Il partenio è una pianta molto conosciuta in fitoterapia e oggetto di numerose ricerche per le sue proprietà . Reperibile in erboristeria, trova applicazione nella cura di svariate sintomatologie ma può avere anche effetti collaterali importanti se associato ad alcuni farmaci… Scopriamone di più..
Il partenio (tanacetum parthenium), è una pianta molto utilizzata in campo erboristico per le sue interessanti proprietà benefiche, oggetto di studio da parte di numerosi ricercatori.
Appartenente alla famiglia delle Asteracee, è una pianta molto diffusa in Italia, caratterizzata da fiori bianchi simili a quelli della camomilla e foglie verde intenso plurilobate. Il partenio cresce spontaneamente in luoghi rocciosi ma anche coltivato in giardino come pianta ornamentale. Vediamo adesso le caratteristiche dei suoi principi attivi.
Le proprietà del tanacetum parthenium.
Le proprietà da cui è caratterizzato il partenio sono molte in quanto la droga, ossia l’insieme dei fitochimici della pianta, si compone di molti principi attivi tra cui flavonoidi (quercetina, apigenina, luteolina) e sesquiterpeni (partenolide, custonolide, artemorina, santamarina).
Il partenio è conosciuto soprattutto per le sue proprietà:
antinfiammatorie. Il partenolide, è un potente antinfiammatorio: è capace, infatti, di inibire il fattore di trascrizione (Nf-kB), ossia una molecola responsabile della formazione di mediatori dell’infiammazione (citochine). L’inibizione dell’infiammazione tramite la soppressione della sintesi di citochine è duratura, per questo il partenio potrebbe trovare applicazione in malattie croniche come l’artrite reumatoide.
Antitumorali. Numerosi gruppi di ricerca internazionali ma anche italiani, hanno dimostrato un effetto antineoplastico del partenio. Il partenolide, infatti, induce la morte (apoptosi) delle cellule cancerose selettivamente, ossia senza danneggiare quelle sane (dott.ssa A. D’Anneo, del Dipartimento di Biochimica Sperimentale e Neuroscienze cliniche dell’Università di Palermo). Il partenolide rende le membrane e le strutture di ancoraggio delle cellule tumorali più deboli e si pensa che in futuro potrebbe essere utilizzato in associazione a chemio e radio terapie. L’azione del partenolide è coadiuvata dai flavonoidi presenti nel partenio, capaci di inattivare enzimi importanti per la proliferazione di cellule cancerose.
L’evidenza più importante che rende il partenio così interessante in fitoterapia è dato dalla capacità dei suoi sesquiterpeni (partenolide, costunolide..) di modulare l’azione di un importante neurotrasmettitore endogeno, ossia una molecola presente naturalmente nell’organismo: la serotonina.
Puoi approfondire le caratteristiche della serotonina.
L’azione regolatrice che il partenio esercita sul rilascio della serotonina ha come conseguenze:
un’azione antispasmodica: la serotonina, infatti, regola gli spasmi intestinali e uterini. Non a caso,sin dall’antichità, il partenio veniva utilizzato per calmare i dolori mestruali, che oggi sappiamo avviene attraverso l’inibizione delle contrazioni uterine, ma anche la diarrea, calmando gli spasmi intestinali.
la prevenzione delle emicranee. la causa più frequente dell’insorgenza delle emicreanee è la dilatazione dei grandi vasi intracanici ad opera della serotonina. Si è visto che l’utilizzo del partenio, grazie all’azione del partenolide e gli altri terpeni può essere d’aiuto nel prevenire questo particolare mal di testa attraverso l’inibizione della dilatazione dei vasi. Tuttavia la loro azione è solo preventiva e non ha effetto sull’emicranea già manifesta.
Un’attività antidepressiva e contro l’insonnia: il partenio, regolando il rilascio di serotonina può essere utilizzato efficacemente anche nella cura di disturbi neuro-psichici dovuti alla carenza del neurotrasmettitore come l’insonnia e la depressione.
Come si usa?
In erboristeria è possibile acquistare il partenio sottoforma di:
estratto secco di foglie, fiori e radici essiccate, per preparare infusi e tisane da bere prima di coricarsi una volta al giorno per combattere l’insonnia o la mattina per prevenire le emicranee.
Capsule o tavolette a base di estratto di partenio: vanno assunte con la seguente posologia:1 o due compresse o tavolette massimo due volte al giorno. Il vantaggio rispetto all’uso delle tisane è che con queste formulazioni si conosce il dosaggio assunto quotidianamente. Il costo per una confezione di 50 capsule è pari a 12 euro circa. La confezione da 70 tavolette ha un costo medio di 9,00 euro.
Tintura madre: per combattere le emicranee e i dolori mestruali. Va assunta con un dosaggio pari a 50 gocce 2-3 volte al giorno (per un totale di 3 ml/die). La tintura madre ha un costo pari a 10,00 euro circa la confezione.
Controindicazioni all’utilizzo di questa pianta.
A causa del fatto che il partenio contiene numerosi principi attivi, la sua assunzione deve essere evitata in alcuni casi:
gastrite e ulcera: i tannini e le sostanze amare presenti nella pianta causano un’aumento della secrezione gastrica che può peggiorare le affezioni a carico dello stomaco.
Allergia: l’uso del partenio è controindicato in caso di allergia alle piante della famiglia delle asteracee. I soggetti allergici possono manifestare sintomi anche in seguito all’assunzione di estratti della pianta.
Gravidanza: l’aumento di serotonina in gravidanza può portare ad un aumento della pressione sanguigna (che già tende ad aumentare per l’incremento ponderale in questo particolare periodo) per effetto della contrazione dei vasi sanguigni.
Interazioni farmacologiche: il partenio, come abbiamo visto, modula i livelli di serotonina. per questo il suo utilizzo è controindicato anche durante terapie farmacologiche con:
con farmaci serotoninergici, come gli antidepressivi, la cui funzione è quella di aumentare i livelli di serotonina. Il partenio può potenziarne l’effetto aumentando gli effetti avversi del farmaco.
Con anticoagulanti: la serotonina promuove la coagulazione del sangue, per cui il partenio se assunto in terapia con anticoagulanti ne rende nullo.
Con antinfiammatori non steroidei (FANS): il partenio è in grado di inibire alcuni enzimi epatici coinvolti nell’inattivazione e metabolismo dei farmaci antinfiammatori non steroidei che, se non eliminati dal circolo sanguigno, provocano tossicità.
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