Emorroidi in gravidanza: cause, rimedi e prevenzione (alimentazione)

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Le emorroidi in gravidanza sono una patologia molto frequente, tra le cause principali abbiamo: le pareti delle vene che diventano più fragili a causa dei cambiamenti ormonali e l’utero che, aumentando di volume, crea una pressione sulle vene ano-rettali. L'alimentazione è la migliore forma di prevenzione per evitare di dover ricorrere a rimedi più invasivi.

    Indice Articolo:
  1. Perché sono comuni in gravidanza
    1. Cause
  2. Sintomi
  3. Fattori di rischio
  4. Prevenzione
    1. Alimentazione
    2. Stile di vita
  5. Rimedi
    1. Trattamenti farmacologici
    2. Rimedi omeopatici e naturali
    3. Intervento chirurgico

Normalmente scompaiono dopo il parto durante l’allattamento ma possono essere recidive. I sintomi classici sono prurito, bruciore e sensazione di fastidio ed è presente sanguinamento, limitato alla defecazione nei casi più lievi, come per esempio emorroidi interne del canale anale, o continuo nei casi più gravi come per esempio in caso di emorroidi esterne fuoriuscite dal canale anale. La gravidanza e il parto costituiscono il primo fattore di rischio e la prevenzione si deve attuare sia a tavola, con un’alimentazione ricca di fibre, sia attraverso un corretto stile di vita. Le emorroidi sono curabili sia con farmaci a base di creme locali da applicare direttamente nella zona anale, sia con rimedi omeopatici con integratori a base di flavonoidi che danno sostegno alle parete delle vene, sia chirurgicamente, nei casi più gravi.

Le cause delle emorroidi: perchè sono comuni in gravidanza?

Le emorroidi sono vene dilatate e e tortuose che compaiono sulle pareti del retto e dell’ano a causa di un aumento della pressione venosa. Questa pressione può derivare da sforzi durante l’evacuazione ma anche da stati fisiologi quali la gravidanza in cui il corpo della donna si trova ad affrontare tutta una serie di cambiamenti che incidono in modo più o meno determinante sulla manifestazione delle emorroidi.

La percentuale di donne colpite da emorroidi durante la gestazione si aggira intorno al 10 – 35%. E’ un disturbo che frequentemente si associa alla stitichezza e che può colpire sia durante il primo trimestre sia durante l’ultimo trimestre fino al parto. Le emorroidi possono avere una durata relativa alla gravidanza e scomparire spontaneamente durante il periodo dell’allattamento, circa 40 giorni dopo il parto, oppure possono essere recidive, cioè scompaiono per un periodo di tempo per poi ricomparire in concomitanza con alcuni eventi come una temperatura esterna molto alta, problemi intestinali relativi a stitichezza o stress.

Le cause specifiche.

Durante l’inizio della gravidanza il corpo femminile inizia a modificarsi a opera degli ormoni, specialmente il progesterone, che provoca un rilassamento dei tessuti connettivi che causa la dilatazione delle vene.. Le emorroidi possono manifestarsi più frequentemente man mano che la gravidanza va avanti poiché la dilatazione dell’utero e la crescita del feto provoca una pressione sia sull’intestino, sia sulla vena cava inferiore, la vena che porta il sangue venoso al cuore da tutto l’organismo, sia sulle vene del plesso ano – rettale. La pressione esercitata dall’utero sulle vene provoca un rallentamento nella circolazione sanguigna con conseguenti gonfiore e dilatazione delle vene.

I sintomi delle emorroidi durante la gestazione.

I sintomi delle emorroidi variano in base allo stadio in cui si trovano. Principalmente distinguiamo due stadi, uno in cui le emorroidi sono interne e l’altro in cui sono esterne.

Le emorroidi del primo stadio cioè interne, sono localizzate all’interno del canale anale e dall’esterno non risultano visibili oppure possono fuoriuscire durante la defecazione per poi rientrare in maniera spontanea. In questo stadio i sintomi più comuni sono il prurito, un sensazione di fastidio, il bruciore e il sanguinamento lieve che si manifesta di solito all’atto della defecazione per poi scomparire.

