La medicina ayurvedica si propone di curare e preservare il benessere psico fisico dell'individuo attraverso una serie di rimedi naturali, massaggi, pratiche yoga e, infine, mediante uno stile di vita sano ed equilibrato. Vediamo di cosa si tratta, dove nasce e quale visione dell’uomo e della natura è sottesa alle sue pratiche terapeutiche.
L'ayurveda è una scienza medica di origine indiana antichissima e ancora molto diffusa in quei territori. La parola dell’antico sanscrito, che compare per la prima volta in un trattato di medicina durante il regno dell'imperatore kanishka, è composta da ayur, durata della vita o longevità, e veda, conoscenza. Vuol dire, dunque, conoscenza della longevità o, come traducono altri, conoscenza della vita. La medicina ayurvedica si propone di curare l’individuo nel suo complesso, quindi mediante un approccio sostanzialmente olistico. In realtà, il suo scopo non è soltanto la guarigione ma anche la prevenzione che è perseguita attraverso l’adozione di uno stile di vita sano e la cura del proprio corpo. La Medicina Ayurvedica nel 1976 ha ottenuto un riconoscimento dall’ OMS che ha ammesso la validità di alcuni dei suoi principi. In effetti, essa ha avuto il merito di precorrere la medicina occidentale nell’individuazione dell’importanza di fattori ambientali, psichici e alimentari nel determinare la salute o la malattia dell’individuo.
L’Ayurveda riconduce le attività del corpo a tre principi fondamentali chiamati Dosha, ciascuno dei quali è deputato al coordinamento di specifiche funzioni vitali.
Dosha Vata (aria/vento) è il principio del movimento. È freddo, sottile, mobile e permeante. È alla base del sistema respiratorio e circolatorio; controlla il sistema nervoso e l’apparato locomotorio.
Dosha Pitta (fuoco) è il principio della trasformazione e della produzione di calore. È caldo, liquido, acido e piccante. Presiede le attività metaboliche, controlla la digestione, gli scambi energetici e l’attività ormonale.
Dosha Kapha (acqua e terra) è il principio della coesione. È denso, pesante, lento e appiccicoso. Presiede i tessuti e controlla le difese immunitarie.
La teoria dei tre Dosha consente di individuare tre categorie di persone caratterizzati, a causa della prevalenza di un Dosha, da tratti fisici e psicologici precisi e più o meno soggette ad alcuni tipi di disturbi:
Il tipo “Vata”, è psicologicamente portato ad essere ansioso, insicuro ed instabile. È un soggetto dotato di buone capacità mentali che, tuttavia, non sfrutta al massimo a causa della volubilità e dell’indecisione che lo caratterizzano. Molto estroverso e loquace, tende al nervosismo e all'impazienza. Fisicamente ha una corporatura minuta ed esile, la carnagione olivastra e secca. I suoi disturbi più frequenti sono legati a digestioni irregolari e problemi intestinali, all’insonnia e alla scarsa resistenza fisica. Può soffrire di artrite, sciatica e nevralgie.
Il tipo “Pitta” è un individuo facilmente collerico ed irascibile, con difficoltà a controllare le emozioni, la rabbia e l’irritazione. Ha una intelligenza acuta e penetrante, una forte volontà e una grande capacità logica e critica. Queste caratteristiche lo predispongono a porsi come leader. Ha una corporatura media, colorito rossastro, capelli fragili. Spesso soffre di fegato e colecisti. l suoi disturbi più frequenti sono acidità, ulcera peptica, gastriti, ipertensione, colite, malattie della pelle.
Il tipo “Kapha” è un abitudinario, tende ad affezionarsi facilmente, non ama gli scontri frontali. Parla lentamente e poco; è una persona pigra, timida, sentimentale ed obbediente. Fisicamente tende ad ingrassare, ha la pelle liscia e i capelli resistenti. È soggetto a malattie respiratorie, raffreddori, bronchiti e simili. Può soffrire di diabete o tendere all’obesità.
Questi tre tipi rappresentano naturalmente delle semplificazioni: nella realtà gli individui corrispondono raramente a dei tipi puri. Frequentemente, infatti, un soggetto risponde a un tipo solo in una percentuale maggiore rispetto agli altri due.
Il principio da applicare per individuare le cause dei disturbi e le possibili soluzioni è molto semplice. Esso si basa sul presupposto che i cibi e le abitudini dotate delle stesse qualità di un Dosha lo fanno aumentare, mentre le sostanze e i comportamenti opposti lo fanno diminuire.
