L’orticaria acquagenica è una forma di allergia all’acqua che è una molecola di importanza vitale per il nostro organismo. Un livello ottimale di idratazione è, infatti, fondamentale per il corretto espletamento delle reazioni biologiche, ma, per quanto strano possa apparire, alcuni individui tendono a sviluppare una reazione avversa nei confronti dell’acqua o di altre componenti disciolte in essa. Esaminiamo le cause e le cure possibili.
Sappiamo bene che su questo pianeta la vita non potrebbe esistere senza la presenza di acqua. Partendo da tale premessa, viene spontaneo chiedersi come sia possibile sviluppare una reazione avversa nei confronti di una molecola così importante. L’orticaria acquagenica consiste in una forma di allergia, fortunatamente molto rara, scatenata dal contatto con l’acqua e caratterizzata dall’insorgenza di sintomi cutanei.
Ma da cosa derivano le allergie? Talvolta sostanze innocue, o addirittura benefiche per il nostro organismo, vengono riconosciute come “nemiche” dalle cellule del sistema immunitario. Tali molecole sono erroneamente marcate come sostanze potenzialmente pericolose e questo processo determina l’attivazione di meccanismi di difesa esagerati, con un conseguente danno tissutale. |
Finora sono stati descritti meno di 100 casi di orticaria acquagenica, prevalentemente a carico di donne e bambini. Alcune forme sono sporadiche, ovvero tendono a manifestarsi come episodi isolati durante la vita di un individuo, mentre altre sono caratterizzate da fenomeni allergici ripetuti. Appare evidente come questi ultimi casi siano altamente invalidanti per lo svolgimento delle normali attività quotidiane e possano compromettere la vita sociale di un individuo.
La composizione dell’acqua varia in base alla sua provenienza ed ai processi naturali o artificiali ai quali viene sottoposta. Per questo motivo siamo soliti distinguere tra diverse fonti di acqua, ad esempio dolce o salata, potabile o minerale. L’orticaria acquagenica non fa distinzione tra le diverse tipologie e può manifestarsi indipendentemente dalla fonte e dalla temperatura dell’acqua stessa. Riportiamo un breve elenco delle situazioni durante le quali veniamo a contatto con diverse fonti di acqua.
Acqua piovana: è possibile manifestare una reazione allergica a seguito del contatto con la pioggia.
Secrezioni corporee: alcuni casi di orticaria acquagenica sono stati associati alla produzione di lacrime e sudore.
Acqua di mare, acqua di fiume, piscina: perfino attività sportive e ricreative, come nuoto e immersioni, possono scatenare una reazione avversa all’acqua.
Acqua di rubinetto: tramite la preparazione del cibo, le pulizie domestiche e l’igiene corporea veniamo quotidianamente a contatto con l’acqua. L’acqua di rubinetto, più o meno calcarea, può portare allo sviluppo dell’orticaria in soggetti predisposti.
Al contrario, nella maggior parte dei casi descritti, non si verifica alcuna reazione a seguito del contatto con acqua distillata, priva di minerali e ioni, ad indicare che in molti casi l’allergia all’acqua è scatenata da varie sostanze disciolte in essa, come fluoro o cloro.
Le manifestazioni correlate all’orticaria acquagenica sono essenzialmente a carico della cute. Il contatto con l’acqua, che può avvenire ad esempio durante il nuoto, il lavaggio delle mani o la doccia, determina nel giro di pochi minuti l’insorgenza di reazioni locali, principalmente caratterizzate da:
Formazione di pomfi o vescicole
Prurito
Rossore
Dolore
Si tratta quindi di una reazione locale, che avviene in corrispondenza del punto di contatto con l’acqua e, nella maggior parte dei casi, colpisce statisticamente collo, tronco, braccia e spalle e schiena.
E’ necessario fare una distinzione tra l’orticaria acquagenica e il prurito acquagenico. In quest’ultimo caso, infatti, la sostanza che scatena la reazione cutanea è diversa dall’istamina, che invece sembra essere il principale mediatore chimico implicato nella patogenesi dell’orticaria acquagenica. Altro punto fondamentale per la distinzione di queste due tipologie di reazione avversa è il tempo di insorgenza, infatti, in caso di prurito acquagenico, i sintomi possono manifestarsi a distanza di ore dal contatto con l’acqua, mentre nell’orticaria acquagenica sono pressoché immediati.
Come possiamo capire se siamo di fronte a un caso di orticaria acquagenica?
