mhurchu et al., 2004), evidenziano come queste differenze non siano poi così significative rispetto al placebo. Pertanto, l’efficacia del chitosano nelle cure dimagranti, è considerata di scarsa importanza.

Effetti avversi e controindicazioni.

Il chitosano non presenta effetti avversi particolari. E’, tuttavia, controindicato:

Inoltre, occorre prestare attenzione quando si assumono farmaci e vitamine lipofili (affini ai grassi), in quanto l’assunzione concomitante potrebbe ridurne l’assorbimento.

Posologia e modalità d’assunzione.

Si consiglia l’assunzione di 2 g/die di chitosano, con abbondante acqua, mezzora prima dei pasti.

In caso di fame nervosa, potreste associare il chitosano al glucomannano, in modo da ridurre l’assorbimento di lipidi e carboidrati, e al matè, per bruciare i grassi in eccesso.

Nopal: fico d’india.

Il nopal, meglio conosciuto come fico d’India, è un cactus originario del Messico che cresce spontaneamente nelle regioni del Mediterraneo. Dalle pale si estraggono delle fibre, il cui contenuto si aggira intorno al 40-50%.

Queste fibre, costituite da una frazione solubile (pectine, gomme e mucillagini) ed una insolubile (cellulosa ed emicellulosa), vengono utilizzate in ambito dietetico per le proprietà sazianti, ipoglicemizzanti, ipolipidemizzanti e lassative.

Secondo l’ipotesi più accreditata, infatti, la componente solubile è in grado aumentare la viscosità del contenuto gastrico (inducendo sazietà) e di ridurre l’assorbimento intestinale del glucosio e degli acidi grassi (grazie ad un effetto barriera); inoltre, la fibra totale stimola la peristalsi dell’intestino, favorendo l’eliminazione dei nutrienti non assorbiti e delle scorie metaboliche.

Le potenzialità dimagranti del nopal emergono da alcuni studi clinici, sebbene siano necessarie indagini più approfondite per confermarne l’efficacia.

In particolare:in uno studio di Grube et al. (2013), condotto in doppio-cieco, è stata valutata l’efficacia dimagrante di un complesso di fibre di nopa. Alla fine dello studio, il nopal ha portato a variazioni significative del peso (- 3,8Kg versus -1,4 Kg), senza causare effetti indesiderati.

Effetti avversi e controindicazioni.

Il nopal è generalmente ben tollerato, benché talvolta possa provocare diarrea. L’impiego dovrebbe avvenire sotto stretto controllo medico, nei seguenti casi:

Si consiglia, inoltre, di assumerlo a distanza dai farmaci, in quanto potrebbe ridurne l’assorbimento e comprometterne l’efficacia.

Posologia e modalità d’assunzione.

Il nopal viene assunto sottoforma di estratto secco, mezzora prima dei pasti e con abbondante acqua. La dose giornaliera non dovrebbe superare i 2-4 g/die.

Una volta raggiunto il peso ideale, potreste associare il nopal al glucomannano, per mantenere gli effetti ottenuti.

Glucomannano.

Il glucomannano è una fibra estratta dalle radici del konjac (Amorphophallus konjac, Araceae), ed è costituito da lunghe catene di D-glucosio e D-mannosio.

Questo polisaccaride è in grado di assorbire una quantità d’acqua fino a cinquanta volte il suo peso, dando origine ad un gel capace di: aumentare il senso di sazietà, ridurre l’assorbimento intestinale dei lipidi e carboidrati, e promuoverne l’escrezione fecale .

Benché gli effetti ipoglicemizzanti e ipolipidemizzanti siano stati dimostrati, purtroppo, non possiamo dire lo stesso per gli effetti sulla perdita di peso .

Puoi approfondire le caratteristiche del glucomannano.

Effetti avversi e controindicazioni.

Alle dosi consigliate, l’uso del glucomannano non è associato a reazioni avverse particolari. Esattamente come il nopal, l’uso dovrebbe avvenire sotto stretto controllo medico nei pazienti diabetici, nelle donne in gravidanza, durante l’allattamento e nell'infanzia; inoltre, si raccomanda l’assunzione lontano dai farmaci, in modo da non comprometterne l’assorbimento e l’efficacia.

Posologia e modalità d’assunzione.

Si consiglia l’assunzione di 1-2 g di glucomannano, mezzora prima dei pasti principali e con abbondante acqua.

Per potenziarne l’effetto saziante e, al contempo, agire sugli accumuli adiposi, potreste associarlo a nopal, baccello di fagiolo e matè.

Faseolus vulgaris: fagioli (Leguminosae)

Ebbene si, anche i comuni fagioli possono aiutarci nella lotta al sovrappeso! Il baccello, infatti, contiene la faseolamina: una glicoproteina in grado di modulare il metabolismo glucidico, l’appetito e il peso corporeo.

Come riportato da Carai et al. (2009), infatti, la faseolamina:

Dai dati presenti in letteratura, emergono le potenzialità dimagranti degli estratti di baccello, sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti.

Effetti avversi e controindicazioni.

Gli estratti di baccello sono generalmente ben tollerati, benché l’uso protratto nel tempo possa irritare il tratto digerente, provocando la comparsa di: nausea, mal di stomaco e irregolarità intestinale. L’assunzione è controindicata in gravidanza, durante l’allattamento e nell'infanzia (per mancanza di dati sulla sicurezza), e dovrebbe avvenire sotto stretto controllo medico nei pazienti diabetici, in quanto potrebbe potenziare gli effetti dei farmaci ipoglicemizzanti.