I disturbi del tipo “Vata” sono generalmente causati da alimenti e piante di sapore freddo che fanno penetrare nel corpo l’energia fredda. Sono sconsigliati, quindi, l’eccesso di verdure crude e simili oltre che l’uso di caffè, tabacco e alcol. Si raccomanda di evitare l’esposizione a correnti di aria fredda e a temperature basse nonché un’eccessiva attività fisica. Si consiglia, inoltre, l’assunzione di ritmi alimentari e di sonno/veglia regolari.
I disturbi del tipo “Pitta” possono, al contrario, essere alleviati da cibi rinfrescanti mentre sono dannosi quelli piccanti e acidi. E’ da evitare anche l’assunzione di alcolici, sesamo, aceto e yogurt. È sconsigliata l’esposizione eccessiva al sole o a fonti di calore..
Le cause dei disturbi del tipo “Kafha” sono facilmente individuabili. Si tratta di cibi eccessivamente grassi o ricchi di zucchero, dolci, latticini e tutti gli alimenti di difficile digestione. Si raccomanda, inoltre, di assumere uno stile di vita più equilibrato, diminuendo le ore di sonno e aumentando l’attività fisica.
L’alterazione dell’equilibrio tra i tre Dosha o, addirittura, lo squilibrio di uno solo dei tre principi è considerata la principale causa della malattia. I tre principi, infatti, devono agire insieme e in collaborazione reciproca per regolare le funzioni dell’organismo. In realtà, questo tipo di visione è meno lontana dalla quella della medicina occidentale di quanto si potrebbe pensare. Anche la medicina moderna, infatti, considera la salute dell’individuo come il frutto di un rapporto equilibrato e del perfetto funzionamento di tre sistemi: quello nervoso, quello immunitario e quello endocrino. A ben vedere esistono delle corrispondenze tra i tre Dosha e i tre sistemi.
Ognuno dei tre Dosha è a sua volta ripartito in unità più piccole, ciascuna delle quali presiede a una funzione precisa. La conoscenza di questa partizione e dei meccanismi di funzionamento consente alla medicina ayurvedica di individuare la causa dei disturbi e di intervenire prevenendo o curando.
È importante ricordare, inoltre, che per l’Ayurveda la malattia non è l’insieme dei sintomi né soltanto un fatto fisico. Infatti, mentre la medicina occidentale spiega la malattia soprattutto come il frutto dell’aggressione di virus e batteri, l’Ayurveda pone l’accento sul ruolo rivestito dalla mente e dal sistema immunitario nel determinare la minore o maggiore resistenza del corpo di fronte agli attacchi esterni. L’equilibrio tra le varie parti dell’organismo e, soprattutto, tra mente e corpo è, dunque, per la medicina ayurvedica la migliore garanzia contro le malattie.
Per la medicina ayurvedica le cause della malattia sono soprattutto tre:
L’errore dell’intelletto ossia la tendenza ad identificarsi con i propri limiti piuttosto che con le proprie illimitate potenzialità. Questo atteggiamento, indotto dalla cultura e dalla perdita di consapevolezza riguardo alla propria autentica natura, fa porre l’attenzione solo su aspetti contingenti come il corpo, il lavoro, il denaro e determina numerosi errori nell’atteggiamento con il quale ci si rapporta alla vita. Si crea così uno squilibrio sia tra i Dosha sia nell’ambiente circostante la persona. Lo yoga e la meditazione consentono di riprendere contatto con il proprio sé interiore e ristabilire un rapporto armonico con la natura.
L’uso improprio dei sensi si differenzia a seconda che se ne faccia un uso eccessivo, insufficiente, dannoso.
L’uso eccessivo consiste nell’accumulo di stimoli sensoriali determinato dal vivere in un ambiente caotico o, ad esempio, dal trascorre troppe ore davanti a TV, PC e libri.
L’uso insufficiente si verifica quando si vive in una condizione di solitudine più o meno forzata ed ha come conseguenza, se perdurante, squilibri mentali e psicologici. Va menzionata anche una scarsa esposizione alla luce solare.
L’uso emotivamente dannoso dei sensi è determinato dal sovraccarico emotivo negativo indotto dal vedere o sentire cose angoscianti, raccapriccianti, impressionati che danneggiano l’equilibrio fra mente e corpo.