Il test di elezione consiste nell’applicazione di impacchi di acqua per 30 minuti sulla parte superiore del corpo. Qualora il soggetto presenti un’allergia all’acqua, si osserva l’insorgenza di una reazione cutanea nel giro di pochi minuti dall’inizio del test. Vengono applicate anche altre sostanze inerti, ad esempio alcool o acqua distillata, per avere un parametro di confronto sul quale basarsi per una valutazione finale.
Per distinguere l’orticaria acquagenica da altri tipi di orticaria, ad esempio forme scatenate dal freddo o dal caldo, il medico può ripetere lo stesso tipo di test applicando cubetti di ghiaccio o acqua molto calda.
Infine è possibile differenziare un caso di prurito acquagenico dall’orticaria acquagenica grazie al fatto che in quest’ultimo caso si verificano pomfi, rossore e dolore, quindi non soltanto una fastidiosa sensazione di prurito.
La rarità dell’allergia all’acqua rende difficile sia l’identificazione delle cause che la scoperta di cure risolutive. Negli ultimi anni sono state proposte diverse ipotesi per cercare di definire il meccanismo alla base dei sintomi di orticaria acquagenica.
Esistono fondamentalmente diverse correnti di pensiero che necessitano ancora di ulteriori studi e conferme da parte della comunità scientifica.
Una delle teorie più accreditate, sostenuta da un’equipe di dermatologi tedeschi, attribuisce la causa alla presenza di una molecola, tuttora sconosciuta, che si trova nella nostra epidermide e che potrebbe reagire con sostanze disciolte in acqua per formare un complesso allergizzante. La molecola allergizzante sarebbe in grado di scatenare il rilascio di istamina da parte di cellule presenti nella cute, chiamate mastociti, sino a causare i sintomi cutanei descritti.
Approfondisci cos'è l'istamina.
Purtroppo non è chiaro quali siano le sostanze responsabili di questa tossicità, ma in base ai casi descritti è stata osservata una maggiore incidenza in presenza di alcuni fattori predisponenti:
Trattamenti farmacologici prolungati nei mesi precedenti agli episodi di orticaria acquagenica
Intolleranza al lattosio di tipo familiare
Presenza di altre allergie
Sieropositività e sviluppo dell’AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita causata dal virus dell’HIV
Sindrome di Bernard Soulier, malattia genetica caratterizzata da anomalie delle piastrine e tendenza a fenomeni emorragici
Attualmente non esistono cure definitive per l’orticaria acquagenica. Il primo consiglio che viene dato a chi soffre di allergie, qualunque esse siano, è quello di evitare l’esposizione alla sostanza allergizzante. In questa circostanza appare tuttavia inverosimile chiedere a un individuo di astenersi dal contatto con l’acqua, poiché durante le normali attività igieniche e sociali siamo esposti al contatto con essa. E’ preferibile indirizzarsi su altri rimedi che possono limitare i danni dal contatto con l’acqua.
Farmaci antistaminici orali. Poiché i sintomi sono generalmente correlati al rilascio di istamina, la somministrazione di questi farmaci può essere utile e permette di contrastare l’insorgenza di reazioni cutanee.
Corticosteroidi a livello topico. L’applicazione locale di creme a base di cortisone va ad inibire la risposta immunitaria anomala, permettendo così di minimizzare i sintomi a seguito del contatto con l’acqua.
Fototerapia UVA e UVB. L’applicazione di raggi UV sulla pelle può portare ad un ispessimento dello strato superficiale dell’epidermide, limitando così la penetrazione dell’acqua nella cute.
Capsaicina. Questo composto chimico, estratto da diverse piante tra cui il peperoncino piccante, può essere utilizzato per produrre creme che bloccano la sensazione di dolore.
Distillazione dell’acqua. Questo metodo si differenzia dai precedenti in quanto non va ad agire a livello dell’individuo ma direttamente sul processo di trattamento dell’acqua. Poiché l’allergia è legata spesso legata a sali disciolti nell’acqua, l’utilizzo di acqua distillata per l’igiene o la pulizia domestica può essere risolutiva.
Oltre alle cure mediche e alle terapie farmacologiche è necessario prestare attenzione alle azioni quotidiane per cercare di limitare, nei limiti del possibile, tutte quelle situazioni che potrebbero mettere a rischio la nostra salute. E’ preferibile attuare schemi di comportamento che permettono di ottenere un “effetto barriera” e ridurre il contatto con l’acqua.
Nei soggetti a rischio si consiglia di evitare sport acquatici ed immersioni, oltre a proteggersi dalla pioggia con un ombrello o un impermeabile.
Grazie ad alcune accortezze, e talvolta a piccole rinunce, è possibile preservare la nostra pelle e, più in generale, la nostra salute.
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