Nel secondo stadio si assiste al prolasso delle vene emorroidarie che si portano quindi all’esterno del canale anale e risultano visibili. In questo stadio il sanguinamento è più evidente e si formano piccoli rigonfiamenti di sangue la cui caratteristica è di essere infiammati costantemente e quindi doloranti e sanguinanti anche in assenza di defecazione.

Fattori di rischio.

Vi sono alcuni fattori di rischio che predispongono una donna a soffrire di emorroidi durante il periodo gestazionale e non solo. La gravidanza stessa è il primo fattore di rischio poiché è proprio la pressione esercitata sulle vene a determinare di frequente la comparsa delle emorroidi. A questa si associano altri fattori come il soffrire di stitichezza cronica, un disturbo che durante la gravidanza peggiora e la predisposizione genetica e familiare a soffrire di vene varicose e varici..

Come prevenire le emorroidi quando si è incinte?

Per prevenire la formazione delle emorroidi in gravidanza è consigliabile seguire alcuni accorgimenti relativi sia all’alimentazione che allo stile di vita.La strategia più efficace per evitare o curare le emorroidi in gravidanza è seguire una dieta ricca di fibre e liquidi, queste sostanze infatti non solo aiutano a mantenere la regolarità intestinale, ma rendono anche le feci più morbide, e cercare inoltre di fare regolarmente un po’ di attività fisica, va bene anche una lunga passeggiata, in modo da stimolare la circolazione ed anche l’intestino.

Alimentazione.

L’alimentazione per la prevenzione delle emorroidi deve essere ricca di alimenti che contengono fibra per aiutare la motilità intestinale e ridurre il problema della stitichezza. Vanno bene quindi tutte le verdure, la crusca e l’avena, i cereali integrali, i formaggi freschi e magri e lo yogurt, meglio se arricchito con probiotici per favorire la motilità intestinale e il benessere della flora batterica intestinale, il pesce e le carni magre. Importante anche è l’assunzione di alimenti che contengono biflavonidi, delle sostanze in grado di aiutare la parete venosa poiché riducono i fenomeni di fragilità capillare e che inoltre sono antinfiammatori e antiemorragici naturali. Li troviamo negli alimenti come mirtilli, ribes neri, ciliegie, more, frutti di bosco, pomodori, agrumi, finocchio, grano saraceno. Importantissimo anche assumere molti liquidi, almeno 2 litri d’acqua al giorno, per favorire la formazione di feci morbide.

Sono sconsigliati invece i cibi speziati, il caffè, il the, il cioccolato, i cibi fritti, le carni rosse, i formaggi stagionati perché irritano ancora di più l’apparato intestinale e rallentano la digestione, oltre a favorire la formazione di feci non morbide e quindi rendono difficoltosa la defecazione.

Stile di vita.

Lo stile di vita e i comportamenti quotidiani risultano molto importanti nella prevenzione e nel trattamento delle emorroidi. Si consiglia di praticare attività fisica regolarmente per favorire la motilità intestinale e la regolarità, ed evitare quindi la stitichezza. Inoltre è bene prestare particolare attenzione all’igiene intima, lavandosi con acqua tiepida e sapone a PH acido che favorisce la risoluzione dell’infiammazione e previene la comparsa di infezioni. Si deve inoltre evitare di indossare biancheria o pantaloni attillati, e di stare seduti o in piedi per molto tempo. Per rinforzare i muscoli si possono seguire degli esercizi, noti come esercizi di Kegel, che prevedono di contrarre ripetutamente i muscoli della zona anale e vaginale al fine di migliorare il tono muscolare.

Cure e rimedi: cosa fare per il problema.

Quando si manifestano le emorroidi in gravidanza la soluzione del disturbo può essere di tipo farmacologico o fitoterapico oppure, nei casi più gravi, di tipo chirurgico.

Rimedi farmacologici.