L’influsso negativo delle stagioni causato dall’incapacità di adattarsi ai cambiamenti della natura, a sua volta determinata dalla perdita dell’ armonia tra individuo e il mondo.
Per la medicina ayurvedica gli agenti patogeni esterni intervengono solo in un secondo momento, cioè quando il corpo cè già un terreno fertile e pronto ad accoglierli. Questi agenti esterni, infatti, possono avere la meglio solo se, a causa di una delle cause sopracitate, l’equilibrio interiore dell’individuo è venuto meno.
Oltre all’equilibrio tra i tre Dosha, vanno tenuti in considerazione altri fattori il cui equilibrio determina la salute dell’individuo. Si tratta di cibo, sonno e vita sessuale.
Il cibo riveste un ruolo fondamentale: abitudini alimentari scorrette possono determinare delle malattie e, viceversa, una corretta dieta può ripristinare la salute fisica. L’Ayurveda elenca numerosi principi di igiene alimentare quali la corretta conservazione e la genuinità dei cibi, la giusta misura quantitativa, una distribuzione dei pasti regolare ed equilibrata, l’ambiente e la condizioni complessive in cui il pasto deve essere consumato, la sequenza delle portate etc. Quanto alla scelta degli alimenti non vengono imposti veti di natura religiosa o morale ma essa sarà guidata dalle dettagliate descrizione sulle proprietà, sulle caratteristiche e sugli effetti dei vari tipi di cibo.
Il sonno è un nutrimento necessario quanto il cibo. Bisognerebbe dormire regolarmente e in un orario opportuno, acquisendo dei ritmi equilibrati. Il sonno non deve essere eccessivo poiché in questo caso, se non è generato dall’ozio, è spia di malattia. Quello diurno, tranne che nella stagione estiva o se si è sottoposti a fatiche particolari, andrebbe evitato. Ma anche l’insonnia, al pari dell’eccesso di sonnolenza, va combattuta: la medicina ayurvedica propone numerosi rimedi.
Brahmacharya, ossia una vita sessuale regolata, determina uno stato di benessere psico-fisico, buone capacità intellettuali, immunità. Lo stimolo sessuale è considerato uno dei tredici stimoli naturali da non reprimere se non si vuole incorrere in possibili disturbi mentali. Occorre, tuttavia, guardarsi da abitudini sregolate o innaturali che possono rivelarsi assolutamente dannose.
Le cure ayurvediche fanno innanzitutto leva su uno stile di vita sano ed equilibrato. Corrette abitudini alimentari, il ripristino di un ritmo/sonno veglia regolare, un’attività sessuale equilibrata sono, come si è visto, i pilastri fondamentali su cui poggia la salute dell’individuo. Esistono, tuttavia, anche altre pratiche. Le cure ayurvediche di solito comprendono due fasi: la prima di purificazione e la seconda di tipo farmacologico.
La medicina ayurvedica riconosce una grande importanza al massaggio che agisce a livello fisico e psichico, stimolando gli organi interni e i tessuti, drenando le tossine, rilassando, tonificando pelle e muscoli. Il massaggio ayurvedico pone particolare attenzione alla preparazione dell’ambiente in cui si svolge il massaggio e alla scelta degli oli e degli unguenti con il quale sarà eseguito. Si avvale, inoltre, della “riflessologia plantare”, tecnica che si basa sulla convinzione che ogni punto della pianta del piede è collegato ad un organo del corpo umano. Massaggiando in modo adeguato i punti esatti del piede si ottiene un massaggio della zona corrispondente del corpo.
Avvertenze!
Sebbene la medicina ayurvedica si basi su alcuni principi assolutamente condivisibili, l’abbandono delle cure convenzionali a vantaggio di terapie ayurvediche deve avvenire solo dopo un’attenta valutazione del caso e in accordo con il proprio medico curante. Inoltre, è assolutamente necessario affidarsi a centri specializzati ed accreditati perché si può correre il rischio di imbattersi in persone prive di scrupoli che spacciano conoscenze che, in realtà, non possiedono affatto! Infine, bisogna fare estrema attenzione ai prodotti ayurvedici che si assumono ed accertarsi sempre circa la loro provenienza: alcuni potrebbe, infatti, contenere quantità elevate di metalli pesanti e rivelarsi dannosi per la salute. |
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