Posologia e modalità d’assunzione.

Il baccello viene assunto sottoforma di estratto secco: 260-520 mg, 2 volte/die, prima dei pasti.

Se siete in sovrappeso e a rischio di diabete, il baccello di fagiolo potrebbe fare al caso vostro! 

Droghe drenanti e diuretiche.

Come abbiamo accennato, questi rimedi possono essere utili qualora il paziente non riesca ad eliminare i liquidi in eccesso, i quali contribuiscono ad aumentare il peso corporeo. Vediamoli!

Ananas comosus (Bromeliaceae).

Il gambo d’ananas, un’erba originaria dell’America centro-meridionale, è ricco in bromelina: un insieme di enzimi dalle comprovate proprietà digestive, antinfiammatorie e drenanti.

Queste proprietà sono particolarmente utili in caso di cellulite: l’infiammazione del tessuto adiposo conseguente ad un rallentamento della circolazione cutanea. La bromelina, infatti:

In questo modo, riduce l’infiammazione dei cuscinetti adiposi, facilita il riassorbimento dei liquidi e la loro eliminazione.

Effetti avversi e controindicazioni.

L’assunzione degli estratti di ananas non è priva di rischi, dal momento che potrebbe provocare:

Si sconsiglia, pertanto, l’assunzione nei seguenti casi:

Posologia e modalità d’assunzione.

Si consiglia di assumere 500 mg di bromelina, una volta al giorno e lontano dai pasti (in modo che possa agire sulle proteine responsabili della ritenzione idrica).

Per contrastare l’adiposità e la cellulite, potreste assumerla insieme al matè.

Hyeracium pilosella (Asteraceae).

La pilosella, un’erba che cresce in prossimità delle rocce, deve le sue proprietà diuretiche ai polifenoli (acido clorogenico, acido caffeico e umbelliferone) contenuti nelle parti aeree.

Effetti avversi e controindicazioni.

In letteratura, non sono riportati effetti avversi associati all'impiego di quest’erba.

Si consiglia cautela, tuttavia:

Posologia e modalità d’assunzione.

La pilosella può essere assunta sottoforma di:

In caso di un aumento di peso recente, potreste associarla al Citrus e al tè di Giava.

Ortosiphon stamineus (Lamiaceae)

Meglio conosciuto come tè di Giava, questo cespuglio originario del sud-est asiatico, favorisce la diuresi grazie al contenuto in metossiflavoni e sali di potassio, concentrati nelle foglie .

Effetti avversi e controindicazioni.

Il tè di Giava è ben tollerato, benché l’impiego sia controindicato in gravidanza, durante l’allattamento e nell'infanzia (per mancanza di dati sulla sicurezza), e in pazienti in cura con diuretici, calcio-antagonisti e glicosidi cardioattivi, per possibili interazioni farmacologiche.

Posologia e modalità d’assunzione.

L’Ortosiphon può essere assunto sottoforma di infuso: aggiungete 150 mL di acqua bollente ad un cucchiaino di foglie essiccate, lasciate in infusione per 5’ e bevetene due tazze al giorno, lontano dai pasti.

Il tè di Giava è particolarmente efficace quando associato al tè verde, per eliminare i grassi profondi, o al Citrus, per agire sugli accumuli recenti. 

Attività fisica per bruciare i grassi in eccesso e rassodare il corpo.

Per concludere ricordiamo che chiunque intenda dimagrire non può pretendere di ottenere risultati buoni e duraturi, senza svolgere un’attività fisica costante: spesso e volentieri, infatti, i grassi si accumulano perché mangiamo molto più di quanto bruciamo con le normali attività.

Che fare, quindi, per potenziare i risultati ottenuti con la dieta?

Innanzitutto, c’è da dire che la frequenza e l’intensità dell’esercizio fisico dipendono dalla fase in cui ci troviamo (ovvero, se dobbiamo perdere peso o mantenere i risultati) e dall'entità del sovrappeso (quindi, se dobbiamo perdere solo qualche chilo oppure se la situazione è un po’ più complicata). In linea generale:

Corsa.

La corsa non dovrebbe mai mancare in un allenamento per la perdita di peso, in quanto consente di ridurre l’adiposità globale (a livello di cosce, glutei, pancia, fianchi e braccia) e rassodare al contempo le zone coinvolte. Si può effettuare sia come riscaldamento, prima degli esercizi a corpo libero, sia come unico allenamento, e i risultati ottenuti dipendono dalla sua intensità e durata. Gli esperti consigliano di effettuare più sessioni alla settimana, ad esempio quattro della durata di trenta minuti ciascuna, a ritmo intermedio (quindi non troppo veloce o troppo lento), in modo da bruciare più velocemente i grassi.

N.B. I neofiti potrebbero iniziare con sessioni più soft, ed aumentare gradualmente l’intensità e la durata della corsa.

Esercizi a corpo libero.

Ce ne sono tantissimi, e si tratta di esercizi che possono essere eseguiti senza l’utilizzo di attrezzi ginnici e stando comodamente a casa. Vediamone alcuni!

Informazioni Sugli Autori:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

SALUTE ALIMENTAZIONE FITNESS
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