Le terapie farmacologiche più usate per il trattamento delle emorroidi in gravidanza sono per lo più farmaci ad azione locale come creme e pomate data l’impossibilità di assumere farmaci in gravidanza per via orale a causa degli effetti che potrebbero avere sul bambino. Tra i farmaci più diffusi per alleviare i sintomi e il ridurre il fenomeno infiammatorio abbiamo:

Medicinali a base di cellule di Saccharomyces Cerevisiae, un lievito che agisce aumentando la velocità del consumo di ossigeno da parte delle cellule dei tessuti danneggiati e in questo modo ne facilita e accelera la guarigione. Può essere somministrata sia come preparazione locale, quindi sotto forma di crema, sia come supposta. Va bene sia per le emorroidi interne che per quelle esterne e va utilizzata 2 – 3 volte al giorno dopo l’evacuazione.

Farmaci a base di fluocinolone, un corticosteroide che ha azione antinfiammatoria a livello locale, e di chetocaina, una sostanza ad azione anestetica che svolge quindi l’azione di sollievo nei confronti del dolore. La crema rettale può essere applicata 2 – 3 volte al giorno.

Rimedi omeopatici e naturali.

Per la cura delle emorroidi in gravidanza giocano un ruolo fondamentale la fitoterapia e l’omeopatia, poiché sono dei rimedi che possono essere praticati senza alcun problema per il nascituro. Localmente è possibile applicare delle pomate a base di karitè, olio di Jojoba, cipresso, iperico, aloe ed elicriso, che hanno un’azione protettiva, favoriscono la vasocostrizione, leniscono e contrastano sia il prurito che il dolore e il bruciore. Inoltre è possibile assumere integratori a base di ippocastano, di cipresso e di rusco, piante ricche di flavonoidi che aiutano a rinforzare le pareti dei vasi.

Per la cura delle emorroidi o meglio per avere sollievo dai sintomi si possono seguire i rimedi della nonna, dei rimedi naturali “fai da te” atti a dare sollievo. Vediamone alcuni:

Rimedi chirurgici.

Quando il problema diventa molto serio e non è risolvibile a livello farmacologico o omeopatico si deve ricorrere ad un’operazione chirurgica. Gli interventi chirurgici attualmente utilizzati per la cura delle emorroidi sono:

Trattamento laser: si effettua mediante un laser ad anidride carbonica che determina precisione nel taglio della zona interessata e istantanea coagulazione dei tessuti limitando così la perdita di sangue. E’ una pratica estremamente sterile, quindi si ha un rischio minimo di infezione e viene svolta in day hospital.

Trattamento di legatura elastica: questa tecnica è poco invasiva e si esegue in ambulatorio. Prevede di legare con un elastico la vena emorroidaria e aspirare il tessuto in eccesso. Il rimanente tessuto ormai ischemizzato, cioè reso privo di irrorazione sanguigna, cade poi spontaneamente. E’ una tecnica però che può provocare dolore e lievi perdite di sangue.

Trattamento crioterapico selettivo: si realizza mediante una sonda criogenica che interviene sulle zone precedentemente sottoposte a legatura, raffredda il nodulo emorroidario attraverso l’azoto liquido (che ha una temperatura di -196°C) e ne provoca la caduta. L’anestesia viene effettuata direttamente sul nodulo.

Metodo chirurgico tradizionale: è un metodo che prevede un’operazione vera e propria da effettuarsi mediante ricovero. Vengono rimosse sia le emorroidi interne che quelle esterne e il decorso post operatorio è molto doloroso in quanto vengono lasciate delle ferite aperte per consentire la cicatrizzazione spontanea.

Metodo chirurgico innovativo: esiste un metodo chirurgico microinvasivo che prevede l’utilizzo di un proctoscopio e di una sonda per localizzare i rami dell’arteria rettale, che portano sangue alle emorroidi, che verranno poi legati con dei punti di sutura per fare in modo che non arrivi più sangue alle emorroidi che vengono poi rimosse.

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